Data di pubblicazione:
11 aprile 2014
Fioccano verbali, ma per il giudice il vigile attesta il falso
Fonte:
Lecceprima
Regione:
Piemonte
Dal verbale (anzi i verbali) si è finiti in tribunale. Sotto processo un vigile urbano in servizio a
Cavallino,
Antonio Giuseppe Petracca, leccese di 52 anni. A trascinarcelo,
Giuseppe Spagnolo, 41enne, ex presidente dell'associazione di protezione civile "Ala Azzurra" di Lecce, proprietario del mezzo coinvolto nella vicenda, una Nissan Navara, anche sulla scorta di due testimonianze, quelle rese dai
colleghi Eleonora Nicolardi (che si trovò con Spagnolo, all'epoca dei fatti, nel mezzo di un acceso diverbio), e
Antonio Conte, che poi lo accompagnò il 2 agosto dello scorso anno presso la caserma dei carabinieri di Cavallino per sporgere denuncia, sotto l'assistenza dell'
avvocato Salvatore De Mitri.
I fatti risalgono dunque all'estate scorsa. La vicenda è particolare anche perché il
pm Antonio Negro aveva richiesto l'archiviazione, non ritenendo sussistente il reato di
abuso d'ufficio. Il legale di Spagnolo ha però presentato opposizione, motivandola con il fatto che il reato consumato sarebbe stato quello di
falsità ideologica commessa da un pubblico ufficiale in atti pubblici, che il gip Annalisa De Benedectis, nel corso di un'udienza camerale, ha accolto, disponendo l'imputazione coatta.
Stando a quanto ricostruito, l'agente avrebbe prima contestato a Spagnolo il fatto che il mezzo non sarebbe stato in sosta il più vicino possibile al margine della carreggiata di v
ia Galilei, nel rione Castromediano, come prevede l'articolo 157 del codice della strada in merito alla norma su "arresto, sosta e fermata dei veicoli", e subito dopo di avere la patente scaduta. Fatto, quest'ultimo, innegabile. Era effettivamente scaduta. Il problema è che Spagnolo ha sempre sostenuto di non aver certo condotto quel mezzo, ma che, piuttosto, vi fosse la sua collega.
L'allora presidente dell'associazione di protezione civile e la collega hanno spiegato agli inquirenti di
essersi avvicinati al vigile per contestare il verbale riguardante la prima infrazione, ritenendola assolutamente immotivata. Nata una discussione, l'agente avrebbe richiesto a Spagnolo un documento d'identità. Questi avrebbe consegnato la patente (non avendo altri documenti addosso in quel momento), spiegando però chiaramente come fosse scaduta il giorno prima e in procinto di essere rinnovata e che proprio per tale motivo avrebbe fatto condurre la Nissan ad Eleonora Nicolardi. Cosa confermato dalla donna. Sarebbe stata lei a parcheggiare il veicolo.
L'agente avrebbe replicato che era comunque un documento valido per l'identificazione, salvo poi stilare il secondo verbale proprio per via della patente scaduta, riportando la dicitura
"il trasgressore nulla dichiara".
Anche quest'ultimo fatto è stato fortemente respinto da Spagnolo e la collega, visto l'acceso dibattito e le polemiche innestate da tutto quel fioccare di contravvenzioni.
Stando a quanto rilevato dal legale difensore dell'uomo, questi avrebbe sottoscritto le multe senza realmente comprendere il significato di quanto stesse avvenendo, vista la concitazione del momento. Sta di fatto che, accompagnato in seguito dal suo collega Antonio Conte in caserma, Spagnolo sarebbe anche stato colto da un malore e soccorso da personale del 118.
Per l'avvocato De Mitri, l'agente è da processare in quanto
avrebbe nascosto la situazione reale e la propria condotta, attestando falsamente i fatti. E i due verbali (peraltro contestati presso il giudice di pace) sarebbero da considerarsi a tutti gli effetti atti pubblici.
Il giudice per le indagini preliminari ha accolto questa tesi, riqualificando il reato e ritenendo quindi di dover disporre il procedimento, soprattutto sulla base del presupposto che, dalle sommarie informazioni raccolte, il verbale sarebbe stato redatto non in un momento in cui Spagnolo (che ha già preannunciato di voler devolvere in beneficenza l'eventuale quota proveniente da un risarcimento danni) si trovava alla guida, ma per strada a chiedere informazioni e che non vi sarebbero motivi di ritenere inattendibili le dichiarazioni rese da lui e dalle altre persone ascoltate.
