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Data di pubblicazione: 16 luglio 2014

Multe vere, multe false e finti ausiliari

primonumero
Piemonte
Quando, sotto il tergicristalli dell'auto, abbiate rinvenuto un preavviso di accertamento di violazione di una norma contenuta nel Codice stradale, state bene attenti. Quel foglietto, oltre a rovinarvi la giornata che intendevate trascorrere al mare, potrebbe farvi abboccare all'amo di un truffatore. Altrove è già accaduto, e l'evento potrebbe reiterarsi pure a Termoli, a Campobasso od in Isernia, grazie alla bravata di chi, fingendosi un ausiliario della sosta, sia riuscito a convincervi a saldare sul posto il presunto dovuto. Diciamo questo perché, in una famosa cittadina di mare pugliese, due anziani turisti, avvicinati da alcuni figuri che indossavano una pettorina recante la scritta "Polizia locale", sono stati raggirati per avere ottemperato alla loro raccomandazione di pagare subito per il divieto violato, soprattutto perché avrebbero realizzato un risparmio. Proprio per usufruire dello sconto, previsto dalla legge, i due avevano deciso di conciliare, per evitare di perdere tempo in Comando o nell'Ufficio Postale. Anche perché i truffatori (sicuramente edotti in materia) avevano illustrato, con dovizia di particolari, la possibilità offerta dal Governo Renzi di ottenere uno sconto del 30% a vantaggio di chi avesse saldato - entro cinque giorni dalla contestazione – l'importo previsto per la violazione.

I finti ausiliari, dopo di avere prescelto le loro vittime fra i turisti (per lo più anziani o stranieri), redigevano verbali di accertamento simili a quelli veri, stampati con un'apparecchiatura elettronica portatile; dopo di che li lasciavano sul parabrezza delle auto. Quindi attendevano i malcapitati di ritorno dalla spiaggia e portavano a compimento il raggiro. A fronte del pagamento di 41 euro (-30% per lo sconto), i finti ausiliari riuscivano a riscuotere subito, completando il tutto con il rilascio di quella che sembrava perfino una regolare ricevuta di avvenuto pagamento. Purtroppo per loro, quel giro d'affari è stato interrotto da una signora che, nonostante il suo contrassegno di soggetto portatore di "handicap" bene esposto sul parabrezza, si era ritrovata ugualmente una "multa", ed aveva deciso di far valere le proprie ragioni recandosi al Comando della Polizia locale.

Non è ancora chiaro quante siano state le vittime truffate fino ad oggi; ma pare che siano stati in tanti i turisti rivoltisi ai Vigili urbani dopo di avere versato l'importo della finta sanzione ai simil-ausiliari. Nel primo caso, è stata la diffidenza a salvare la donna dalla trappola. Dopo di che in Comando è bastata una veloce occhiata al numero d'ordine del verbale per arrivare a comprendere le modalità della truffa. "La signora, il cui autoveicolo ha il contrassegno per i portatori di handicap, è venuta a pagare in Comando – ha riferito alla Stampa l'addetto all'Ufficio verbali – ma ci ha mostrato uno scontrino con dati inventati, a cominciare dal numero del verbale, incongruente con quelli dei blocchetti in dotazione in quel momento al personale; ed allora abbiamo capito che c'era qualcosa che non quadrava e che non poteva trattarsi certo di uno scherzo".

Ma non basta, perché ad imbrogliare non sono soltanto i finti ausiliari della sosta. Ci provano pure i conducenti beccati in fallo che determinano, furbamente, di piazzare il "loro" preavviso su di un'altra auto affinché possa essere tu a pagare la loro "multa". Questa volta l'allarme arriva dal Sindacato unitario dei lavoratori della Polizia locale (Sulpm) a cui si sono rivolti molti automobilisti dopo di essersi accorti che - sotto il tergicristallo della loro auto – era stato piazzato un preavviso di violazione per divieto di sosta destinato ad altri conducenti, nella speranza che questi avessero a corrisponderne l'importo al proprio posto. Perciò, controllate bene che sul verbalino ci siano (non corretti a penna) la vostra targa, la marca e il modello della vostra vettura. Ove così fosse, semplicemente recandovi in Comando, potreste pagare in forma ridotta, senza dovervi accollare pure le spese di spedizione della sanzione contenuta nella rituale busta verde predisposta per la notifica degli atti amministrativi. Di contro, se il preavviso non sia di vostra pertinenza, non dovete pagare alcunché.
Naturalmente ricordiamo ancora una volta che i preavvisi di infrazione lasciati sul parabrezza per un divieto di sosta non hanno valenza, trattandosi di un semplice atto di cortesia della Polizia locale nei confronti del cittadino. Difatti il verbale vero e proprio arriverà a casa per via postale. Peraltro, il primo contiene meno dati rispetto al secondo. In definitiva, la Pubblica amministrazione si avvale degli avvisi di accertamento d'infrazione solo per snellire le procedure dal momento che chi sia stato sanzionato può saldare l'importo della sanzione senza corrispondere le ulteriori spese di notifica e valutare l'opportunità di arrivare alla redazione di un vero e proprio verbale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha continuato a conformarsi a quelle precedenti in materia di differenziazione tra preavviso e "multa" in conformità al precedente orientamento. Per di più nessuna norma contenuta nella disciplina della circolazione stradale impone all'agente accertatore di apporre sul veicolo il preavviso di violazione. Cosicché un'eventuale carenza dello stesso non comporterebbe l'illegittimità del verbale ("ex plurimis", sentenza n. 5447 del 9 marzo 2007).


Fonte:
Primonumero
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