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Data di pubblicazione: 15 luglio 2015

Vittima di stupro usata come esca da polizia

India
Un piano apparentemente perfetto: una 17enne violentata che chiede giustizia, due stupratori da incastrare e la polizia che utilizza la giovane come esca per metterli dietro le sbarre.
Poi l'errore, la macchina delle forze dell'ordine che perde di vista la ragazza e lei che si ritrova a subire un secondo abuso sessuale dagli stessi ragazzi che appena 24 ore prima l'avevano bloccata e violentata. È successo a Jalna , nel distretto di Maharashtra, in India, dove gli ideatori del piano sono finiti nella bufera.

La prima violenza è datata 7 luglio. La ragazza stava andando a trovare un amico conosciuto su Facebook quando è stata bloccata da due 20enni che l'hanno minacciata con un coltello: trascinata in un luogo isolato, i due le hanno rubato il cellulare e hanno filmato lo stupro. Poche ore dopo il ricatto: un'ingente somma di denaro per evitare che il video venisse diffuso. Solo allora la ragazza ha deciso di raccontare la vicenda alla madre che ha immediatamente pensato di rivolgersi alla polizia. La giovane ha fornito tutti i particolari agli agenti che hanno architettato un piano per incastrare i due violentatori: attirarli in una trappola utilizzando la vittima come esca.

Il giorno successivo la ragazza ha percorso la stessa strada, spaventata ma sicura di avere alle spalle un gruppo di poliziotti pronti a intervenire qualora i due stupratori si fossero presentati. Ma a proteggerla non c'era nessuno ed è stata stuprata per la seconda volta dalle stesse persone che avevano abusato di lei poche ore prima.

«Non hanno seguito la ragazza abbastanza da vicino – ha etto Vishwas Patil, ispettore capo della polizia del distretto di Aurangabad - La ragazza è stata sottoposta a un'ingiustizia per la seconda volta. È sbagliato usare una vittima, soprattutto se minorenne, come esca».

Gli agenti di polizia che hanno organizzato il piano sono sotto indagine. Vinod Ejjapwar, il poliziotto che avrebbe condotto l'operazione, è stata sospeso. Le persone coinvolte parlano di un "errore di comunicazione" ma solo il rapporto che sarà reso pubblico tra 20 giorni potrà chiarire ciò che è successo veramente.

L'unica certezza è che gli stupratori sono stati assicurati alla giustizia grazie a una soffiata: poche ore dopo il secondo stupro i due sono stati rintracciati e arrestati presso una stazione ferroviaria. Tentavano di fuggire ma, almeno questa volta, la polizia è arrivata in tempo.


Fonte:
Il Messaggero
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