Data di pubblicazione:
04 novembre 2004
Parma. Una sfida tra vigili all'ultimo bersaglio
Fonte:
Gazzetta di Parma
Regione:
Emilia-Romagna
Ci sono quelli che con la pistola fanno sempre centro e persino alcuni che nelle gare interforze hanno battuto i colleghi delle altre forze di polizia. « Ma per noi la pistola è soprattutto uno strumento di lavoro e la nostra priorità è garantire la sicurezza » , spiega Paolo Marchica, istruttore di tiro della Polizia municipale, che per prima cosa vuole sgombrare il campo da equivoci. « L'arma è obbligatoria per chi come noi ha funzioni di agente di pubblica sicurezza. Ma soltanto con una finalità difensiva e di deterrenza » . Come dire, qui al poligono sparare va bene ed è magari anche divertente fare le gare e vincere le medaglie. Ma poi per strada gli agenti della Polizia municipale mai e poi mai vorrebbero trovarsi a dovere estrarre dalla fondina la pistola. « In ogni caso, per svolgere al meglio il nostro compito, tre volte all'anno ci addestriamo e ci prepariamo alle diverse emergenze che ci si possono prospettare. Senza per questo volere assumere le pose dei rambo » . Anche perchè del muscolato eroe holliwoodyano gli agenti di casa nostra non hanno certo la fantascientifica dotazione tecnologica. Nelle loro fondine, con l'esclusione degli addetti al pronto intervento, si trovano infatti vecchie Beretta 7.65 modello 35 in cui questo ultimo numero indica, sembra incredibile ma è vero, l'anno di produzione. « Si tratta di armi molto vecchie, che solo in parte sono state sostituite, a partire dal 2001, con pi ù moderne Walter calibro 9 » . Che tra poco dovrebbero essere affiancate nella dotazione degli agenti da spray al peperoncino, pratico e efficace sistema per risolvere aggressioni o situazioni potenzialmente rischiose. « La pistola resta quindi l'ultima risorsa che deve essere maneggiata con quell'attenzione e quella cura che noi insegniamo a tutti gli agenti » . Che poi, dopo lezioni teoriche e training con video si ritrovano qui in via Reggio a mettersi alla prova con il tiro mirato e quello istintivo, simulazione fedele delle condizioni di uso sul campo. « In questo caso l'agente estrae l'arma, la carica e spara due colpi in sequenza, come reagendo ad un attacco » , conclude Marchica. Che tuttavia fiero del suo ruolo di istruttore, e per stemperare l'atmosfera da « scuola dei duri » , spiega come tra i migliori « cecchini » del corpo ci siano agenti donne. « Diverse vigilesse sparano davvero molto bene » , spiega mentre i bossoli tintinnano dietro le piazzole di tiro. E la sfida all'ultimo bersaglio continua.
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