Data di pubblicazione:
13 luglio 2005
Roma. "Multe, contestazioni immediate in aumento"
Fonte:
Il Messaggero
Regione:
Lazio
La multa va contestata subito, ma soltanto se ci sono le condizioni. «E non in questo campo siamo assolutamente scrupolosi, tanto che abbiamo aumentato del 30 per cento in due anni le notifiche immediate», giurano alla polizia municipale di Roma.
Secondo i vigili urbani della Capitale non avrà quindi effetto evidente la sentenza della Corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso di un automobilista multato nel 2002 per eccesso di velocità. L’uomo aveva messo in discussione davanti ai giudici la mancata contestazione immediata dell’infrazione. Una mancanza attribuita sul verbale a «motivi di traffico» nel centro abitato (Roma, per l’appunto).
I giudici del Palazzaccio hanno ritenuto la motivazione non adeguata al testo degli articoli 200 e 201 del Codice della strada. Secondo il testo della legge, infatti, «la violazione deve essere immediatamente contestata» e, qualora non sia possibile, occorre indicarne i motivi nel verbale. Il traffico della grande città, secondo la Cassazione, non è un motivo sufficiente.
Per i furbi e i tartassati dalle multe, però, c’è ben poco da esultare. Degli oltre due milioni e mezzo di multe elevate ogni anno dei vigili, quasi la metà viene rilevata dal sistema elettronico di sorveglianza della Ztl (previsto dal Codice della strada), è oltre mezzo milione arriva dalla sosta vietata, quando la contestazione immediata è resa impossibile dall’assenza dell’automobilista.
E per il resto? «Noi cerchiamo sempre di contestare subito la contravvenzione - spiega Carlo Buttarelli, comandante del Gruppo intervento traffico (Git) dei caschi bianchi - anche perché in questo modo è possibile instaurare un dialogo con i cittadini e svolgere anche una funziona educativa sulle regole della circolazione: basti pensare a chi guida parlando al telefonino senza auricolare né viva voce».
Su questo punto il comando della polizia municipale, due anni fa, ha diramato una precisa disposizione. «Infatti le contestazioni immediate sono aumentate del 30 per cento - sottolinea Buttarelli - Ovviamente, quando è impossibile notificarla, non possiamo fare miracoli». Quali sono le infrazioni più difficili da contestare al momento? «Innanzitutto i sorpassi vietati e gli eccessi di velocità, per ovvi motivi di sicurezza - dice il capo del Git - Ma anche i passaggi con semaforo rosso, che spesso sono rilevate da vigili appiedati in servizio agli incroci».
Restano le multe degli ausiliari del traffico.
Nulla quaestio per i “vigilini” della Sta, che abitualmente sanzionano la sosta irregolare in assenza dei proprietari delle auto. E le corsie preferenziali? Gli ausiliari di Trambus e Sita, spiegano all’assessorato capitolino alla mobilità, sono adesso facilmente individuabili e, lavorando senza mezzi propri, non possono inseguire le auto che passano nei corridoi riservati ai mezzi pubblici.
Ma sono obbligati a individuare con chiarezza l’infrazione commessa e anche i bus ostacolati da chi varca le strisce gialle e non possono più elevare contravvenzioni a bordo dei mezzi pubblici, come è più volte successo in passato. Altrimenti, è sempre possibile fare ricorso al prefetto o al giudice di pace.
Secondo i vigili urbani della Capitale non avrà quindi effetto evidente la sentenza della Corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso di un automobilista multato nel 2002 per eccesso di velocità. L’uomo aveva messo in discussione davanti ai giudici la mancata contestazione immediata dell’infrazione. Una mancanza attribuita sul verbale a «motivi di traffico» nel centro abitato (Roma, per l’appunto).
I giudici del Palazzaccio hanno ritenuto la motivazione non adeguata al testo degli articoli 200 e 201 del Codice della strada. Secondo il testo della legge, infatti, «la violazione deve essere immediatamente contestata» e, qualora non sia possibile, occorre indicarne i motivi nel verbale. Il traffico della grande città, secondo la Cassazione, non è un motivo sufficiente.
Per i furbi e i tartassati dalle multe, però, c’è ben poco da esultare. Degli oltre due milioni e mezzo di multe elevate ogni anno dei vigili, quasi la metà viene rilevata dal sistema elettronico di sorveglianza della Ztl (previsto dal Codice della strada), è oltre mezzo milione arriva dalla sosta vietata, quando la contestazione immediata è resa impossibile dall’assenza dell’automobilista.
E per il resto? «Noi cerchiamo sempre di contestare subito la contravvenzione - spiega Carlo Buttarelli, comandante del Gruppo intervento traffico (Git) dei caschi bianchi - anche perché in questo modo è possibile instaurare un dialogo con i cittadini e svolgere anche una funziona educativa sulle regole della circolazione: basti pensare a chi guida parlando al telefonino senza auricolare né viva voce».
Su questo punto il comando della polizia municipale, due anni fa, ha diramato una precisa disposizione. «Infatti le contestazioni immediate sono aumentate del 30 per cento - sottolinea Buttarelli - Ovviamente, quando è impossibile notificarla, non possiamo fare miracoli». Quali sono le infrazioni più difficili da contestare al momento? «Innanzitutto i sorpassi vietati e gli eccessi di velocità, per ovvi motivi di sicurezza - dice il capo del Git - Ma anche i passaggi con semaforo rosso, che spesso sono rilevate da vigili appiedati in servizio agli incroci».
Restano le multe degli ausiliari del traffico.
Nulla quaestio per i “vigilini” della Sta, che abitualmente sanzionano la sosta irregolare in assenza dei proprietari delle auto. E le corsie preferenziali? Gli ausiliari di Trambus e Sita, spiegano all’assessorato capitolino alla mobilità, sono adesso facilmente individuabili e, lavorando senza mezzi propri, non possono inseguire le auto che passano nei corridoi riservati ai mezzi pubblici.
Ma sono obbligati a individuare con chiarezza l’infrazione commessa e anche i bus ostacolati da chi varca le strisce gialle e non possono più elevare contravvenzioni a bordo dei mezzi pubblici, come è più volte successo in passato. Altrimenti, è sempre possibile fare ricorso al prefetto o al giudice di pace.
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