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Data di pubblicazione: 20 ottobre 2005

Pozzuoli. Abusivismo, indagate due vigilesse

Il Mattino
Campania
Scandali e inchieste: ennesima bufera sul comando dei vigili urbani di Pozzuoli. Una storia vecchia di tre anni che coinvolge la coordinatrice della squadra edilizia, Ermenegilda Di Giorgio (già finita sotto accusa quindici giorni fa per una vicenda simile) e l'ex vicecomandante Silvia Mignone, da novembre 2002 trasferita all'ufficio economato. Le due donne - considerate il fiore all'occhiello per efficienza e bravura - sono finite nel registro degli indagati con l'accusa di peculato in concorso. Per la Di Giorgio, il pm Maria Cristina Ribera ipotizza anche il reato di falso ideologico. Quella che viene alla ribalta ora, è una storia di case abusive, di auto blu utilizzate anche fuori dall'orario di servizio e segnalazioni telefoniche di lavori in corso che scompaiono senza lasciare tracce. Insomma, una brutta faccenda. Accuse tutte ancora da dimostrare, sia ben chiaro, perché l'indagine è pur sempre nella sua fase iniziale, ma che contribuiscono ad allungare la scia di veleni sulla polizia municipale di Pozzuoli. Una vicenda ingarbugliata, dai contorni confusi e dalla prospettive incerte che provocano un'altra giornata nera al comando vigili, da anni oramai periodicamente travolto da inchieste della magistratura. Gli avvisi di garanzia fanno riferimento a fatti che risalgono a tre estati fa. Quando l'allora tenente Mignone prese il comando dei caschi bianchi dopo la partenza per una lunga vacanza del comandante Miletti Scamardella. Ma quelle settimane regalano solo guai e veleni alla Mignone che, al ritorno del comandante, viene tirata in ballo in una storia di abusivismo edilizio. Secondo le relazioni interne, la donna sarebbe andata a vivere in un'abitazione abusiva di via Monterusso (di proprietà della mamma) dove si faceva regolarmente andare a prendere dall'auto di servizio. E qualche volta, secondo le recenti ipotesi formulate dagli inquirenti, anche negli orari in cui non doveva lavorare. Commettendo in questo modo, peculato. Con la presunta complicità, è sempre la magistratura che lo dice, della collega Ermenegilda Di Giorgio, coordinatrice dell'anti-abusivismo. E, in questa veste, la tenente avrebbe anche favorito «l'abuso» della collega. L'unica cosa certa è la misteriosa scomparsa di una segnalazione anonima che indicava i lavori abusivi in corso a via Monterusso, nell'abitazione della famiglia del vigile urbano. Le conseguenze furono immediate, perché Silvia Mignone scelse di lasciare il comando dei vigili e farsi trasferire all'Economato. Le reazioni per questa vicenda sono dure. «Queste sono manovre oscure che partono da lontano. Contro di noi c'è un disegno preordinato che ha come unico scopo screditare il nostro lavoro», è il duro commento di Leonardo Terrin, coordinatore flegreo della Cgil. Altrettanto vigorosa la difesa dell'assessore alla polizia municipale, Pasquale Giacobbe. «È una storia incredibile, sono certo che tutti e due sapranno dimostrare in fretta che non c'entrano nulla in questa vicenda». Per la Di Giorgio è il secondo avviso in pochi giorni: due settimane fa è stata indagata per abuso con altri due vigili urbani.
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