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Data di pubblicazione: 07 gennaio 2023

Patenti facili

TGVerona
Veneto

Un’indagine articolata e complessa votata alla sicurezza stradale quella sviluppata dal Laboratorio Analisi documentale della Polizia Locale di Verona, diretto dal Comandante Luigi Altamura, in sinergia con la Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polizia Stradale di Vicenza che ha portato allo smantellamento di un’organizzazione ramificata sul territorio italiano che proponeva di far ottenere, con facilità, la patente di guida a persone straniere che non capivano e spesso non parlavano la lingua italiana: un affare che poteva fruttare, per ogni candidato presentato, dai 2.000 ai 3.000 euro.

 

Una struttura collaudata e funzionante da anni con al vertice un uomo pakistano, S.N., residente nella provincia di Vicenza, che si avvaleva di una folta rete di procacciatori d’affari sparsi nelle regioni del Nord Italia, ma con qualche cellula anche nel Lazio. Grazie a questa fitta rete di persone che, girando per le varie comunità pakistane e indiane, si proponevano quali intermediari per l’ottenimento di patenti di guida italiane, l’uomo era riuscito a costruirsi un’ottima reputazione e molti connazionali lo contattavano sicuri che, grazie a lui, avrebbero ottenuto la tanta agognata patente.

In effetti, il cittadino pakistano offriva un pacchetto completo e allettante: una volta concordato il prezzo, era lui ad occuparsi, assieme ai più stretti collaboratori, di tutta la parte burocratica: prenotava le visite mediche e portava il candidato nelle scuole guida curando l’iscrizione e concordando la data per svolgere la prova. La mattina dell’esame l’uomo recuperava la persona che doveva svolgere il test e gli consegnava una felpa, un giaccone o una camicia contenente una microcamera. Successivamente inseriva un micro-auricolare nell’orecchio e dava le istruzioni sul comportamento da tenere in aula durante l’esame.

Unico compito del candidato era di sedersi alla postazione, posizionare il monitor con le domande a favore della microcamera e attendere le risposte. Tutto talmente organizzato e sicuro che l’uomo ha visto, in poco tempo, aumentare le richieste da parte di connazionali, allargando il proprio giro d’affari in particolare in molte province del Nord Italia. Dagli atti dell’indagine è risultato addirittura che alcuni candidati siano stati trasportati, per superare la prova d’esame, da Vicenza fino a Roma. Nell’eventualità che il candidato venisse scoperto, sarebbe stato comunque difficile risalire all’organizzazione, in quanto i telefoni utilizzati e posizionati negli indumenti erano governati da remoto e le schede sim utilizzate per le chiamate, intestate al candidato stesso.

Nulla poteva portare al cittadino pakistano: quando i candidati venivano scoperti, il reato veniva trattato da solo e difficilmente veniva collegato ad altri episodi che magari erano accaduti a molti chilometri di distanza. Tutto funzionava perfettamente fino a quando, a maggio del 2022, gli uomini del Laboratorio Analisi Documentale della Polizia Locale di Verona, agli ordini del Comandante Altamura, durante una sessione d’esame, hanno scoperto un uomo che proprio durante la prova di teoria stava utilizzando una microcamera. Un episodio all’apparenza come tanti altri, ma che ha dato il via, grazie al materiale rivenuto, ad un’indagine che, come in un puzzle, ha visto unirsi tanti pezzi fino a quel momento non collegati tra loro e che hanno portato gli uomini di via del Pontiere fino a Vicenza.

Grazie alla collaborazione con gli uomini della Squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale di Vicenza sono partite le indagini: gli agenti hanno pedinato, con controlli appositamente predisposti, tutti i movimenti del cittadino pakistano e di altre persone legate all’organizzazione. I pedinamenti, a volte portati avanti fino alla provincia di Sondrio, hanno potuto far accertare come il sodalizio operasse sul territorio e come i candidati venissero preparati ed indottrinati sul comportamento da tenere durante la sessione d’esame. Sono state inoltre identificate le scuole guida che venivano usate per l’iscrizione dei candidati e i luoghi dove  erano stati acquistati i materiali elettronici.

Così ad ottobre, mediante l’impiego di 7 pattuglie composte da ufficiali ed agenti appartenenti ai due corpi di Polizia, sono state perquisite le abitazioni delle persone coinvolte: trovati diversi cellulari, schede sim card, auricolari, magliette e mascherine FFP2 già predisposte con telecamere e micro fori, router Wi-Fi insieme a tutto il necessario per la fabbricazione ed il montaggio degli apparati elettronici, pratiche di iscrizioni nelle scuole guida già compilate e pronte ad essere presentate, agende con la rendicontazione dei guadagni ottenuti con l’attività illecita, fototessere, copie di documenti di persone extracomunitarie, certificati anamnestici, una somma pari a 4.750 euro in banconote di vario taglio celati e nascosti nella camera da letto oltre che a documenti falsi, di pregevole fattura già stampati e pronti all’uso. Tra i documenti sequestrati, oltre a quelli di cittadini pakistani ed indiani, sono stati rinvenuti anche documenti di persone asiatiche, sintomo quest’ultimo che l’organizzazione si stava aprendo anche a nuovi “clienti”.

L’indagine, che ha visto coinvolte le Province di Brescia, Vicenza, Bergamo, Cremona, Sondrio, Udine e Roma, ha portato alla denuncia, in varie Procure d’Italia, di 8 persone (1 a
Verona, 2 a Vicenza, 2 a Trento, 2 a Bergamo ed 1 a Sondrio). Sono attualmente al vaglio le posizioni di ulteriori circa 40 persone, coinvolte a vario titolo. Per alcune decine di candidati verrà proposto alle Motorizzazioni civili di competenza l’annullamento della patente di guida ottenuta indebitamente con la revisione della patente di guida per la verifica dell’idoneità tecnica alla guida.

 

Fonte: TGVerona

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