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Data di pubblicazione: 30 marzo 2005

Taranto. Ex comandante diffamato: assolto l'onorevole

La Gazzetta del Mezzogiorno
Piemonte
Il fatto non è punibile. Il tribunale ha assolto l'on. Giancarlo Cito dall'accusa di aver diffamato l'ex comandante della polizia municipale, colonnello Vincenzo Dibattista. La sentenza è giunta ieri, dopo che la Corte Costituzionale nei giorni scorsi aveva dichiarato improcedibile il ricorso sul conflitto di attribuzioni tra i poteri dello Stato sollevato dal tribunale. La Camera dei Deputati, infatti, aveva dichiarato rientranti nell'esercizio delle funzioni di parlamentare le dichiarazioni che aveva fatto finire l'ex sindaco alla sbarra con l'accusa di diffamazione. In particolare, Cito - ieri presente in aula - nel corso di un comizio tenuto a chiusura della campagna elettorale e mandato in onda dall'emittente televisiva Super 7 (il 2 giugno del '96), disse che «prima i vigili urbani non lavoravano e non era certo colpa loro», aggiungendo «tanto tu in quel posto non rientri più» e «che nella vita c'è la professione dell'ippica: ognuno decida se deve andare a fare ippica, oppure andare a raccogliere lupini», ed infine facendo intendere nel corso dello stesso comizio che il Dibattista aveva ottenuto il comando del corpo di Polizia municipale a seguito di delibere illecite. Qualche mese dopo (il 4 ottobre), durante una trasmissione televisiva, Cito affermò - con riferimento al Dibattista - che il sindaco «lo manda dove lo vuole». Contro il parere della Camera di era espresso il tribunale che, accogliendo la richiesta formulata dal pubblico ministero Vincenzo Petrocelli e degli avvocati di parte civile Raffaele Errico e Pasquale Lisco, aveva sollevato il conflitto di attribuzione alla Corte Costituzionale, contestando il parere della Camera secondo la quale le frasi pronunciate da Cito, ritenute diffamatorie dall'accusa, rientrerebbero nell'alveo della «insindacabilità». La Corte Costituzionale ha ritenuto improcedibile il ricorso a causa del mancato rispetto dei termini previsti dalla normativa. Ieri, in apertura di udienza, sia il pubblico ministero che i legali di parte civile hanno chiesto al tribunale di riproporre nuovamente il ricorso, basandosi su un pronunciamento favorevole della Corte costituzionale in tal senso. Contro questa istanza si è espresso, invece, l'avv. Franco De Feis, legale di Cito, secondo il quale l'improcedibilità era ormai insanabile e dunque la partita andava considerata chiusa, anche sulla scorta di numerose decisioni assunte dalla Corte riguardo a questioni di questo tipo. Il tribunale dopo poco più di un'ora di camera di consiglio, ha sciolto la riserva, sancendo l'assoluzione di Giancarlo Cito in quanto il fatto a lui imputato non è punibile. In precedenza, Cito, assieme ad altri imputati, era stato assolto nel processo per la temporanea destituzione del comandante Dibattista.
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