Data di pubblicazione:
18 ottobre 2007
Cane uccide scoiattolo: "Fategli il DNA"
Fonte:
Secolo XIX
Regione:
Liguria
“Delitto” al Parco di Nervi. Un cane uccide uno scoiattolo e in puro stile Csi gli investigatori chiedono l’esame del dna sui due animali: sulla vittima, lo scoiattolo, e sul presunto assassino, il cane. Come gli investigatori del famoso serial americano ambientato tra New York e Miami che ormai imperversa in diversi canali televisivi, i vigili urbani hanno deciso di vederci chiaro sull’odioso crimine usando sofisticate tecniche scientifiche anche perché gli scoiattoli del Parco sono considerati patrimonio pubblico e la morte violenta di uno di loro non deve rimanere impunita. E così viene ricostruita la scena del delitto, il Parco di Nervi appunto dove gli scoiattoli - e sempre più spesso anche i topi - sono liberi di scorrazzare sui prati mentre inveci i cani possono passeggiare sì ma rigorosamente al guinzaglio per non disturbare gli altri animali e soprattutto i bambini.
Capita però che in un tranquillo pomeriggio di qualche mese fa, il proprietario di un cane decida di lasciar correre liberamente il suo amico a quattro zampe. Via il guinzaglio e via libera a corse e giochi. Il proprietario lancia un bastone, il cane lo riporta, una, due, tre voltte, ma poi è un animale ad attirare l’attenzione del cane, uno scoiattolo che, curioso, si è soffermato forse un attimo di troppo a vedere cosa stava accadendo. Per il cane quell’animaletto è molto più interessante del bastone. Forse vorebbe solo fraternizzare, forse vorrebbe solo giocare con lui, ma la differenza di taglia è enorme. Il cane lo prende in bocca e lo scoiattolo rimane lì stecchito sul prato. Se proprio in quel momento non fossero passati di lì dei vigili urbani il delitto sarebbe rimasto sicuramente impunito. Ma invece sul più bello arrivano due agenti di polizia municipale, vedono lo scoiattolo morto e il proprietario che rimette in tutta fretta il guizaglio al cane. Recuperano il cadavere che consegneranno al veterinario provinciale e identificano il proprietario del cane “colpevole” di averlo lasciato correre nel Parco libero dal guinzaglio. Il proprietario nega le responsabilità del suo animale, parla di un incidente, di altri possibili colpevoli. Ma i vigili insistono: vorrebbero fare l’esame del dna del cane e compararlo con la saliva presente sullo scoiattolo. Vogliono identificare il responsabile “al di là di ogni ragionevole dubbio”. Il caso arriva sulla scrivania del procuratore Mario Morisani e lì finisce: il delitto è destinato a rimanere impunito. Non si spendono così i soldi dei contribuenti.
Fonte:
Secolo XIX
Capita però che in un tranquillo pomeriggio di qualche mese fa, il proprietario di un cane decida di lasciar correre liberamente il suo amico a quattro zampe. Via il guinzaglio e via libera a corse e giochi. Il proprietario lancia un bastone, il cane lo riporta, una, due, tre voltte, ma poi è un animale ad attirare l’attenzione del cane, uno scoiattolo che, curioso, si è soffermato forse un attimo di troppo a vedere cosa stava accadendo. Per il cane quell’animaletto è molto più interessante del bastone. Forse vorebbe solo fraternizzare, forse vorrebbe solo giocare con lui, ma la differenza di taglia è enorme. Il cane lo prende in bocca e lo scoiattolo rimane lì stecchito sul prato. Se proprio in quel momento non fossero passati di lì dei vigili urbani il delitto sarebbe rimasto sicuramente impunito. Ma invece sul più bello arrivano due agenti di polizia municipale, vedono lo scoiattolo morto e il proprietario che rimette in tutta fretta il guizaglio al cane. Recuperano il cadavere che consegneranno al veterinario provinciale e identificano il proprietario del cane “colpevole” di averlo lasciato correre nel Parco libero dal guinzaglio. Il proprietario nega le responsabilità del suo animale, parla di un incidente, di altri possibili colpevoli. Ma i vigili insistono: vorrebbero fare l’esame del dna del cane e compararlo con la saliva presente sullo scoiattolo. Vogliono identificare il responsabile “al di là di ogni ragionevole dubbio”. Il caso arriva sulla scrivania del procuratore Mario Morisani e lì finisce: il delitto è destinato a rimanere impunito. Non si spendono così i soldi dei contribuenti.
Fonte:
Secolo XIX
Articoli simili
-
03 settembre 2018
Genova: il contributo della PL
Un video raccoglie il contributo della PL dopo la tragedia.
-
29 agosto 2018
Pattuglie velomontate
Mauro Di Gregorio ci spiega caratteristiche e pregi del servizio.
-
20 agosto 2018
Un passo avanti e due indietro
Quando anche le dotazioni per la sicurezza degli agenti diventano materia di scontro politico.
-
08 agosto 2018
Smart Mobility: l’Italia c’è
Il nostro paese compie i primi passi concreti verso l’innovazione.
-
07 agosto 2018
Seggiolini anti-abbandono: l’iter va avanti
Ieri l'ultimo passaggio in Commissione. Cerchiamo di capirne di più.