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Data di pubblicazione: 05 marzo 2012

Riforma dei Bobbies democratizza la polizia

Great Britain
Il tè delle cinque. La Regina. Gli autobus a due piani. I Beatles. E loro, i
bobbies. Questi sono gli stereotipati identificativi dell'Inghilterra attraverso gli occhi degli stranieri. L'ultimo elemento di questo
collage, i
bobbies – i poliziotti dal classico elmetto "a campana" – sta per attraversare una delle più grandi
riforme della sua storia.

Il governo Cameron ha deciso una "democratizzazione" delle forze di Polizia, con supervisori che saranno eletti dai cittadini in Inghilterra e in Galles. Il 15 novembre, 41 zone fuori Londra saranno chiamate alle urne per votare il loro nuovo PCC, Police and Crime Commissioners, impegnato nella supervisione degli agenti a sua disposizione, nella gestione degli obiettivi da raggiungere e nella spartizione dei fondi destinati alla sicurezza.
Manco a dirlo, i primi candidati alla poltrona di PCC in giro per il
Regno Unito sono rappresentanti dei partiti, magari bocciati alle elezioni politiche e amministrative, che tentano di riciclarsi in una veste nuova.
Possono contare su ingenti fondi da utilizzare per le proprie campagne elettorali, che per questa carica possono arrivare fino a 50.000 £. I politici laburisti, grandi sconfitti alle ultime elezioni per Westminster, si sono detti contrari alla presenza di esponenti dei partiti tra i candidati, pur avendone non pochi dalla loro. I lib-dem, già oberati dagli impegni di coalizione al governo, hanno invece preferito evitare di essere coinvolti in questa
querelle.
Questa Polizia elettiva pare però non piacere agli agenti di professione. Molti di essi hanno sostenuto che l'ingresso dei politici di mestiere nella supervisione della sicurezza cittadina potrebbe essere causa di un aumento significativo di episodi di
corruzione. Come denunciato da
Sir Norman Bettinson, vicepresidente dell'associazione ufficiali di Polizia e comandante nel West Yorkshire, non si tratta della grande corruzione – quella all'italiana insomma – fatta di conti
off-shore e di società compiacenti, ma
della "piccola corruzione, quella con la "c" minuscola che potrebbe gettare discredito sul buon nome della Polizia.
Un buon nome che ha rischiato non poco di vacillare quest'estate, durante gli scontri con i Looters nell'agosto caldo dei London Riots. L'apice della tensione era stato raggiunto in seguito all'omicidio per mano di alcuni agenti di polizia del giovane
Mark Duggan, in fuga da una volante: si erano scatenati disordini prima nella zona di Tottenham (da cui la vittima proveniva), poi nel resto della metropoli fino ad estendersi prima di essere sedate in altre città del Paese.
Durante i London Riots,
la Polizia faticò non poco a contenere il disagio sociale delle aree inglesi più povere e a frenare l'azione di veri e propri criminali che approfittarono dell'omicidio Duggan per mettere a ferro e fuoco la città, depredando negozi di elettrodomestici e beni di consumo. Anche la politica ebbe non poche difficoltà in quei mesi. La reazione migliore di civiltà venne però proprio dai cittadini, che si misero a ripulire, ramazza alla mano, quanto distrutto le notti precedenti nelle loro strade.
La speranza dunque è che questi esempi di civismo riecheggino nelle elezioni per i PCC, e che
l'ambizioso progetto di riforma proposto dalla Camera dei Lords con il Police Reform and Social Responsibility Act del 2011 cambi effettivamente il modo di operare della Polizia inglese, rendendola più vicina ai cittadini e più presente sul territorio.
Un grande banco di prova prima delle votazioni nel novembre 2012 arriverà dalle Olimpiadi di Londra di quest'estate, in cui i
bobbies – simpatico nomignolo che deriva dal loro primo
riformatore, il PM Sir Robert "Bob" Peel – dovranno fronteggiare, oltre alle già considerevoli incombenze provocate da un evento che richiamerà centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo, anche
le minacce terroristiche di gruppi islamici che potrebbero approfittare dell'attenzione rivolta all'evento per risorgere dalle ceneri di Al Qaeda.
Gli attentati di Londra del 7 luglio 2005, in cui persero la vita 52 persone, sono ormai lontani, ma rimangono ben vividi nella memoria della dei londinesi. Sul fronte interno non sembra invece che i
bobbies dovranno affrontare particolare minacce: è ben difficile che gli storici nemici della Corona britannica, i repubblicani irlandesi, tornino ad imbracciare le armi. Dagli accordi di Pasqua del 1998 l'IRA ha scelto la via politica e i gruppi dissidenti non hanno abbastanza forza per andare oltre le azioni dimostrative.
Ora rimane da valutare l'impatto della riforma della sicurezza sui cittadini, se significherà effettivamente più sicurezza e attenzione verso i bisogni della comunità o se sarà soltanto un modo per occupare poltrone da parte di persone poco competenti.
Tuttavia non c'è nulla da temere. L'elemento più caratteristico delle forze di polizia britanniche non verrà mutato: il casco rimarrà sempre lo stesso

Fonte:
Meridianonline
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