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Data di pubblicazione: 01 febbraio 2009

"Non inseguite", nasce il vigile con le mani legate

La stampa
Veneto
«Bucare» il rosso a velocità pazzesca, incrociare una pattuglia di vigili o un controllo che ti intima l'alt e poi fuggire indisturbato. Molto triste, vero? Ma così accade a Torino, secondo i sindacalisti del Sulpm, acronimo del Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Municipale. Spiega il segretario provinciale vicario, Cristiano Giambrone: «È ormai da alcuni mesi che la centrale operativa applica una discutibile procedura per gli interventi delle pattuglie in auto e moto. Più volte, non sono stati intercettati veicoli che non si erano fermati all'alt delle pattuglie». Sembra incredibile. Ma quelli del Sulpm insistono: «Ci sono due circolari che regolano questi interventi. Affermano che l'inseguimento teso a contestare illeciti di natura amministrativa non è mai giustificato poiché l'incolumità pubblica è più importante dell'accertamento degli illeciti, affermazione in parte condivisibile, ci mancherebbe». Insomma, formalmente non è vietato l'inseguimento, ma tocca agli agenti la valutazione delle condizioni di sicurezza sull'opportunità di procedere o no, «riservando comunque alla centrale la gestione diretta», cioè la decisione finale. «Nella realtà - denunciano i vigili urbani - la centrale blocca a priori gli inseguimenti senza aver verificato, quanto meno, se ci si trovi in una situazione di illecito amministrativo o di illecito penale, se si tratta di auto rubata, o segnalata da altre centrali operative, o perlomeno si dovrebbe consentire il tallonamento fino ad intervento di polizia o carabinieri».

Pochi si prendono la responsabilità di disobbedire agli ordini. Giambrone: «E poi resta il dubbio se a bordo di un veicolo che non si ferma all'alt vi sia una persona che vuole evitare una semplice multa o invece ha altro da nascondere...». Troppa cautela, quindi. «Anche se fossero "solo" infrazioni amministrative, la procedura è discutibile. Esempio, se un'auto priva di assicurazione fugge e poco dopo investe con colpa un pedone provocandone le morte, chi paga?». Bella domanda. I vigili del Sulpm definiscono la situazione «lesiva della dignità e dell'immagine degli agenti, ci troviamo esposti anche a eventuali responsabilità che possono avere risvolti penali e pure civili». Si chiude con una serie di episodi, avvenuti da febbraio a oggi. È il 6 febbraio 2008, ore 15: una pattuglia intima l'alt a un'auto che fugge.
La Centrale blocca immediatamente l'inseguimento. 15 aprile 2008, ore 17: su un'auto c'è un tizio armato di pistola, stop all'inseguimento e per fortuna, dopo, si scopre che era un carabiniere in borghese. 15 ottobre 2008, ore 17: auto con a bordo due uomini, uno è armato, la pattuglia Decoro 6.6 di Barriera Milano è pronta a inseguirla ma viene fermata. Infine martedì scorso, ore 11: la pattuglia Sierra intima l'alt, in via Cigna, a un'utilitaria. Il conducente schiaccia l'acceleratore e tenta di allontanarsi. Dalla centrale, secondo il Sulpm, arriva il solito «no» ma i vigili disobbediscono e bloccano lo stesso l'auto. Alla guida c'era un signore senza patente e con i documenti falsi. Il segretario è amareggiato: «Abbiamo già avuto alcuni incontri con il Comando ma le risposte, per ora, sono state inadeguate».

Fonte:
La Stampa

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