sabato, 17 maggio 2025
spinner
Data di pubblicazione: 16 dicembre 2004

Bari. Aspetta 13 anni per un grado, odissea di un vigile

La Gazzetta del Mezzogiorno
Piemonte
Tredici anni, tredici lunghi anni per avere quel grado. La giustizia è lenta, ma inesorabile. Il Tar ha riacceso in Giuseppe Picaro, agente di polizia municipale, le speranze naufragate nel lontano 1991 quando su di lui si è abbattuta la scure della burocrazia. Un grado negato, quello da maresciallo (ora tenente), e difeso in questi anni per tre volte dinanzi al Tar e due volte dinanzi al Consiglio di Stato. L'altro giorno la sentenza definitiva dei giudici di piazza Massari. Picaro, stretto collaboratore dell'ex comandante dei vigili, Antonio Cavallo (è stato anche assessore alla polizia urbana di Giovinazzo), nel 1985 partecipò a un concorso interno per sottufficiale nel corpo di polizia municipale. I posti banditi furono 14, lui arrivò quindicesimo. Il concorso fu espletato tre anni dopo, nel 1988, anno in cui la giunta decise anche di elevare il titolo di studio per accedere alla qualifica di sottufficiale (dal diploma alla laurea). Due anni e mezzo dopo, morì uno dei vincitori del concorso per cui si «liberò» un posto tra quei 14. Picaro - la graduatoria era ancora valida poichè non erano scaduti i tre anni - chiese lo scorrimento in graduatoria. Doveva essere una fomralità, si è trasformato in un contenzioso. Dal 1991, quello che doveva essere un diritto (secondo i giudici) gli è stato sempre negato. Anzi, in un primo momento nessuno rispose mai alla sua istanza, poi dopo due sentenze del Tar l'amministrazione (e nel frattempo siamo arrivati nel 2001) disse no, applicando il principio di retroattività dei nuovi requisiti professionali (cioè la necessità della laurea). Un modo per lasciar fuori, una volta per tutte, il vigile Picaro. Sul punto l'avvocatura del Comune, in un primo momento espresse parere favorevole allo scorrmento della graduatoria, poi si allineò alla posizione assunta dall'ex dirigente della Ripartizione personale. Picaro è sempre stato convinto di una cosa: quel grado gli spattava. Per questo non si è arreso e ha atteso tutti questi anni. Adesso, il Tar - accogliendo la tesi del difensore del vigile, l'avvocato Luigi Paccione - ha statuito che Picaro aveva diritto ad entrare in quella graduatoria. Quindi, gli spettavano i gradi di maresciallo prima e di tenente ora; anche con il semplice diploma perchè, all'epoca del concorso, era titolo sufficiente per accedere alla qualifica superiore. I giudici amministrativi della II sezione hanno sancito che quella richiesta, avanzata da Picaro nel 1991, era legittima. Cosa accadrà adesso? Prima di tutto il Comune dovrà pagare 4mila euro di spese. Poi dovrà adeguarsi alla decisione del Tar, quindi «risarcire» Picaro riconoscendogli anche gli arretrati. Basterà?
Articoli simili
  • 01 gennaio 2019

    Buon 2019

    La redazione di poliziamunicipale.it augura buon anno a tutti i lettori.

  • 05 settembre 2018

    Internet è una cosa seria

    Conseguenze per chi insulta la PL sul web, ma anche per gli agenti che lo usano in modo disinvolto.

  • 03 settembre 2018

    Genova: il contributo della PL

    Un video raccoglie il contributo della PL dopo la tragedia.

  • 29 agosto 2018

    Pattuglie velomontate

    Mauro Di Gregorio ci spiega caratteristiche e pregi del servizio.

  • 20 agosto 2018

    Un passo avanti e due indietro

    Quando anche le dotazioni per la sicurezza degli agenti diventano materia di scontro politico.