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Data di pubblicazione: 23 dicembre 2004

Pesaro. Video per pedofili, vigile nella bufera

Il Messaggero
Marche
Che qualcuno usi il computer dell’ufficio per navigare su internet, magari curiosando su qualche sito hard, è sbagliato ma può succedere. Quello di cui è accusato un vigile urbano, però, è qualcosa di ben più grave: secondo la procura della Repubblica di Siracusa avrebbe acquistato materiale pedo pornografico tramite internet. Un’inchiesta sulla pedofilia on line, insomma, che parte dal Nucleo investigativo telematico di Siracusa e arriva dritto a Pesaro.
Nei giorni scorsi i carabinieri del Reparto operativo di Pesaro, per conto della magistratura siracusana, hanno sequestrato il computer del vigile negli uffici di via Del Monaco. Hanno inoltre perquisito la sua abitazione sequestrando anche i dvd con immagini di bambini che il vigile avrebbe acquistato collegandosi a un sito e usando un sistema di pagamento alternativo alla carta di credito (un sistema ritenuto più “sicuro” per garantire la sicurezza e la privacy dell’acquirente). Tutto il materiale sequestrato è stato subito trasmesso al Nucleo investigativo telematico (un pool interforze di cui fanno parte poliziotti, carabinieri e finanzieri esperti in reati informatici) che adesso lo sta esaminando. Il vigile urbano, secondo gli accertamenti, si sarebbe collegato usando la password di un collega: in un primo momento, perciò, si era pensato che i vigili coinvolti fossero due, in realtà il secondo è risultato del tutto estraneo, il collega ne avrebbe usato la password a sua insaputa.
La scoperta è avvenuta a margine di un’inchiesta della Procura siracusana sulla pedofilia on-line che circa sei mesi fa aveva fatto scattare undici perquisizioni. L’inchiesta sembrava conclusa quando, ultimando gli accertamenti sulla compravendita di materiale proibito, è saltato fuori un misterioso acquirente pesarese. A questo punto gli investigatori telematici hanno cominciato a ricostruire le sue operazioni, attraverso le tracce lasciate nella rete, finchè non sono riusciti a risalire alla sua identità.

Per molti, nella caserma di via Del Monaco, non è stato un fulmine a ciel sereno, ma l’effetto è stato comunque quello di una mazzata. Il vigile indagato per pedofilia è molto conosciuto in città, attualmente è in ferie e non è stato ancora preso alcun provvedimento sul suo conto. Non è stato un fulmine a ciel sereno perchè già da qualche tempo si sospettava che ci fossero indagini in corso: niente, però, di così grave. I primi sospetti erano scaturiti in seguito ad alcune bollette telefoniche piuttosto salate: forse c’era qualcuno che usava internet in maniera “impropria” avventurandosi anche su costosi siti a pagamento. Da qui ad immaginare, però, che questo qualcuno acquistasse materiale per pedofili, ce ne corre. Il blitz dei carabinieri nella caserma della polizia municipale, avvenuto di pomeriggio qualche giorno fa, non era passato inosservato, ma la notizia non era trapelata: più che altro per esigenze investigative della Procura di Siracusa. Ieri, però, dopo che la notizia è diventata di pubblico dominio, non c’è stata alcuna reazione da parte del comando dei vigili e dell’amministrazione comunale, silenzio da parte di sindaco e assessore al ramo.

I carabinieri hanno sequestrato due computer installati negli uffici del comando della polizia municipale di Pesaro. Due computer in rete, collegabili con Internet. I carabinieri del comando provinciale si sono presentati agli uffici della polizia municipale esibendo un mandato firmato dai magistrati di una procura siciliana che indagherebbe su un filone assai consistente riguardante siti web che offrono immagini pornografiche di minori, di giovanissimi. Insomma, la pedofilia via Internet continua a prosperare, malgrado le numerose operazioni dei reparti specializzati di carabinieri, polizia postale e guardia di finanza.
I carabinieri hanno sequestrato due computer che potrebbero essere stati usati per collegarsi a questi siti. In particolare, il filone dell’inchiesta che dalla Sicilia ha portato a Pesaro, anzi al comando della polizia municipale pesarese, riguarderebbe lo “scarico di immagini pedopornografiche”.
Quando una persona si collega ai siti web, lascia una traccia che racconta il passaggio, che testimonia una “presenza” che di conseguenza può diventare una prova a carico di chi era al computer.
Una presenza casuale, può essere facilmente spiegabile: un errore, o una semplice curiosità. Avere scaricato le immagini pedopornogafiche diventa qualcosa di diverso, di perseguibile. Alla magistratura che indaga il compito di stabilire la realtà di quanto accaduto nelle stanze di via Mario Del Monaco 21.
Dietro il sequestro dei due computer di proprietà del comando della polizia municipale pesarese, stando a quanto abbiamo potuto accertare ieri sera, ci sono due persone indagate.
Si tratta di due vigili urbani pesaresi che dovranno spiegare perché si collegavano a siti web che offrivano - non sappiamo se gratuitamente o a pagamento - immagini pedopornografiche.
Sembrerebbe - in questi casi il condizionale è d’obbligo - che uno dei due vigili urbani finiti nell’inchiesta avviata dalla procura della Repubblica siciliana abbia soltanto il torto di essere il titolare di uno dei due computer sequestrati.
La notizia di quanto accaduto, dell’arrivo dei carabinieri in borghese, della perquisizione e del sequestro dei computer, ha provocato legittimo turbamento. E non potrebbe essere altrimenti. Tanto che il comandante della polizia municipale, Giulio Oliva, ha convocato una riunione per spiegare la situazione, sicuramente poco piacevole per gli indagati, ma anche per i colleghi.
Non è la prima volta che Pesaro o la provincia entrano in filoni d’inchieste nazionali sulla pedofilia. Anche nei casi precedenti nel mirino della magistratura persone che utilizzavano il computer per collegarsi con questi siti.
E’ evidente che la notizia del sequestro dei due computer, come pure dei due vigili urbani indagati, provocherà più scalpore. Attenzione, però: è un’indagine, non un rinvio a giudizio, meno che meno un processo o una condanna definitiva.
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