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Data di pubblicazione: 12 giugno 2015

Se la Camera non sa cosa fa il Senato

Quattroruote
Lazio
Come molti di voi sapranno, ieri l'aula del Senato ha approvato l'introduzione nel nostro ordinamento del reato di omicidio stradale, già approvato il 20 maggio scorso, dopo quasi due anni di approfondimenti e discussioni, dalla commissione Giustizia di palazzo Madama.

Per una curiosa coincidenza sempre ieri avrebbe dovuto iniziare, nell'aula della Camera, la discussione sulla cosiddetta miniriforma "urgente" del Codice della strada, già approvata dalla commissione Trasporti di Montecitorio lo scorso aprile. Ne abbiamo parlato un paio di volte in questo blog perché il testo introduce soprattutto la possibilità di verifica automatica della copertura assicurativa utilizzando tutte le apparecchiature elettroniche di controllo della circolazione stradale (velocità, semafori, Ztl).

Ieri mattina, però, improvvisamente, il relatore della miniriforma "urgente", Michele Pompeo Meta (Pd), si è accorto che nel non lontano Senato si stava approvando il Ddl sull'omicidio stradale. E si è accorto anche che nella miniriforma di cui egli è relatore si prevedeva la revoca a vita della patente, il cosiddetto ergastolo della patente, nel caso di OMICIDIO COLPOSO provocato da persona alla guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, reato che già prevede la pena del carcere da un minimo di tre a un massimo di dieci anni.

Che c'è di strano? Che l'ergastolo della patente era stato eliminato un mese fa in commissione giustizia al Senato, per motivi di incostituzionalità, durante l'esame dell'omicidio stradale. Insomma, mentre al Senato si eliminava l'ergastolo della patente in caso di omicidio stradale, reato più grave dell'omicidio colposo, alla Camera lo si prevedeva per il reato meno grave.

Un cortocircuito che ha dell'incredibile, anche perché nelle ultime settimane la polemica sull'eliminazione dell'ergastolo della patente in Senato era stata forte. E che ha costretto il relatore del disegno di legge a fare precipitosamente marcia indietro. Ma anziché pensare a emendare in aula quel punto, Meta ha chiesto al presidente dell'assemblea, Luigi Di Maio (M5S), il ritorno della miniriforma in commissione per coordinarla con quella che stava per essere approvata al Senato e che tra pochi giorni approderà, appunto, alla Camera: "La mia proposta è questa", ha detto Meta all'assemblea dei deputati: "noi dovremmo ricevere nei prossimi giorni dal Senato il provvedimento che l'aula sta licenziando che introduce tre o quattro norme simili o analoghe alle nostre. Per evitare confusione io chiedo il rinvio rapidissimo in Commissione per poter analizzare e valutare le norme che sono in itinere al Senato".

A questa richiesta si è immediatamente opposto Cristian Iannuzzi, del gruppo misto (ex M5S): "la proposta di legge è composta di 12 articoli e l'articolo che andrebbe in conflitto con il provvedimento in discussione al Senato è soltanto uno. Quindi, si può presentare tranquillamente un emendamento soppressivo e andare avanti, perché la proposta di legge in questione è un provvedimento che è stato discusso costruttivamente da tutti i gruppi in Commissione, trova l'approvazione di tutti i gruppi parlamentare e, quindi, non vedo per quale motivo debba essere riportato in Commissione con il rischio di una dilatazione dei tempi e di un affossamento del provvedimento stesso. Quindi, chiedo che rimanga in Aula".

Inutile dire che tale OVVIA richiesta è stata bocciata dall'aula. Insomma, la miniriforma "urgente" del Codice della strada torna indietro. E l'Italia va.


Fonte:
Autodifesa di Mario Rossi - Quattroruote


*****

con votazione elettronica senza registrazione di nomi, è stata approvata la richiesta di rinvio in Commissione, avanzata dal relatore, del testo unificato delle proposte di legge concernenti "Modifiche al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285" (C. 423-A e abb.).

