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Data di pubblicazione: 19 maggio 2004

Barisardo. La comandante rimessa in sella

L'Unione Sarda
Puglia
L’amministrazione comunale di Barisardo l’aveva retrocessa in tronco. Da comandante a vigile urbano di pattuglia. Ma il provvedimento era illegittimo e non solo. Dietro la vicenda c’è puzza di un abuso d’ufficio ordito contro Adriana Prunas (40 anni) il funzionario silurato. Tanto che il giudice del lavoro di Lanusei Giorgio Altieri, con un’ordinanza emessa sabato scorso, ha imposto al Comune di reintegrarla «senza ritardo» nelle funzioni di responsabile di servizio e disposto che gli atti finiscano alla Procura della Repubblica di Lanusei affinché scavi più a fondo. Il Comune - ipotizza il giudice - ha fatto tutto allo scopo di danneggiare Adriana Prunas. Il caso era scoppiato l’estate scorsa. Al passaggio di consegne tra giunta trasversale guidata da Savatore Chiai e l’amministrazione di centrodestra con Renato Usai sindaco, si registrò un vero e proprio ribaltone anche nell’organizzazione degli uffici. Via Adriana Prunas dalla stanza dei bottoni, servizio di polizia municipale accorpato a quello di edilizia e urbanistica con il geometra Luciano Pischedda al posto di comando. Insorsero i sindacati, in municipo scoppiò una mezza rivoluzione ma sindaco e giunta tirarono dritto. Adriana Prunas dovette sloggiare dalla sua scrivania di funzionario con poteri dirigenziali e finì letteralmente per la strada. A dirigere il traffico. Ultima chance, per lei, il ricorso al giudice del lavoro. L’ex capo dei vigili chiamò in causa il Comune e il magistrato integrò il contraddittorio citando anche Luciano Pischedda. A dieci mesi dal suo avvio, il processo ha registrato la prima svolta con una decisione che rischia di pesare come un macigno. Accogliendo la tesi degli avvocati Donato Marongiu ed Elio Manai, difensori di Adriana Prunas, il giudice Altieri ha imposto al Comune di restituire le funzioni di responsabile di servizio o altre equivalenti alla comandante defenestrata, ritenendola bersaglio di una persecuzione, compiuta sulla base di «provvedimenti illegittimi e - si legge nell’ordinanza - direttamente lesivi contro Prunas». Che fu subordinata a un semplice vigile urbano (Maria Graziella Murru), nominata a sua volta responsabile dei procedimenti di polizia municipale, amministrativa, stradale, giudiziaria e commerciale». Una riorganizzazione dei servizi di per sé sarebbe stata ineccepibile, se non fosse stata «finalizzata a ledere il diritto di Adriana Prunas ad esercitare mansioni equivalenti a quelle acquisite». Il giudice ravvisa «profili di illegittimità» anche nel decreto col quale il sindaco Usai nominava i nuovi responsabili dei servizi, caratterizzato, chiarisce l’ordinanza, dalla «violazione del generale obbligo di motivazione». Il dottor Giorgio Altieri non usa perifrasi per descrivere la retrocessione di Adriana Prunas definita dal giudice «demansionamento selvaggio. La riorganizzazione del tutto illogica dei servizi in realtà costituiva un mero prestesto per rimuovere la lavoratrice dai suoi compiti di responsabile di servizio, sostituendola senza motivazione con il geometra Pischedda». Il quale aveva comunque tutti i titoli per ottenere la nomina. Tanto è vero che il giudice del lavoro non ha adottato alcun provvedimento nei confronti di Luciano Pischedda, rappresentato in giudizio dall’avvocato Ennio Mascia. Respinta invece la tesi difensiva dell’amministrazione comunale che, tutelata dall’avvocato Marcello Floris, aveva sostenuto la perfetta trasparenza e legittimità nell’iter di riorganizzazione dei servizi.
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