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Data di pubblicazione: 13 febbraio 2018

Street art: il semaforo diventa un robot

Repubblica
Liguria

Avrebbe potuto esser lì da sempre. L’aria amichevole e un po’ annoiata, con un braccio appoggiato sul fianco, come a sorreggere il corpo dalla fatica quotidiana, e l’altro disteso lungo l’altro lato. Il suo nome, come quelli che l’hanno preceduto, è Semafionte. E, questa mattina, ha dato il buongiorno a genovesi e pendolari che si trovavano a passare dalla stazione di Brignole. Un buongiorno durato poche ore, poichè l'opera è stata fatta rimuovere dai vigili urbani perchè non autorizzata.
Semafionte è mezzo semaforo e mezzo robot ed è un’opera dell’artista urbano genovese Labadanzky. 

“Non è la prima volta che installiamo questo tipo di lavoro - spiega Labadanzky -: il primo, anni fa, fu Semafionte. Così, tutti i successivi hanno preso il suo nome”. Uno scheletro di legno e una “corazza” di cartone ondulato da imballaggio: di questo è composto il semaforo-robot: “Abbiamo utilizzato, come sempre,  materiali già digeriti dal processo del consumo. Poi, successivamente, abbiamo lavorato col paint job per creare uno strato “invecchiato” che potesse far sembrare il cartone come delle lamiere di un vecchio vagone della metro. Poi ci siamo divertiti a dipingerlo e a scrivere come se fossero murales”. 

I genovesi sembrano aver apprezzato. A parte qualche immancabile mugugno, i cittadini, con un misto di sorpresa e soddisfazione, hanno postato sui social network la foto del nuovo amico di cartone. L’arte di strada ha sortito il suo effetto: “Non vogliamo dare spiegazioni delle nostre opere - spiega Labadanzky -. Vogliamo che i fruitori si facciano una loro idea; l’installazione deve fare da stimolo, portare alla riflessione. È bello pensare che ognuno di noi prenderà strade di pensiero diverse. Per esempio, c’è chi si focalizzerà sul significato di denuncia al degrado e chi, invece, noterà che l’opera è composta da materiali di scarto riutilizzati e quindi ragionerà sul consumismo e sul riciclo”. 

L’artista, insieme al suo collettivo, è tornato a Genova dopo una parentesi passata tra Milano e Torino: “Abbiamo lavorato un po’ lontano dalla nostra città; ultimamente abbiamo realizzato una campagna d’installazioni a Torino. Siamo tornati perché ci sarà una personale al palazzo Ducale dal 22 febbraio all'11 marzo. Sarà un cosa particolare: una mostra di street art, o comunque di arte urbana,  all’interno di un contesto istituzionale”. 

Le opere “on the road” non finisco qua. Perché la prossima settimana gli artisti del gruppo di Labadanzky faranno un’altra

 

 sorpresa alla città: “Manteniamo il riserbo su cosa sarà e dove verrà collocata la prossima opera. Posso dire che sarà in centro, ma niente di più”.

La speranza è che duri un po’ più di Semafionte “quinto”, che è stato rimosso prontamente dalla polizia Municipale dopo solo 12 ore di posta a vegliare sul piazzale della stazione. Anche se, a vederlo, avrebbe potuto essere lì da sempre. 

 

Fonte: Repubblica

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