Data di pubblicazione:
20 aprile 2007
Emilia R., guerra dei distintivi
Fonte:
La Stefani
Regione:
Emilia-Romagna
Guerra dei distintivi sulla via Emilia |
Una direttiva emanata dalla Regione e volta ad uniformare i simboli delle Polizie Municipali scatena l’opposizione di Parma. Il Ducato non ha intenzione di rinunciare ad uno stemma che risale al 1821. E Bologna minaccia di ridurre contributi e finanziamenti |
Scoppia la guerra dei distintivi. E lungo la via Emilia riaffiorano vecchie dispute e antichi campanilismi.
Tutto nasce dalla volontà della Regione Emilia Romagna di unificare gli stemmi delle polizie municipali dei 341 comuni emiliano romagnoli. Ecco che quindi sulle vetture, sulle uniformi e sui cappelli dei vigili dovrebbero apparire tre torri raffigurate su sfondo argentato con quella centrale a rappresentare la via Emilia e le altre le Due Torri di Bologna.
Ma c'è chi non intende abdicare a simboli che affondano in una tradizione cittadina secolare e che non ha nessuna intenzione di farsi 'globalizzare' dal marchio regionale. Trecentoquaranta comuni hanno detto sì, tutti tranne Parma. Nel ducato sono fortemente legati e gelosi delle proprie origini e non hanno nessuna intenzione di rinunciare all'amato
simbolo gialloblù crociato che campeggia sulle divise della Municipale da quando Maria Luigia d'Austria istituì le guardie comunali il 16 giugno 1821.
Lo stemma ha una storia ancor più antica risalente addirittura al 1447 e fu a lungo affiancato da un'altra effige cittadina, quella del Torello, che prese il nome da Torello da Strada, podestà di Parma nel 1221, con affiancati due motti: Aurea Parma, in riferimento alla tradizione secondo cui la città fu sede del tesoro dei Bizantini venuti in Italia a combattere i Goti e
Hostis turbetur quia Parmama Virgo tuetur (si spaventi il nemico perché la Vergine protegge Parma). Dichiarazione aggiunta al vessillo dopo la vittoria dei parmigiani contro Federico II.
«L'adozione come unico stemma dello scudo crociato risale ai tempi della dominazione papale pre-farnesiana (1512-1545) mentre la corona ducale che sormonta lo scudo è verosimilmente una concessione dei duchi Farnese», si legge in uno studio effettuato dall'ex direttore della Biblioteca civica di Parma, Maurizio Corradi Cervi.
I vigili urbani parmigiani si considerano discendenti del corpo fondato da Maria Luigia, tanto che per loro la festa del Corpo non è, come in tutta Italia, per San Sebastiano, ma il 16 giugno. La querelle con la Regione è riaffiorata in questi ultimi giorni ma è una questione che si trascina da tempo. Infatti, il servizio Promozione e sviluppo delle politiche per la sicurezza e la polizia locale dell'Emilia Romagna, nel sollecitare l'unificazione dei simboli, si è rifatta ad una direttiva del 1998.
«La Regione non può imporre al Comune di Parma la scelta dello stemma da adottare per la nostra Polizia Municipale ha tuonato l'ex assessore comunale alla Sicurezza con delega alla Polizia Municipale, Arturo Balestrieri -. Ritengo l'intervento regionale fuori luogo e fine a se stesso», ha concluso Balestrieri. La Regione, dal canto suo, minaccia una riduzione dei finanziamenti e contributi nel caso non venga dato seguito alla richiesta. La conferma arriva da Gian Luca Albertazzi, funzionario del Servizio promozione e sviluppo delle politiche per la sicurezza e la polizia locale dell'Emilia Romagna della Regione.
«Non sono previste sanzioni per chi non si adegua ma non sono esclusi riduzioni di finanziamenti. Non è intenzione della Regione cancellare simboli storici e tradizionali ma questa direttiva risponde ad una esigenza di riconoscibiltà delle forze di polizia sul territorio da parte dei cittadini. I compiti delle municipali, negli anni, sono molto aumentati e si sono diversificati; per cui, così come succede per i carabinieri e per la stradale, i cui simboli sono uguali su tutto il territorio nazionale, lo stesso è giusto che avvenga per le polizie municipali in modo che possano esser subito individuate dai cittadini. Perché di questo si tratta, di un servizio alla cittadinanza che altre Regioni, come ad esempio la Lombardia, sono già in grado di dare». Come uscirne?
Albertazzi è comunque fiducioso per una felice conclusione: «Soluzioni a riguardo si possono trovare. Tra l'altro gli agenti , sulla divisa a sinistra sul petto, portano un placca dove già coesistono entrambi gli stemmi, quello regionale e quello locale».
***
Fonte:
La Stefani.it
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