Data di pubblicazione:
28 November 2007
Matteo Borghi presenta "stemmipolizia.it"
Fonte:
poliziamunicipale.it
Matteo Borghi, Funzionario della Polizia Locale delle capitale, ha sviluppato nel tempo una collezione di stemmi per berretto, placche e patch delle Polizie Locali d'Italia e delle Forze di Polizia d'Italia e del Mondo. Ha organizzato poi tutto il materiale a sua disposizione, in continuo ampliamento, in una sorta di "museo virtuale" sul web, all'indirizzo
www.stemmipolizia.it.
In questa nostra intervista ci parla della sua iniziativa, di come è nata, delle sue prospettive e ci spiega come contribuire ad ampliarla.
Come nasce l’idea di iniziare questa collezione?
L’idea di iniziare la collezione di stemmi è nata nel 1984, durante il campionato italiano di ciclismo riservato ai vigili urbani che si teneva a Pisa. In quella occasione mi accorsi che ogni corpo di “vigili urbani”, aveva uno stemma diverso.
A quanti esemplari ammonta, in questo momento?
In tutto, considerando il totale degli stemmi, placche da petto, alamari e le “innovazioni” ovvero lo stemma della stessa città ma modificato nel tempo, tipo quello di alcune regioni dove attualmente è in uso lo stemma regionale che ha sostituito quello cittadino, sono circa 900 esemplari. I berretti e caschi, compresi quelli che devo ancora inserire in quanto sono in attesa di essere fotografati, sono circa 80 tra italiani ed esteri. Gli stemmi stranieri sono circa 100.
Quali i pezzi a cui sei più affezionato, o che sono legati a storie particolari?
I “figli” di una mamma sono tutti uguali. Certo, il primo amore non si scorda mai ed il primo è stato quello di Pisa. Poi ci sono stemmi particolari come quello di Agnone, il paese delle campane e, come le campane, gli stemmi erano di bronzo, mentre oggi sono anch’essi di lamierino; C’è quello di Capena (RM) che è di terracotta; C’è poi lo stemma di Guidonia che oltre alla placca ho anche il grezzo che precede la smaltatura. Comunque, anche il più “povero” o semplice ha la sua bellezza.
Resterà per sempre una collezione “privata”, oppure pensi, un giorno, di condividerlo, magari partecipando a mostre o esposizioni?
La richiesta di esporli a qualche mostra o esposizione c’è stata ma, la difficoltà è stata e sarà sempre quella di formare dei pannelli applicando al momento gli stemmi. Al momento, sono riposti, ognuno col suo nome, in bustine, all’interno di scatole.
L’idea di organizzare la collezione in uno spazio web come nasce? Ti ha dato un contributo ad ampliare la raccolta?
L’idea di organizzare la collezione in uno spazio web nasce proprio dall’impossibilità di esporre in una o più bacheche, o quadri, il materiale raccolto. A tal fine per potermi godere visivamente, anche se virtualmente gli stemmi e quant’altro, ho pensato di realizzare queste bacheche virtuali. In questo modo, oltre a non “scontrarmi” con gli spazi di convivenza di mia moglie, do l’opportunità ad altri di godere della mia raccolta considerandola un pezzo della storia dei Corpi di Polizia Locale e delle Forze di Polizia dello Stato.
Infine parlaci un po’ di te, di come hai abbracciato questa professione e della tua esperienza.
Da bambino mi fermavo ad osservare il vigile che dirigeva il traffico dalla pedana di p.zza Venezia e sognavo di stare al suo posto; da ragazzo ammiravo il vigile che prestava servizio nella zona in cui lavoravo e guardavo estasiato i motociclisti della “Municipale”.
Nel 1983, con concorso interno passo al Corpo dei Vigili Urbani; nel 2000 concorro per il ruolo di ufficiale del Corpo, D1, D2, fino al D3 odierno.
Due sogni su tre si sono avverati, mi manca solo la “viabilità a p.zza Venezia.
La mia passione è sempre stata la strada, il suo codice e le leggi complementari, la qualifica di autista/motociclista mi ha favorito dandomi la possibilità di applicarmi su falsi documentali e alterazioni dei telai dei veicoli. Oggi il mio compito prevalente è quello di referente informatico del Comando di gruppo dove presto servizio e, grazie anche all’informatica, cerco di trasferire la mia esperienza alle giovani leve.
Invia infine una richiesta di “aiuto” ai nostri numerosi lettori, in modo che ti aiutino nella paziente e preziosa raccolta.
Il sito è virtualmente di tutti gli internauti. Vorrei che ognuno si sentisse l’artefice che costruisce questo museo virtuale aggiungendo, con il suo contributo, un pezzo di storia dei Corpi e Forze di polizia rappresentati. Gli stemmi e il materiale che mi verrà inviato (materialmente) sarà da me fotografato, catalogato e inserito nel sito, affinché il popolo del web se ne possa beare. Chiedo a tutti, colleghi e non, di aiutarmi a continuare a scrivere la storia dei nostri Corpi e Forze di Polizia. Anche questo è un modo di mantenere vivo lo “spirito di Corpo” che unisce la categoria.
