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Data di pubblicazione: 26 marzo 2004

Catania. "Ma dove sono i vigili ?"

La Sicilia
Sardegna
«Ma dove sono i vigili urbani?». Questa, depurata da connotazioni dialettali e coloriture varie, è la domanda più diffusa tra i catanesi. Qualsiasi cosa accada - dall'eruzione dell'Etna alla vecchietta che attraversa la strada - sono tuttì lì, col ditino puntato. A invocarli, quando non li vedono. Ma anche a chiedere il loro aiuto, per i piccoli e grandi problemi quotidiani. I vigili urbani e i cittadini. Amici-nemici, croce-delizia, odio-amore. Certo, anche il più imbufalito automobilista è potrebbe ritrovare il lume della ragione davanti al viso rassicurante e pulito dell'agente Paola Mazzeo. La incrociamo (è proprio il caso di dirlo) in uno dei punti più critici della città: piazza Stesicoro. «E' una zona davvero difficile da disciplinare, c'è davvero di tutto. Oltre al notevole flusso di auto tipico di una zona del centro, bisogna considerare la gran mole di pedoni che salgono e scendono da via Etnea e la vicinanza del mercato». Chi vive il lavoro di vigile in mezzo alla strada è il miglior «sondaggista» delle domande e delle esigenze di cittadini e turisti. «Cio chiedono di tutto - spiega la vigilessa - dalle informazioni stradali, alle fermate dell'autobus, fino alla richiesta di sapere dove si trova il numero civico di una qualsiasi sperduta via della città. Qualche volta capita che qualcuno, magari proveniente dai paesi dell'hinterland catanese, ci chieda: "Scusi, dov'è lo studio del dottor...?", come se a Catania ci fossero due o tre medici». Pagella sulla disciplina: «Dall'introduzione della patente a punti c'è molto più rispetto delle regole. Soprattutto i caschi, ma anche le cinture. Certo, quando facciamo le multe implorano clemenza almeno per i punti sulla patente. Ma noi - conclude con un sorrisetto - non ci facciamo impietosire». Il lavoro dell'agente della polizia municipale non è solo quello che si fa «armati» di fischietto e paletta. Quasi la metà dell'organico è infatti impegnato nelle tante altre competenze che la legge affida ai «nipotini» di quei «vigiles» istituiti dall'imperatore Augusto nell'anno 6 dopo Cristo. Compiti anche «invisibili». Come quelli del nucleo antiborseggio: agenti in borghese che girano - soprattutto al mercato - per stanare i ladruncoli in servizio effettivo permanente. Pietro Belfiore è il dirigente del reparto Annona e commercio: «Grazie all'oscuro lavoro di tanti uomini riusciamo a scongiurare tanti scippi. Certo, qualcuno ci sfugge. Ma la nostra presenza nei posti a più alto tasso di affollamento è già un deterrente importante. Il nostro lavoro si svolge anche a livello di controlli commerciali. Ma purtroppo non possiamo fare nulla per le tante lamentele delle massaie oppresse dal caro-euro». A proposito di lamentele. Nadia Mannino lavora all'Ufficio ricorsi e contenzioso, dove si raccolgono tutti i (disperati) tentativi di sfuggire al pagamento delle multe, su cui l'ultima parola spetta però a prefetto e giudice di pace. «La contravvenzione che il catanese non digerisce proprio è quella per divieto di sosta. Hanno sempre una scusa pronta: molti al ricorso allegano cartelle cliniche per motivare, con operazioni o esami medici di ogni tipo, il fatto che hanno lasciato l'auto in doppia fila. Qualcuno ci racconta anche la storia della sua vita: un reduce dalla guerra in Russia chiedeva la cancellazione della multa». Già, perché magari si sentiva in credito con la Patria...
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