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Data di pubblicazione: 24 settembre 2012

Polisia Veneta, il prefetto sospende Paolo Gallina

La Tribuna
Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Paolo Gallina dovrà lasciare il comando della polizia locale di Cornuda da novembre. Questo ha deciso il prefetto di Treviso Aldo Adinolfi che ha ufficialmente avviato la procedura di sospensione dell'incarico per il quarantesettenne di Volpago, comandante della Polisia Veneta e con questa a processo per il reato di banda armata assieme ad altri 16 venetisti.
L'atto è stato firmato da Adinolfi il 17 settembre scorso e recapitato a Gallina tre giorni fa, quasi contestualmente il decreto con il quale il questore di Treviso ordinava la revoca del porto d'armi da collezione per il comandante della polizia locale di Cornuda, oggetto a inizio settembre del blitz con il quale la Digos aveva portato alla luce altre armi e altri oggetti legati al movimento indipendentista. Ad aggravare radicalmente la posizione di Gallina e dei venetisti anche le ultime intercettazioni telefoniche, quelle registrate in agosto, quando Gallina parlava chiaramente di attacchi allo Stato, usando parole come «tirar giù dalle spese», «uccidiamoli», «dobbiamo equipaggiarci», il tutto in riferimento alla successiva visita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed allo Stato Italiano «invasore».
Adinolfi ha deciso di sospendere Gallina dall'incarico agente di pubblica sicurezza (e quindi dirigente vigili di Cornuda) per un anno, al termine del quale il quarantesettenne sarà probabilmente oggetto di una nuova valutazione. Lui, di conrtro, ha però 15 giorni per presentare una memoria difensiva, cosa che probabilmente farà cercando di evitare di perdere gradi e ruolo. Di certo Adinolfi, su Gallina, ha le idee chiare.
Resta da capire ora se verrà privato anche dello stipendio, se verrà posto in aspettativa o sospeso, o se invece non verrà trasferito ad altra mansione dirigenziale dal sindaco leghista di Cornuda, Marco Marcolin, uno che ha pubblicamente difeso l'operato indipendentista del suo comandante

Fonte:
La Tribuna

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TREVISO. Il questore contro il comandante della municipale. Il poliziotto contro il "polisiotto". Nel mirino c'è Paolo Gallina, comandante della polizia locale di Cornuda (quella vera) e vicepresidente del "Movimento di liberazione nazionale del popolo veneto", indagato per associazione paramilitare: «Non credo abbia più i requisiti per rimanere al suo posto di comandante», lo attacca frontalmente il questore Carmine Damiano, che promette di portare il caso al comitato provinciale per la sicurezza.
Anche la Procura è pronta a fare le sue mosse: se ci dovesse essere il rinvio a giudizio per Gallina, in quel caso il sostituto procuratore Giovanni Valmassoi informerebbe il Comune di Cornuda, demandando al sindaco le eventuali decisioni sulla sospensione di Gallina. Al momento, dice il pm, non ci sono prove del "connubio" tra l'attività di comandante di Gallina e la sua attività parallela nella "Polisia Veneta". Se il secondo è un hobby o poco più, insomma, non ci sono gli estremi per chiedere una rimozione dall'incarico nella municipale. Per il questore, invece, quanto emerge dall'indagine già basta e avanza: «Gallina è un pubblico ufficiale, ha fatto un giuramento che richiama valori di un certo tipo. Ciò comporta dei doveri, e secondo me è venuto meno a questi doveri con ripetuti attacchi allo Stato, alla magistratura, alle forze dell'ordine. Dovrebbe avere la coerenza di fare un passo indietro». Se non ce l'avrà, fa capire Damiano, potrebbero "dargliela": «Affronteremo il caso della compatibilità del Gallina venetista col suo ruolo di comandante nel corso del prossimo vertice del comitato provinciale per la sicurezza, ne ho già parlato con il prefetto». A casa di Gallina, durante la perquisizione dei giorni scorsi, sono stati trovati «migliaia di ogive e di bossoli», dice la polizia. E poi armi, seppur regolarmente denunciate: circostanze che, sempre secondo il questore, solleva «parecchie perplessità». Le indagini sono prossime alla chiusura: in Procura vogliono solo dare un'occhiata al materiale propagandistico del movimento prima di procedere. I 18 sono tutti indagati per associazione paramilitare, ma le contestazioni varieranno a seconda del ruolo: i vertici (Gallina e Sergio Bortotto, secondo la digos) probabilmente dovranno rispondere di costituzione di associazione paramilitare, gli altri "solo" di adesione. Il numero di indagati per affiliazione potrebbe salire nelle prossime ore.

Fonte:
Il Mattino di Padova



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