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Data di pubblicazione: 26 settembre 2007

Semafori intelligenti: Vicenza annulla le multe

L'Auto Affare
Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Ha esaminato solo il primo ricorso e gli è bastato per sentenziare che 12 mila multe per attraversamento col rosso, decretate da tre semafori con telecamera installati sulla strada regionale 11 ad Altavilla Vicentina, sono carta straccia.
Il giudice di pace Giovanna Alessandrini ha accolto il ricorso di un automobilista perché «le apparecchiature devono essere gestite direttamente dagli organi di polizia stradale ed essere nella loro disponibilità» ha scritto nella sentenza depositata nei giorni scorsi, e tanto basta per rende superfluo l’esame di tutti gli altri motivi.
Pur di fronte a inequivocabili infrazioni testimoniate dalle foto, il giudice ha ritenuto che ci sia un vizio sostanziale perché la gestione delle apparecchiature, affidata dall’amministrazione comunale a una società privata «viola le norme del codice della strada facendo sorgere notevoli dubbi sulla legittimità di effettuazione dell’accertamento da parte dell’amministrazione e ciò a discapito dei principi di imparzialità, trasparenza e correttezza che devono connotare l’attività dell’amministrazione, con la conseguenza che il verbale viene annullato».
La partita non è conclusa, ovviamente, perché il sindaco di Altavilla ha già in proposito di ricorrere per ribaltare la decisione e non vedersi costretto a restituire migliaia di euro già incassati.
Sembra un caso, ma la Ci.ti.esse srl di Rovellasca (Como), che ha fatto venire questi sospetti al giudice di pace, è la stessa ditta che ha vinto l’appalto per i semafori intelligenti dell’Unione dei Comuni di Verona Est e li ha installati a Cellore, San Zeno di Colognola e Strà.
Anche dall’Unione dei Comuni , la ditta in questione, riceve un fisso per ogni infrazione (esattamente 29 euro e 10 centesimi) e anche qui invia le immagini alla polizia locale, che esegue i controlli e gli accertamenti prima di incaricare la ditta Maggioli Informatica, con sede a Rimini, di spedire a casa dei responsabili il verbale di contravvenzione.
Per il vicepresidente del consiglio provinciale Mario Zampedri, che sta combattendo una battaglia senza esclusione di colpi contro questi impianti, sottolinea che «siamo nelle stesse condizioni perché le motivazioni del giudice sono le stesse contemplate dalla risoluzione ministeriale dello scorso agosto nella quale è precisato che deve essere assicurata alla polizia locale l’attività di accertamento della convalida e della sottoscrizione dei verbali stradali e che non è possibile stabilire come compenso per la ditta che ha in gestione l’appalto una percentuale sulle multe erogate».
Il comandante della polizia locale dell’Unione dei Comuni, Graziano Lovato, ha già ribadito che non si tratta di percentuale ma di compenso fisso, ma per Zampedri differenza non fa: «Andrebbe stabilita una cifra forfetaria annuale», ribatte il consigliere provinciale, «indipendentemente dal numero di infrazioni accertate: che sia fisso o a percentuale, il pagamento è comunque sempre legato al numero di multe»,.
Dice che al posto del comandante e dei sindaci dell’Unione lui tranquillo non sarebbe e annuncia un esposto alla Corte dei conti, oltre all’invio della sentenza di Altavilla Vicentina per conoscenza al prefetto Italia Fortunati e al giudice di pace che deve esaminare i ricorsi degli automobilisti della Val d’Illasi. «Almeno il 50 per cento dei 143 euro di multa è incassato da ditte private che hanno tutto l’interesse a far sì che i semafori rilevino il maggior numero di infrazioni. La sentenza dimostra che non sono un pazzo visionario con il vizio di vendere illusioni a contravventori», conclude Zampedri sempre più convinto ad andare avanti nella sua battaglia, ricordando che questa battaglia «non è per i pirati della strada, ma per utenti come quell’autista ultrasettantenne, che mi ha chiesto aiuto con le lacrime agli occhi perché una multa incomprensibile le toglieva quanto le restava della pensione di quel mese».

Fonte:
L'auto affare

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