Fonte:
Lecceprima
Cavallino,
Antonio Giuseppe Petracca, leccese di 52 anni. A trascinarcelo,
Giuseppe Spagnolo, 41enne, ex presidente dell'associazione di protezione civile "Ala Azzurra" di Lecce, proprietario del mezzo coinvolto nella vicenda, una Nissan Navara, anche sulla scorta di due testimonianze, quelle rese dai
colleghi Eleonora Nicolardi (che si trovò con Spagnolo, all'epoca dei fatti, nel mezzo di un acceso diverbio), e
Antonio Conte, che poi lo accompagnò il 2 agosto dello scorso anno presso la caserma dei carabinieri di Cavallino per sporgere denuncia, sotto l'assistenza dell'
avvocato Salvatore De Mitri.
I fatti risalgono dunque all'estate scorsa. La vicenda è particolare anche perché il
pm Antonio Negro aveva richiesto l'archiviazione, non ritenendo sussistente il reato di
abuso d'ufficio. Il legale di Spagnolo ha però presentato opposizione, motivandola con il fatto che il reato consumato sarebbe stato quello di
falsità ideologica commessa da un pubblico ufficiale in atti pubblici, che il gip Annalisa De Benedectis, nel corso di un'udienza camerale, ha accolto, disponendo l'imputazione coatta.
Stando a quanto ricostruito, l'agente avrebbe prima contestato a Spagnolo il fatto che il mezzo non sarebbe stato in sosta il più vicino possibile al margine della carreggiata di v
ia Galilei, nel rione Castromediano, come prevede l'articolo 157 del codice della strada in merito alla norma su "arresto, sosta e fermata dei veicoli", e subito dopo di avere la patente scaduta. Fatto, quest'ultimo, innegabile. Era effettivamente scaduta. Il problema è che Spagnolo ha sempre sostenuto di non aver certo condotto quel mezzo, ma che, piuttosto, vi fosse la sua collega.
L'allora presidente dell'associazione di protezione civile e la collega hanno spiegato agli inquirenti di
essersi avvicinati al vigile per contestare il verbale riguardante la prima infrazione, ritenendola assolutamente immotivata. Nata una discussione, l'agente avrebbe richiesto a Spagnolo un documento d'identità. Questi avrebbe consegnato la patente (non avendo altri documenti addosso in quel momento), spiegando però chiaramente come fosse scaduta il giorno prima e in procinto di essere rinnovata e che proprio per tale motivo avrebbe fatto condurre la Nissan ad Eleonora Nicolardi. Cosa confermato dalla donna. Sarebbe stata lei a parcheggiare il veicolo.
L'agente avrebbe replicato che era comunque un documento valido per l'identificazione, salvo poi stilare il secondo verbale proprio per via della patente scaduta, riportando la dicitura
"il trasgressore nulla dichiara".
Anche quest'ultimo fatto è stato fortemente respinto da Spagnolo e la collega, visto l'acceso dibattito e le polemiche innestate da tutto quel fioccare di contravvenzioni.
Stando a quanto rilevato dal legale difensore dell'uomo, questi avrebbe sottoscritto le multe senza realmente comprendere il significato di quanto stesse avvenendo, vista la concitazione del momento. Sta di fatto che, accompagnato in seguito dal suo collega Antonio Conte in caserma, Spagnolo sarebbe anche stato colto da un malore e soccorso da personale del 118.
Per l'avvocato De Mitri, l'agente è da processare in quanto
avrebbe nascosto la situazione reale e la propria condotta, attestando falsamente i fatti. E i due verbali (peraltro contestati presso il giudice di pace) sarebbero da considerarsi a tutti gli effetti atti pubblici.
Il giudice per le indagini preliminari ha accolto questa tesi, riqualificando il reato e ritenendo quindi di dover disporre il procedimento, soprattutto sulla base del presupposto che, dalle sommarie informazioni raccolte, il verbale sarebbe stato redatto non in un momento in cui Spagnolo (che ha già preannunciato di voler devolvere in beneficenza l'eventuale quota proveniente da un risarcimento danni) si trovava alla guida, ma per strada a chiedere informazioni e che non vi sarebbero motivi di ritenere inattendibili le dichiarazioni rese da lui e dalle altre persone ascoltate.
Fonte:
Lecceprima
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