lunedì, 6 maggio 2024
spinner
Data di pubblicazione: 27 ottobre 2008

Aggredirono un vigile, chiesto processo per 3 giovani

Virgilio
Lazio
Resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. Queste le accuse contestate a due giovani che il 20 gennaio scorso, a Roma, sul Lungotevere Testaccio aggredirono due vigili urbani. Nei confronti di un terzo indagato, anche lui poco più che maggiorenne, è stato ipotizzato il reato di favoreggiamento. Il gup Marcello Liotta, il 7 novembre prossimo, vaglierà la richiesta di rinvio a giudizio dei tre ragazzi.
E pensare che tutta la vicenda era forse iniziata come uno scherzo, da film 'Amici miei'. Secondo quanto spiegato dal sindacato di categoria Sulpm che rese nota e denunciò la vicenda, il gruppo di giovani, visto il traffico che c'era nella zona di Testaccio e forse per fare impressione su qualche ragazza che era nei pressi, scesero dall'auto su cui c'era anche Gabriele Efrati, 20 anni, e si misero a mimare delle mosse di karate.
La ricostruzione che viene fatta dal pm Mario Ardigò, è chiara. Due ragazzi, Alessio Bolli, 20 anni e Manuel Fanciulli, 19, "ricevuto l'ordine di spostarsi dal centro della carreggiata, dove stazionavano a piedi, in quanto con la loro condotta causavano una turbativa del traffico stradale", invece di eseguire le direttive dei due uomini della polizia municipale, risposero con la violenza.
Bolli, in particolare, "faceva cadere dal capo dell'ispettore Angelo Capobianco il cappello della divisa". Quindi, insieme con Fanciulli "aggredivano il funzionario Alfonso Gubinelli con una scarica di pugni e calci, quindi si dirigevano verso Capobianco tentando di colpirlo, costringendolo ad allontanarsi e impedendogli di andare in soccorso del collega rimasto a terra ferito". Infine Bolli "infieriva su Gubinelli, a terra ferito, colpendolo con calci".
Per l'ispettore Gubinelli, 60 anni, padre di due figli, nell'occasione furono riscontrate, prima all'ospedale Fatebenefratelli e poi al SandroPertini, "lesioni personali consistenti in 'ematoma escoriato in regione frontale, trauma contusivo facciale e della colonna vertebrale', dalle quali derivavano una malattia e un'incpacità di attendere alle ordinarie occupazioni dalla complessiva durata di 10 giorni".
Nel frattempo, il terzo giovane, Efrati, - secondo l'accusa -riprendeva a bordo gli amici e "li conduceva rapidamente lontano dal luogo dell'aggressione impedendo la loro identificazione". Ma la fuga durò poche ore. Trovata la proprietaria, la madre di Fanciulli, in modo rapido gli investigatori identificarono il resto del gruppo.
Rispetto all'episodio, che fu denunciato e reso noto dal sindacato Sulpm e causò molte prese di posizione, rispetto al sistema sicurezza della Capitale, l'avvocato Cristiano Brunelli, che assiste Efrati, ha spiegato: "Il mio assistito non ha minimamente preso parte alla colluttazione in quanto si trovava all'interno dell'auto in compagnia di altri due amici. Trovandosi distante dal luogo dell'aggressione non vi ha partecipato neanche in qualità di spettatore".

Fonte:
Virgilio

Articoli simili