Costretta a prostituirsi in gravidanza e subito dopo il parto
Costretta a prostituirsi durante la gravidanza e a sette giorni dal parto; è una delle giovani albanesi nelle quali si sono imbattuti gli agenti della Polizia Municipale di Piacenza nell'ambito di un'indagine che ha portato all'arresto di quattro persone per sfruttamento e favoreggiamento aggravato della prostituzione.
Con queste accuse sono finiti ai domiciliari marito e moglie - lui 37enne italiano, lei 34enne albanese - ed un italiano di 45 anni, tutti residenti a Piacenza. La quarta persona, un 31enne albanese senza fissa dimora è invece detenuto in carcere.
Nel corso dell'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Antonio Colonna, è emerso che i soggetti gestivano un traffico di ragazze provenienti dall'Albania - sette le giovani sfruttate, di età compresa tra i 22 e i 33anni, accertate dalle forze dell'ordine - alle quali destinavano un posto a pagamento nel "mercato" piacentino. Le straniere entravano in Italia con un visto turistico dalla durata di tre mesi; una volta terminato il periodo di permanenza rientravano nel loro Parse, rinnovavano la richiesta e poco dopo erano nuovamente sulle strade piacentine.
Secondo quanto riportato nel corso della conferenza stampa, presieduta dal procuratore Salvatore Cappelleri, le lucciole pagavano agli sfruttatori 500 euro a settimana per avere uno spazio in strada (nell'area cittadina della Caorsana e zone limitrofe) e altri 400 euro per poter usufruire di una casa (situata a Mucinasso).
Tra loro anche una 23enne, obbligata vendere il proprio corpo anche se in stato interessante, fino all'ottavo mese di gravidanza. Non solo; a soli sette giorni dal parto è dovuta tornare nuovamente al lavoro per pagare il debito contratto per il posto riservato e l'alloggio, sotto le pesanti minacce dei suoi sfruttatori.
Le indagini- Le indagini sono partite nel febbraio 2016, in seguito alla curiosa segnalazione, ricevuta proprio da una delle persone coinvolte nel giro illecito.
Il 37enne, in seguito finito ai domiciliari, si era infatti rivolto al comando di via Rogerio per denunciare l'attività di prostituzione a cui era dedita la sua compagna, con la quale, proprio per quel motivo, aveva litigato. L'uomo, che un tempo era stato suo cliente e ora ne era il compagno, lamentava che proseguisse con questa attività.
Alcuni mesi dopo si era nuovamente fatto avanti con gli agenti, ma per rettificare; i due avevano fatto pace, la compagna aveva smesso di prostituirsi ed erano vicini alle nozze, confermando comunque quanto riferito in precedenza.
Le sue dichiarazioni avevano già fatto scattare gli accertamenti del caso, condotti su due binari; da una parte il controllo del territorio locale unito ad un'attività tecnica d'intercettazione telefonica, dall'altra avvicinando le vittime, con l'ausilio del progetto "Oltre la strada". È emerso che l'ex prostituta, insieme al neomarito, si erano dati allo sfruttamento di altre ragazze, coinvolgendo anche altri due uomini, poi finiti agli arresti.
Oltre ad incassare le somme per "l'affitto" delle locazioni, i quattro si occupavano di gestire la loro giornata, accompagnandole avanti e indietro da lavoro, ad orari prefissati, come spiegato da Massimiliano Campomagnani, vicario del comandante della Polizia Municipale di Piacenza. In oltre un anno di indagini è stato possibile raccogliere numerosi elementi che il 7 febbraio scorso sono sfociati nell'esecuzione delle quattro misure cautelari.
Fonte: Piacenzasera
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