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Data di pubblicazione: 12 agosto 2005

Napoli. L'assessore processa i vigili

Il Mattino
Campania
«Il corpo dei vigili va rifondato e perché ciò si possa fare serve che ciascuno stia al suo posto e svolga le sue funzioni, i corporativismi vanno banditi». Nicola Oddati, assessore ai vigili urbani, squarcia il velo dietro il quale si sono nascosti e arenati (per ora anche il suo) tutti i tentativi di riforma di un corpo troppo spesso nel mirino della critica. E che ha macinato solo in questa consiliatura tre comandanti e due assessori senza che simili stravolgimenti abbiano portato reali benefici al servizio e quindi alla città. Unica costante la litigiosità sindacale con lo Snavu - ex Cgil ora Uil - principale rappresentante dei caschi bianchi e dal quale continuano a partire bordate contro lo stesso Oddati: «Quelli dello Snavu sono attacchi - si difende l’assessore - tesi a impedire questo rinnovamento, figli di una visione tardo-corporativa assolutamente anacronistica in una realtà come la nostra. Sono determinato ad andare avanti e auspico che ci stiano tutti, per me è molto importante il sindacato confederale, cioè la Cgil, Cisl e Uil da loro mi aspetto aiuto». Assessore che continua a spiegare: «La riforma deve avere tre punti chiari: l’indirizzo politico tocca all’amministrazione, quello gestionale al comando, cioè a Carlo Schettini, e ai sindacati tocca la difesa dei lavoratori e dei loro diritti. Invece qualcuno continua a volere dispensare prebende anziché fare sindacato. Io non tollererò più intrusioni». Oddati ha individuato il bersaglio, è lo Snavu, retto dal segretario Agostino Anselmi, ma che ha la sua anima politica in Salvatore Guerriero, vigile urbano in congedo, nonché consigliere comunale degli stessi Ds. Lo Snavu fino a due anni fa era in quota Cgil, poi è passato alla Uil. Operazione che fece scoppiare una crisi nel centrosinistra tanto che l’assessore al Personale Pasquale Losa (Margherita) attaccò duramente Massimo Paolucci, oggi capo della segreteria politica di Antonio Bassolino, ma prima assessore al Traffico, che benedì l’operazione chiarendo che «il rischio concreto era quello di uno spostamento a destra dello Snavu». La denuncia dell’assessore ricorda molto quella di Andrea Bufalo, il secondo comandante dei vigili, ex questore di Arezzo, che ha retto il comando di via De Giaxa solo un paio di mesi. Poi ha deciso di mollare malgrado fosse stato indicato dalla Iervolino e paracaduto in città dal ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu: «Troppe cose non quadravano nel corpo e la riforma non riusciva decollare» denunciò poi Bufalo. Prima la stessa denuncia l’aveva fatta in Procura tanto che l’inchiesta è ancora apertissima. I giudici indagano anche sul pedinamento nei suoi confronti denunciato dallo stesso Bufalo. «Non entro nel merito della viceda Bufalo - continua Oddati - io ho accettato questa carica in un momento di emergenza per la città. Devo sentire la solidarietà del sindaco e della giunta per andare avanti». Acque agitate a palazzo san Giacomo, nemmeno il clima da ferie è servito a svelinire l’ambiente, l’atmosfera è quella tipica della resa dei conti, toccherà al sindaco - in questi giorni è in vacanza - sbrogliare la matassa storica del rapporto difficile fra vigili e città. «Lo Snavu - spiega l’assessore - è abituato ad altre logiche, cioè che l’assessore debba obbedire, altrimenti lo si attacca o non si fanno lavorare i vigili. Bisogna ricostruire il rapporto del corpo intero con Napoli, questa la svolta che serve». Accuse serie quelle di Oddati che tuttavia sembra rispecchino la reale situazione di impasse del settore a Napoli. Non è un caso che il piano traffico urbano non sia mai decollato nonostante l’approvazione in Consiglio comunale, così come è utile sottolineare che la riforma del corpo, imbastita da Luca Esposito e messa a punto dallo stesso Oddati, in quattro anni non è mai stata concretizzata, è solo uno scritto privo di valore giuridico e politico. «Non solo bisogna riscrivere il sistema delle regole - conclude l’assessore - ma ci vuole un regolamento della polizia che chiarisca come le regole valgano per tutti. Ho tentato di raggiungere un equilibrio nel rispetto di tutti, mi sono ritrovato bersaglio di attacchi strumentali, di posizioni arroganti. Io sono intenzionato ad andare avanti nella riforma spero che gli altri mi sostengano e siano con me».
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