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Data di pubblicazione: 07 ottobre 2004

La Festa della Polizia Municipale di Verona

L'Arena
Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Sulle note della banda via la benda, per un giorno. Alla faccia di Zuc e delle sue vignette. I vigili urbani vogliono vedere e farsi vedere. Al posto della caserma di via del Pontiere, per la prima volta scelgono piazza Bra per festeggiare l’anniversario (numero 138) del loro corpo, perchè vogliono «riappropriarsi del rapporto con la città e ricordare a quanti lamentano la nostra assenza che ci siamo e siamo al servizio dei cittadini». Ringraziano il nostro vignettista Zucconelli che li prende in giro, perchè «la critica e l’autoironia sono sempre strumenti di crescita». Si augurano che una nuova legge quadro cucisca loro addosso una uniforme che garantisca «rispetto, autonomia, dignità». Se non sono più i tempi di quella vecchia poesia di Gianni Rodari - «Chi è più forte del vigile urbano?» -, ha ricordato la comandante Antonella Manzione, è però tempo che il ruolo del vigile urbano trovi la sua collocazione e smetta di alimentare il solito dibattito: «poliziotto d’assalto» o assistente sociale? «Meglio: l’agente vicino alla gente». Chi lamenta l’assenza dei vigili potrebbe trovare conferme da un dato sorprendente e considerato storico: le multe. Nel periodo 1° ottobre 2003-31 agosto 2004 ne sono state affibbiate 108 mila, un clamoroso crollo rispetto alle 210 mila dello stesso periodo 2002-2003. Da 5 milioni e mezzo di euro incassati a 4 milioni e 800 mila. Cos’è successo? Vigili con la benda sugli occhi, come li disegna il nostro Zuc? La realtà è un’altra e a più facce. «Il calo delle multe è un dato storico e su scala nazionale», dice Antonella Manzione. «E dipende senza dubbio dall’effetto deterrenza introdotto dalla patente a punti, con il risultato che la gente è più disciplinata. Ma c’è dell’altro. Per noi le multe sono un aspetto marginale dell’attività, e quello che ci rende impopolari. Facciamo molto altro, e questo altro richiede l’impiego di agenti che vengono distolti dalla strada e quindi dall’attività sanzionatoria». I dati sono eloquenti, in questo senso. Qualche esempio: i vigili hanno effettuato 1.072 operazioni di sgombero (260 di nomadi), 238 interventi per accattonaggio di minori, 869 controlli su extracomunitari e nomadi, 606 tra fermi e accompagnamenti in Questura, 450 denunce, 906 atti di poilizia giudiziaria delegati dalla Procura. Se si aggiungono 2.400 accertamenti e possibili seguiti di indagine chiesti dall’autorità giudiziaria, si capisce come la polizia municipale possa in qualche modo aver «trascurato» la strada, le multe e gli incassi. Anche perchè resta irrisolto l’eterno problema della carenza di organico. I vigili sono 274, ma esclusi quelli che siedono dietro a una scrivania in ufficio e ripartiti gli altri nei turni quotidiani, alla fine gli agenti in servizio sono largamente inferiori al necessario. Ce ne vorrebbero almeno il doppio, in una città sempre in prima fila nell’ospitare eventi di grande richiamo. Per ora, entro la fine dell’anno arriveranno 30 nuovi assunti (di cui 10 part-time). Alla festa di ieri mattina, fra divise storiche, reparti schierati, autorità sul palco, bambini con le bandierine gialloblù sulla scalinata di Palazzo Barbieri - gli scolari che hanno fatto educazione stradale con i vigili - e tre stand dedicati ad autovelox e telelaser, alle vignette di Zuc e alla Protezione civile, il sindaco Paolo Zanotto nel suo saluto ha posto l’accento sulla «legalità che i cittadini si aspettano di vedere assicurata anche dai vigili», e sulla «fiducia che i vigili meritano da parte della città per la loro attività meritoria che l’amministrazione intende appoggiare valorizzando e rafforzando il corpo di polizia municipale». Anche l’assessore Elio Pernigo ha parlato di «legalità come presupposto della convivenza civile e bisogno primario della cittadinanza», prima di lasciare la parola alla comandante per la sua relazione. «La scelta di celebrare la nostra festa in piazza Bra», ha detto Antonella Manzione, «è stata ispirata dalla voglia di riappropriarci della nostra città, che ne siamo parte e al servizio. La nostra peculiarità è essere polizia locale, e in fondo siamo tutti vigili di quartiere». Una categoria «in evoluzione», quella del vigile urbano, sospesa fra il ruolo delineato da una vecchia legge quadro (1986) e la riforma del nuovo ordinamento regionale. Con il rischio, dice Manzione, «del disconoscimento della dignità e del decoro proprio della nostra attività, in mancanza di un riconoscimento di autorità che deve essere compensata dall’equlibrio del singolo agente». In Emilia Romagns e Lombardia esistono già scuole di polizia municipale, qui non esistono accademie e ciascun vigile «si forma» sulla strada. Ma forse, è emerso ieri dietro le quinte della cerimonia, è bene dare un taglio ai tempi del «fai da te». Ma attenzione. Questo non vuol dire, ha aggiunto la comandante, che la polizia municipale di Verona non abbia «squadre specialistiche di altissimo livello culturale e operativo», capaci per esempio di rilevare dall’inizio del 2004 ben 2.599 incidenti stradali, circa 9 al giorno (919 senza feriti, 1.657 con feriti, 23 mortali). All’avanguardia nella gestione delle pratiche e nei sistema di pagamento con Internet, la polizia municipale di Verona è fiera del gruppo volontario di Protezione civile e del suo ruolo educativo. Nelle scuole e nei risultati: Verona è la prima città in Italia ad aver rilasciato il patentino per la guida dei ciclomotori.
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