Ecco il resoconto della seduta:

Rinvio in Commissione del testo unificato delle proposte di legge nn. 423-608-871-1085-1126-1177-1263-1386-1512-1537-1616-1632-1711-1719-2063-2353-2379-2662-2736-2913-3029-A (ore 12,15)

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge recante modifiche al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
Ha chiesto di intervenire il relatore Meta, presidente della Commissione trasporti. Ne ha facoltà.

MICHELE POMPEO META, Presidente della IX Commissione. Grazie, Presidente. Rapidissimamente intervengo per confermare una richiesta e fare alcune valutazioni rapidissime circa il provvedimento che abbiamo incardinato lunedì scorso che riguarda alcune misure urgenti del codice della strada che dovrebbero anticipare alcuni punti contenuti nel disegno di legge che quest'Aula ha licenziato nel mese di settembre e attualmente in esame al Senato.

Pag. 55
Io do all'Aula, ai colleghi e a lei altri elementi di valutazione: sulla riforma del codice della strada e della sicurezza ci sono in campo diverse iniziative. Al Senato, in questi giorni, si sta discutendo e votando un provvedimento che introduce l'omicidio stradale e prevede anche sanzioni fortissime per quanto concerne le pene sulla patente. Quello che noi in questo provvedimento chiamavamo l'ergastolo della patente. Inoltre, c'è questa iniziativa nostra, qui; c'è un affollarsi di iniziative legislative che richiedono di essere un po' coordinate, perché stiamo parlando di una materia molto complessa.
Ora, la mia proposta è questa qui: in attesa dell'approvazione della legge delega che è attualmente al Senato, noi dovremmo ricevere nei prossimi giorni dal Senato il provvedimento che l'Aula sta licenziando che introduce tre o quattro norme simili o analoghe alle nostre. Per evitare confusione io chiedo, a nome di tutto il Comitato dei nove – è una richiesta unanime del Comitato dei nove e della Commissione – il rinvio rapidissimo in Commissione per poter analizzare e valutare le norme che sono in itinere al Senato. Naturalmente parliamo di un paio di settimane per poter uniformare le nostre 11 norme alle novità contenute al Senato.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni la proposta di rinvio in Commissione del provvedimento si intende accolta dall'Assemblea...

CRISTIAN IANNUZZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CRISTIAN IANNUZZI. Grazie Presidente, intervengo soltanto per correggere il collega Meta, facendo parte anche io del Comitato dei nove, perché c'è stata una discussione, effettivamente, in Commissione sulla proposta di rinvio, però sia io che anche altri colleghi abbiamo detto che, comunque, saremmo stati più contenti se fosse comunque rimasto in Aula, magari eliminando l'articolo che andava in conflitto con il provvedimento che sta approvando il Senato. Quindi, io personalmente non sono d'accordo con il Comitato dei nove Pag. 56sul fatto che il testo unificato delle proposte di legge torni in Commissione. Non so se posso chiedere una votazione...

PRESIDENTE. Certo, se vi sono obiezioni allora consento un intervento a favore e uno contro. Chi chiedo di parlare contro ? C'è qualcuno che intende parlare contro il rinvio in Commissione ?
Sempre Cristian Iannuzzi ? Prego, ne ha facoltà.

CRISTIAN IANNUZZI. Signor Presidente, la proposta di legge è composta di 12 articoli e l'articolo che andrebbe in conflitto con il provvedimento in discussione al Senato è soltanto uno. Quindi, si può presentare tranquillamente un emendamento soppressivo e andare avanti, perché la proposta di legge in questione è un provvedimento che è stato discusso costruttivamente da tutti i gruppi in Commissione, trova l'approvazione di tutti i gruppi parlamentare e, quindi, non vedo per quale motivo debba essere riportato in Commissione con il rischio di una dilatazione dei tempi e di un affossamento del provvedimento stesso. Quindi, chiedo che rimanga in Aula.

PRESIDENTE. Non mi pare che vi siano interventi a favore. Quindi, passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio del provvedimento in Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva per 372 voti di differenza.
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