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Data di pubblicazione: 24 giugno 2004

Picchiarono autista bus disabili, arrestati due vigili

Il Mattino
Campania
Un obiettore di coscienza insultato, minacciato, ammanettato e picchiato dopo aver accompagnato a scuola un bambino disabile. Non ad opera di un malvivente, ma da parte di un vigile urbano. Non per rapina, ma dopo una contravvenzione elevata pur in presenza del contrassegno in dotazione agli addetti al servizio civile. Che storia è mai questa che arriva da Casavatore e tocca i vertici del corpo di polizia municipale del comune? Per adesso, la ricostruzione del pm di Napoli Sergio Amato vede due vigili agli arresti (Biagio Spinelli è in carcere, Ludovico Brillante ai domiciliari) e il comandante della polizia municipale, Rosa Di Caprio, raggiunta da un’ordinanza di divieto di soggiorno a Napoli e Caserta. I tre potranno replicare alle accuse negli interrogatori che saranno fissati dal giudice Pierluigi Di Stefano. Ora però vale la pena di rileggere il racconto di Fabrizio, il giovane obiettore di coscienza. L’episodio risale al 18 ottobre 2002. «Avevo accompagnato a scuola un bambino disabile - ha detto nella sua denuncia - i vigili mi avevano multato per divieto di sosta anche se il bus aveva il contrassegno previsto per il servizio civile. Così chiesi spiegazioni al vigile Spinelli» che però avrebbe reagito violentemente: «Insofferente alle rimostranze», scrive la procura, l’agente avrebbe afferrato il giovane «per il mento, insultato, minacciato e, ammanettandolo, condotto di forza nell’auto di servizio per picchiarlo nuovamente mentre si recava al comando». L’obiettore fu poi rilasciato ma con un avvertimento: «Non farti più vedere in giro». Invece decise di sporgere denuncia. Le sue parole, secondo gli inquirenti, hanno trovato riscontri nelle dichiazioni di altri obiettori e nelle certificazioni mediche allegate agli atti. E come se non bastasse, sei mesi più tardi, in una nuova denuncia si parlava di una reazione a colpi di schiaffi da parte del vigile Spinelli alla richiesta di spiegazioni di un cittadino, Vincenzo, dopo una multa. Di entrambe le vicende, affermano ora i magistrati, «era a conoscenza il comandante» del corpo, Rosa Di Caprio, che in occasione della seconda denuncia avrebbe anche convocato «il giovane e i testimoni minacciandoli perché ritrattassero». Alla richiesta di relazione del pm, il comandante avrebbe poi omesso di segnalare «cinque precedenti querele sporte da altri cittadini per fatti analoghi» evidenziando al contrario un encomio a favore di Spinelli e «l’ottima condotta» mostrata durante l’apposizione dei cartelli di segnaletica stradale. Il comando avrebbe addirittura provato a sviare le indagini diramando informative di reato con le quali le vittime venivano denunciate per fatti mai commessi come violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Il comandante Di Caprio è indagata per tentata concussione e falso ideologico, Spinelli e Brillante per abuso d’ufficio, sequestro di persona, lesioni e calunnia.
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