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Data di pubblicazione: 13 luglio 2022

Morte di Andrea Soldi

La Stampa
Piemonte

TORINO. La Corte di Cassazione ha confermato, pochi minuti fa, le condanne inflitte in primo in secondo grado ai tre vigili urbani e allo psichiatra Pier Carlo Della Porta che eseguirono il TSO ad Andrea Soldi, il 5 agosto del 2015.

Si chiude così una vicenda che aveva destato enorme scalpore e squassò le coscienze di tutti. «Non sono contenta, sono di più. Questa sentenza dimostra che non ero una visionaria. Ora la mia battaglia accanto ai più fragili continua con maggiore forza e determinazione di prima» commenta a caldo la sorella di Andrea, Maria Cristina Soldi.

La panchina rossa di piazzale Umbria, quella su cui trascorreva le giornate Andrea, e sulla quale venne bloccato con una mossa che ne provocò la morte, adesso è davvero il simbolo di questa battaglia. Andrea aveva 45 anni ed era affetto da schizofrenia. Aveva sospeso le medicine e quel giorno l’ambulanza con lo psichiatra e i vigili urbani era intervenuta per effettuare un Trattamento sanitario obbligatorio. Andrea venne bloccato alle spalle con una mossa che lo aveva stretto al collo. Venne buttato a terra, ammanettato, e caricato in ambulanza. Quella mossa e il trasporto a faccia in giù ne provocarono la morte.
Ora la sentenza dalla Suprema corte chiude questa vicenda, e dà ragione a chi fin dal primo giorno parlò di un intervento violento.

L’attesa della sorella 
«Sono fiduciosa perché il fatto c'è stato, non vedo che vizio di forma potrebbe venir fuori, quello che è accaduto a mio fratello è palese. Ovviamente aspetto con ansia ma sarebbe assurdo dovesse esserci uno stravolgimento e non ne capirei il motivo». Ecco quali erano state le parole di Maria Cristina Soldi, in attesa che la Cassazione si pronunciasse sulla condanna d'appello di 4 imputati per morte del fratello Andrea, morto nell'agosto 2015 a seguito di Tso. «Per noi la condanna è morale, un segno perché quello che è accaduto ad Andrea non accada più ad altri - aggiunge - e comunque a prescindere la decisione non mi fermerò e finché Andrea mi darà voce continuerò ad andare in mezzo alle persone fragili, alle famiglie, ai giovani, per dire che i Tso devono cambiare ma soprattutto che è necessario investire più risorse sulla salute mentale, occuparsi di più non solo di chi è malato ma anche delle famiglie, creare centri diurni che non siano solo parcheggi».

 

Fonte: La Stampa

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