Data di pubblicazione:
27 giugno 2005
"Mai pensato di togliere i manganelli"
Fonte:
L'Arena
Regione:
Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Un giorno butta lì una dichiarazione, il giorno dopo la smentisce, ma intanto fa scatenare una polemica politica. Ieri la Lega s’è scagliata contro l’assessore alla Polizia municipale Elio Pernigo, «colpevole» di aver detto il giorno prima di voler eliminare i manganelli in dotazione ai vigili. «Un’idiozia», per Flavio Tosi. Anche l’assessore regionale alle Politiche per la sicurezza, Massimo Giorgetti, in una nota fa sapere che «togliere ai vigili urbani il manganello in dotazione sarebbe una scelta irresponsabile. E’ uno strumento fondamentale per garantire, se necessario, l’efficacia dell’intervento e per proteggere la gente da sempre possibili aggressioni o reazioni», citando in proposito i recenti episodi di Bologna e Milano. «E’ evidente che la polizia municipale non ha compiti paragonabili ad altre forze dell’ordine, ma non per questo è legittimo impoverire le dotazioni degli agenti».
Gli attacchi arrivano quando Pernigo s’è già corretto. «Non ho mai ordinato al comando della polizia municipale di non usare più i manganelli, ho solo espresso un mio parere sull’opportunità di portarli in piena mattina davanti al municipio. Che li portino come hanno sempre fatto, ma solo quando serve», dice cercando di smorzare i toni, secondo lui esagerati.
Ma il manganello (si chiama tecnicamente «sfollagente»), i vigili urbani non lo usano, semplicemente perché non fa parte del loro equipaggiamento. Quel bastone che tengono alla cintura è una «mazzetta di segnalazione», di gomma, lunga 50 centimetri, bianca con una fascia rifrangente, ed è equivalente alla paletta: serve per indicare una direzione, mentre la paletta anche per dare uno stop. Lo spiega la delibera regionale n. 2689 del settembre 2004, che modifica la L.R. 33 del 1991 uniformando a livello veneto quella che per la prima volta viene chiamata «polizia locale» riguardo ad auto, uniformi, distintivi e dotazione personale: in quest’ultima rientra anche la «mazzetta di segnalazione» al pari di cinturone, fischietto, manette, fondina, penna per scrivere le multe. Ogni corpo di polizia ha poi il suo regolamento attuativo, quello di Verona è del 1992 modificato nel 2000: anche qui si parla di una «mazzetta di segnalazione» come parte dell’equipaggiamento.
Lo sfollagente (di altro colore, ma simile in forma e materiale) viene usato da altre forze dell’ordine in situazioni ben diverse da quelle dei vigili, che infatti non è previsto che intervengano sull’ordine pubblico con caschetto e scudo protettivo antintrusione. Dal comando di via del Pontiere nessun commento, mentre l’assessore Pernigo assicura: «C’è piena sintonia col comandante e non c’è alcun tentativo in atto di militarizzare i vigili urbani».
Ma se anche i vigili non vanno in assetto di guerra davanti allo stadio, sempre di polizia si tratta e la confusione è alimentata dal fatto che in italiano «mazzetta» è un diminutivo di «mazza», e in certe occasioni può essere un deterrente più efficace di un verbale. Pernigo sottolinea dei vigili la funzione di controllo e di repressione dei reati: «Non occorre una task force dedicata» dice riferendosi a una proposta di Forza Italia, «perché già pattugliano via Mazzini e il centro tutto il giorno fino alle 19. Un orario concordato con le altre forze dell’ordine. E anche se il loro compito è soprattutto di prevenzione, hanno effettuato diversi sequestri di merce contraffatta»
Gli attacchi arrivano quando Pernigo s’è già corretto. «Non ho mai ordinato al comando della polizia municipale di non usare più i manganelli, ho solo espresso un mio parere sull’opportunità di portarli in piena mattina davanti al municipio. Che li portino come hanno sempre fatto, ma solo quando serve», dice cercando di smorzare i toni, secondo lui esagerati.
Ma il manganello (si chiama tecnicamente «sfollagente»), i vigili urbani non lo usano, semplicemente perché non fa parte del loro equipaggiamento. Quel bastone che tengono alla cintura è una «mazzetta di segnalazione», di gomma, lunga 50 centimetri, bianca con una fascia rifrangente, ed è equivalente alla paletta: serve per indicare una direzione, mentre la paletta anche per dare uno stop. Lo spiega la delibera regionale n. 2689 del settembre 2004, che modifica la L.R. 33 del 1991 uniformando a livello veneto quella che per la prima volta viene chiamata «polizia locale» riguardo ad auto, uniformi, distintivi e dotazione personale: in quest’ultima rientra anche la «mazzetta di segnalazione» al pari di cinturone, fischietto, manette, fondina, penna per scrivere le multe. Ogni corpo di polizia ha poi il suo regolamento attuativo, quello di Verona è del 1992 modificato nel 2000: anche qui si parla di una «mazzetta di segnalazione» come parte dell’equipaggiamento.
Lo sfollagente (di altro colore, ma simile in forma e materiale) viene usato da altre forze dell’ordine in situazioni ben diverse da quelle dei vigili, che infatti non è previsto che intervengano sull’ordine pubblico con caschetto e scudo protettivo antintrusione. Dal comando di via del Pontiere nessun commento, mentre l’assessore Pernigo assicura: «C’è piena sintonia col comandante e non c’è alcun tentativo in atto di militarizzare i vigili urbani».
Ma se anche i vigili non vanno in assetto di guerra davanti allo stadio, sempre di polizia si tratta e la confusione è alimentata dal fatto che in italiano «mazzetta» è un diminutivo di «mazza», e in certe occasioni può essere un deterrente più efficace di un verbale. Pernigo sottolinea dei vigili la funzione di controllo e di repressione dei reati: «Non occorre una task force dedicata» dice riferendosi a una proposta di Forza Italia, «perché già pattugliano via Mazzini e il centro tutto il giorno fino alle 19. Un orario concordato con le altre forze dell’ordine. E anche se il loro compito è soprattutto di prevenzione, hanno effettuato diversi sequestri di merce contraffatta»
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