Grazie per il Vostro interessamento. Matteo Borghi (
matbor1@gmail.com)
Michele Mavino
www.stemmipolizia.it.
In questa nostra intervista ci parla della sua iniziativa, di come è nata, delle sue prospettive e ci spiega come contribuire ad ampliarla.
Come nasce l’idea di iniziare questa collezione?
L’idea di iniziare la collezione di stemmi è nata nel 1984, durante il campionato italiano di ciclismo riservato ai vigili urbani che si teneva a Pisa. In quella occasione mi accorsi che ogni corpo di “vigili urbani”, aveva uno stemma diverso.
A quanti esemplari ammonta, in questo momento?
In tutto, considerando il totale degli stemmi, placche da petto, alamari e le “innovazioni” ovvero lo stemma della stessa città ma modificato nel tempo, tipo quello di alcune regioni dove attualmente è in uso lo stemma regionale che ha sostituito quello cittadino, sono circa 900 esemplari. I berretti e caschi, compresi quelli che devo ancora inserire in quanto sono in attesa di essere fotografati, sono circa 80 tra italiani ed esteri. Gli stemmi stranieri sono circa 100.
Quali i pezzi a cui sei più affezionato, o che sono legati a storie particolari?
I “figli” di una mamma sono tutti uguali. Certo, il primo amore non si scorda mai ed il primo è stato quello di Pisa. Poi ci sono stemmi particolari come quello di Agnone, il paese delle campane e, come le campane, gli stemmi erano di bronzo, mentre oggi sono anch’essi di lamierino; C’è quello di Capena (RM) che è di terracotta; C’è poi lo stemma di Guidonia che oltre alla placca ho anche il grezzo che precede la smaltatura. Comunque, anche il più “povero” o semplice ha la sua bellezza.
Resterà per sempre una collezione “privata”, oppure pensi, un giorno, di condividerlo, magari partecipando a mostre o esposizioni?
La richiesta di esporli a qualche mostra o esposizione c’è stata ma, la difficoltà è stata e sarà sempre quella di formare dei pannelli applicando al momento gli stemmi. Al momento, sono riposti, ognuno col suo nome, in bustine, all’interno di scatole.
L’idea di organizzare la collezione in uno spazio web come nasce? Ti ha dato un contributo ad ampliare la raccolta?
L’idea di organizzare la collezione in uno spazio web nasce proprio dall’impossibilità di esporre in una o più bacheche, o quadri, il materiale raccolto. A tal fine per potermi godere visivamente, anche se virtualmente gli stemmi e quant’altro, ho pensato di realizzare queste bacheche virtuali. In questo modo, oltre a non “scontrarmi” con gli spazi di convivenza di mia moglie, do l’opportunità ad altri di godere della mia raccolta considerandola un pezzo della storia dei Corpi di Polizia Locale e delle Forze di Polizia dello Stato.
Infine parlaci un po’ di te, di come hai abbracciato questa professione e della tua esperienza.
Da bambino mi fermavo ad osservare il vigile che dirigeva il traffico dalla pedana di p.zza Venezia e sognavo di stare al suo posto; da ragazzo ammiravo il vigile che prestava servizio nella zona in cui lavoravo e guardavo estasiato i motociclisti della “Municipale”.
Nel 1983, con concorso interno passo al Corpo dei Vigili Urbani; nel 2000 concorro per il ruolo di ufficiale del Corpo, D1, D2, fino al D3 odierno.
Due sogni su tre si sono avverati, mi manca solo la “viabilità a p.zza Venezia.
La mia passione è sempre stata la strada, il suo codice e le leggi complementari, la qualifica di autista/motociclista mi ha favorito dandomi la possibilità di applicarmi su falsi documentali e alterazioni dei telai dei veicoli. Oggi il mio compito prevalente è quello di referente informatico del Comando di gruppo dove presto servizio e, grazie anche all’informatica, cerco di trasferire la mia esperienza alle giovani leve.
Invia infine una richiesta di “aiuto” ai nostri numerosi lettori, in modo che ti aiutino nella paziente e preziosa raccolta.
Il sito è virtualmente di tutti gli internauti. Vorrei che ognuno si sentisse l’artefice che costruisce questo museo virtuale aggiungendo, con il suo contributo, un pezzo di storia dei Corpi e Forze di polizia rappresentati. Gli stemmi e il materiale che mi verrà inviato (materialmente) sarà da me fotografato, catalogato e inserito nel sito, affinché il popolo del web se ne possa beare. Chiedo a tutti, colleghi e non, di aiutarmi a continuare a scrivere la storia dei nostri Corpi e Forze di Polizia. Anche questo è un modo di mantenere vivo lo “spirito di Corpo” che unisce la categoria.
Grazie per il Vostro interessamento. Matteo Borghi (
matbor1@gmail.com)
Michele Mavino
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