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Data di pubblicazione: 23 settembre 2020

Troppo ubriaca per essere vera

TusciaWeb
Lazio

Viterbo – (sil.co.) – Troppo ubriaca per essere vero, assolta dall’accusa di guida in stato di ebbrezza una cameriera sorpresa una notte di ottobre del 2015 mentre tornava a casa dal lavoro con un tasso alcolemico pari a 2.11 grammi/litro.

Secondo il verbale dei carabinieri avrebbe avuto soltanto alito vinoso e occhi lucidi. Per il perito del tribunale non si sarebbe dovuta reggere in piedi. Troppo contraddittorie le prove per condannarla, la difesa ha chiesto e ottenuto l’assoluzione. 

Sul banco degli imputati una trentenne dell’Alta Tuscia, difesa dall’avvocato Vincenzo Dionisi, per la quale il giudice Giacomo Autizi ha disposto una perizia, avendo il legale prodotto una serie di certificazioni sanitarie relative alla patologia gastrica di cui soffre la donna, e alle cure cui è sottoposta, che potrebbero avere alterato i valori dell’alcoltest.

Venerdì scorso è stato sentito in aula il consulente nominato dal tribunale, il professor Alfredo Borghetti il quale, a prescindere dalla patologia dell’imputata, ha fatto notare la discrasia evidente tra il verbale redatto dai carabinieri in cui gli unici sintomi rilevati risultano essere “occhi lucidi e alito vinoso” e il tasso alcolemico.

“Con un tasso 2.11 – spiega Borghetti – la donna non si sarebbe retta in piedi, avrebbe farfugliato e soprattutto non sarebbe stata in grado di guidare, men che meno per diversi chilometri come avrebbe fatto, senza schiantarsi per strada. Insomma, quanto meno ci sarebbero dovuti essere altri sintomi evidenti, oltre quelli segnalati dell’alito vinoso e degli occhi lucidi”. Il perito, al riguardo, ha prodotto anche delle sentenze della cassazione. 

Gli stessi militari che hanno fermato la trentenne per il controllo si sarebbero detti meravigliati a fronte del tasso alcolemico da record rilevato, non corrispondente a uno stato di ubriachezza altrettanto elevato. 

Secondo le tabelle, con un tasso tra 1.6 e 3 grammi/litro, i sintomi vanno dalla compromissione grave dello stato psicofisico ai comportamenti aggressivi e violenti, dalla difficoltà marcata a stare in piedi o camminare allo stato di inerzia generale, dall’ipotermia al vomito. 

“Oltre 3 c’è lo stato di incoscienza – avverte il professor Borghetti – oltre 4 si rischia la morte per arresto respiratorio”. 

 

Fonte: Tusciaweb

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