Data di pubblicazione:
13 aprile 2005
Roma. Quando il Papa firmò la multa
Fonte:
Il Messaggero
Regione:
Lazio
Quando il Papa fece visita ai pizzardoni... Era il 1980, febbraio, il sindaco era Petroselli. Ad invitare Giovanni Paolo II erano stati i vigili urbani del primo gruppo, quello di via Monserrato, nel cuore della città vecchia. Non fu una visita frettolosa, il Papa si trattenne una mezz’ora negli uffici del comando: «Quando entrò nella sala operativa volle vedere come funzionava...», ricorda oggi il maggiore Bruno Bruziches che all’epoca vigile semplice.E fu proprio lui a chiedere al Santo Padre di firmare una contravvenzione, una di quelle che una volta te le ritrovavi sotto il tergicristallo. «Il Papa dopo averla firmata ironizzò: “Poi me la mandate a casa?”».
In questi giorni quell’indimenticabile mattinata del 1980 è stata più volte rammentata dai vigili di via Monserrato, da quelli che ancora sono in servizio. E sempre Bruziches rammenta il regalo che fecero a Karol Wojtyla: un casco bianco e un fischietto. In tanti si erano presentati con una foto del Papa e il Papa, una dopo l’altra, le «autenticò» tutte con la sua firma. «Non ci sembrava vero di averlo lì, in mezzo a noi. Che emozione...», ricorda il maggiore Bruziches.
«Il giorno dopo, tutti invidiosi che ci chiedevano: ma come avete fatto a portà il Papa da voi?». Già, come avete fatto? «E’ un segreto...». Suvvia, lo sveli: «C’era un nostro vigile, Francesco Sannini, che era molto amico del segretario del Papa...». Stanislao Dziswiz? «Sì, proprio lui. E Francesco glielo chiese una volta, due, tre... alla fine il segretario del Papa realizzò il nostro sogno». E Giovanni Paolo II una mattina arrivò.
In questi giorni quell’indimenticabile mattinata del 1980 è stata più volte rammentata dai vigili di via Monserrato, da quelli che ancora sono in servizio. E sempre Bruziches rammenta il regalo che fecero a Karol Wojtyla: un casco bianco e un fischietto. In tanti si erano presentati con una foto del Papa e il Papa, una dopo l’altra, le «autenticò» tutte con la sua firma. «Non ci sembrava vero di averlo lì, in mezzo a noi. Che emozione...», ricorda il maggiore Bruziches.
«Il giorno dopo, tutti invidiosi che ci chiedevano: ma come avete fatto a portà il Papa da voi?». Già, come avete fatto? «E’ un segreto...». Suvvia, lo sveli: «C’era un nostro vigile, Francesco Sannini, che era molto amico del segretario del Papa...». Stanislao Dziswiz? «Sì, proprio lui. E Francesco glielo chiese una volta, due, tre... alla fine il segretario del Papa realizzò il nostro sogno». E Giovanni Paolo II una mattina arrivò.
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