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Data di pubblicazione: 31 agosto 2016

Multata per il bikini: caccia ai protagonisti

Il Resto del Carlino
Emilia-Romagna

Una donna in bikini multata da un vigile. La foto, scattata sulla spiaggia di Rimini nel 1957, è stata pubblicata in questi giorni sul New York Times. Sconosciuta l’identità dei due protagonisti, l’agente della Polizia municipale e la turista. Se i lettori del nostro sito dovessero riconoscerli, possono scrivere a cronaca.rimini@ilcarlino.net.

La spiaggia di Rimini sul New York Times. Non quella di oggi, tra gonfiabili e chiringuito. L’anno è il 1957: boom economico, censure e guerra fredda; l’Urss lancia lo Sputnik e l’Italia Carosello. Il tema dell’articolo - di stretta attualità - è sintetizzato nel titolo del prestigioso quotidiano statunitense: ‘Dal bikini al burkini, la regolamentazione di ciò che le donne indossano’. Il giornale informa della decisione del Consiglio di Stato francese che revoca le ordinanze di molti sindaci transalpini contro il costume ‘totale’ delle donne musulmane.

Nello scatto - tratto dall’archivio ‘Ullstein Bilkd’ dell’agenzia Akg Images - un vigile urbano nella tipica divisa bianca di spiaggia dell’epoca, «multa una donna che indossa un bikini sulla spiaggia di Rimini, Italia, nel 1957».

L’archivio è tedesco, il che fa ‘sospettare’ che la bella multata venisse dalla Germania. «Il poliziotto nella foto – è l’attacco del pezzo del New York Times, firmato da Alissa J. Rubin – sembra avere un sorriso malizioso mentre scrive la multa per la donna di fronte, nel suo costume da bagno che offende. Forse lui si diverte a farla sentire in imbarazzo». «La donna sta indossando un bikini sulla spiaggia di Rimini – prosegue l’articolo –. A quel tempo l’Italia proibiva quel costume da bagno, troppo piccolo per essere indossato in pubblico».

Affermazione che suscita perplessità tra alcuni operatori balneari veterani. «Ma quale proibizione – attacca Giorgio Mussoni, presidente dei bagnini di Oasi Confartigianato – di donne in bikini nel ‘57, ma già fin dai primi anni Cinquanta, sulla spiaggia di Rimini ce n’erano a bizzeffe». Mussoni, classe 1937, nel 1957 faceva il marinaio di salvataggio nel tratto di arenile di fronte al Grand Hotel: «A Viserba la mia famiglia aveva la concessione – continua – ma di spiaggia ce n’era poca in quegli anni, prima che piazzassero gli scogli, e così la mandava avanti mio babbo: non c’era molto da fare. Io cercavo di portare a casa qualche soldo facendo il salvataggio. Avevo vent’anni e le donne erano al centro della mia attenzione (anche se non facevano il bagno, ndr). Le prime col due pezzi erano state le svizzere, poi le tedesche. Le svedesi sono arrivate molto dopo. Ma di vigili urbani a fare multe non ne ho mai visti. Secondo me quella foto potrebbe essere stata costruita ad arte».

«Quella multa per il bikini mi lascia perplesso – aggiunge Vainer Nanni, di una generazione più giovane ma esperto di costume e costumi –. Non si può escludere che la signora avesse commesso qualche infrazione di altro genere, che non riguardasse il suo abbigliamento». «No, potrebbe essere tutto autentico, nel ‘57 c’era aria di moralismo e di censura», dice Bertino Astolfi, ex consigliere comunale ed ex vigile urbano. Mezzo secolo fa il Comune affidava la lotta all’abusivismo commerciale in spiaggia a due agenti, i ‘mitici’ Quadrelli e Lamarra. «La lotta – racconta Renato Nanni, bagnino storico – era soprattutto ai pataccari napoletani (come lo stesso Lamarra, che si rivolgeva a loro in dialetto: «uèèèè») che rifilavano falsi orologi e catenine d’oro ai tedeschi». Chissà se c’è scappata anche la multa alla valchiria.

 

fonte: Il Resto del Carlino

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