Data di pubblicazione:
08 maggio 2004
Roma. Il debutto della Ztl a Trastevere
Fonte:
Corriere della Sera
Regione:
Lazio
«Ma i vigili nun ce stanno, eppure sentivo fischia’... ». Francesco, il ragazzo col fratino dell’Atac che per tutto il pomeriggio ha distribuito volantini sulla nuova ztl, arriva a piazza Trilussa alle 21,10 - quando il divieto d’accesso è dunque in funzione da dieci minuti - e si guarda intorno, un po’ sorpreso. È un parcheggiatore abusivo, a soffiare nel fischietto. Alle sue spalle, il cartello - grazie a un adesivo appena incollato - parla chiaro: «Divieto d’accesso venerdì e sabato dalle ventuno alle tre». E proprio lì, le automobili mettono la freccia, rallentano, poi entrano. Una dopo l’altra. È così che, qualche minuto dopo, si incontrano due vigili urbani. A chi chiede loro perché una posizione tanto defilata, i due rispondono con sincerità: «Siamo comandati». D’accordo, ma il divieto in piazza Trilussa? Non c’è nessuno che deve farlo rispettare? «Eh, è la prima sera anche per noi...». Sono le 21.30: niente multe a chi entra, dunque. E allora si spiega così, col debutto, tanta generosità al cospetto della coda di macchine. In via di ponte Sisto, dove il varco (annunciato) si rivela virtuale. Poco più avanti, cercando d’entrare da viale Trastevere, in via Modena non s’incontrano vigili. Quando s’arriva in via della Renella, con automobili avanti e dietro, tutte passano sotto il medesimo cartello, quello vecchio con l’adesivo nuovo: «Venerdì e sabato divieto d’accesso dalle 21 alle 3». Stavolta, però, i vigili poco più avanti sono irremovibili: il braccio sinistro bloccato, direzione lungotevere. Tornare a piazza Trilussa, ci vuole poco. Vigili, neanche uno. È così che Claudia, 23 anni di Ostia, chiede all’amica: «Ma noi abbiamo la macchina dentro...non è che ci fanno storie per uscire?». E l’altra: «Ma se non le fanno per entrare...». Che poi le navette elettriche, in funzione proprio per far entrare persone nella zona vietata, ci sono eccome. In via di ponte Sisto ne passano due a distanza di pochi minuti l’una dall’altra. Linea «125», vettura 45: «Ma è vuota?». E l’autista: « Mica me pagano a peso... ». Poi la vettura 03, e anche lì il conducente può anche togliere il cartello che vieta di dargli chiacchiera. Però continuano a passare, puntualissime, e nelle corse successive qualcuno a bordo c’è. Invece, poco più avanti, prima di via Garibaldi, una pattuglia presidia e non lascia passare. E facendo il giro per via Mameli, in via Roma Libera l’auto dei vigili ha il nastro adesivo legato allo specchietto: entrare da qui, impossibile. Anche se c’è una ragazza ad aspettare in qualche casa, e lo spasimante chiede e supplica, e allude, prima di provare con una battuta: « Ma quindi per entrare che devo fa’, me la devo sposa’? ». Perché entrano solo i residenti, adesso. I varchi sono tutti presidiati. I residenti come Roberto Ceteroni, pancia pronunciata e 25 anni passati a Trastevere, la prendono bene: «Ecco, ce lo fanno piccolo il favore». E anche gli stranieri: Jessica è irlandese, trascina una valigia che sta per esplodere e dice che «almeno d’estate qui si respira, perché lo smog con il caldo...». I commercianti, mica vero che sono tutti contrari. Antonio, che da anni lavora all’Hosteria Ponte Sisto, dice che «Trastevere avrà sempre lo stesso fascino». E Silvestro Sabatini, che in piazza Santa Maria gestisce un ristorante, sintetizza il modo in cui i romani hanno accettato l’ennesima novità: «Sto qui da cinquant’anni, ne ho viste di tutti i colori». Sulla piazza, invece, quelli delle bancarelle mugugnano: il gabinetto del sindaco ci ha ridotto lo spazio del 50 per cento. Qui ogni fine settimana lavoravamo in 36, tutti semiabusivi. E adesso?». Ora dicono che Trastevere cambierà. E anche in piazza Trilussa, adesso, è pieno di vigili che, irremovibili, bloccano le auto. A pochi passi dalla statua del poeta, che osserva ma modo suo, sorridendo senza farsi accorgere.
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