Data di pubblicazione:
25 ottobre 2004
Cernobbio. Sindaco e comandante rinviate a giudizio
Fonte:
La Provincia
Regione:
Lombardia
La sindaca e la comandante dei vigili restituiscono le multe (già contestatissime) spiccate dal Consorzio del Breggia, e finiscono a processo. Il pubblico ministero Mariano Fadda ha chiesto il rinvio a giudizio di Simona Saladini e di Marilena Porta, imputate di peculato e di falso in atto pubblico. I fatti, che verranno affrontati dal gup Nicoletta Cremona nell'udienza del prossimo 25 novembre, sono molto complessi e per certi versi anche paradossali (quando mai un sindaco ha restituito con le scuse le sanzioni per infrazioni al codice della strada?). La contestazione principale, comunque, riguarda la gestione della cassa del Consorzio del Breggia Lario, l'associazione di comuni da cui la Saladini prese le distanze dopo il ribaltone elettorale dello scorso anno. Il casus belli è proprio qui: una volta receduta unilateralmente dal Consorzio, la Saladini aveva affrontato il problema di collocare le ingenti somme ereditate dal precedessore Giulio Isola (che aveva aperto un conto corrente per i proventi di tutto il Consorzio): la soluzione fu di restituire ai sorpresissimi automobilisti i quasi 10mila euro «impossibili», secondo il loro punto di vista, da imputare nei bilanci del Comune, a meno di commettere una sorta di peculato. E il peculato invece, secondo il pubblico ministero Fadda, consisterebbe proprio nell'indebito trattamento di una somma di proprietà dell'ente pubblico Consorzio, di multe elevate a Cernobbio ma anche a Moltrasio o Carate, sulle quali la Saladini e la sua comandante municipale Porta «non avevano altro titolo» se non trattenerle e destinarle ai bilanci degli enti pubblici soci. Vista la assoluta distanza delle posizioni tra accusa e difesa, appare inevitabile la decisione del Gup di rinviare in pubblico dibattimento l'intera questione. Questione che dal punto di vista giuridico è ulteriormente complicata da implicazioni di diritto amministrativo: il recesso di Cernobbio dal Consorzio era efficace? Secondo i legali sì, a giudizio dell'accusa no. Colmo dei paradossi, non tutti gli automobilisti hanno accettato il rimborso delle multe: decine hanno risposto «Tenetevela».
La replica del primo cittadino «Sono serena, non ho interessi e il Pm poteva almeno sentirmi»
Simona Saladini, da 18 mesi primo cittadino di Cernobbio, subito dopo l'insediamento, ha manifestato il proposito di uscire dal consorzio di vigilanza Breggia Lario al quale aveva aderito il predecessore, Giulio Isola poche settimane prima della scadenza del mandato. Di fronte all'accusa, Saladini dichiara di essere «assolutamente serena sia sul piano personale che nel ruolo di sindaco avendo sempre agito nell'esclusivo interesse dei cernobbiesi. «Ogni decisione da me presa nella veste di sindaco - aggiunge - si è ispirata ai criteri della correttezza e della trasparenza amministrativa anche in relazione alla questione del consorzio Breggia Lario. Quando la mia amministrazione si è insediata il consorzio di polizia locale non rispondeva già più alle esigenze del territorio e i nostri agenti svolgevano adeguatamente il servizio. Pertanto ne siamo usciti. Ben diverso è quanto mi viene contestato. La vicenda nasce dal fatto che il consorzio, fin dall'inizio, ha indicato nei verbali di contravvenzione il numero di conto corrente dei vigili di Cernobbio, ma nessuna autorizzazione in tal senso è mai stata protocollata negli atti del comune. «A giudizio dei miei tecnici il comune di Cernobbio percepiva in tal modo somme che non era legittimato ad incassare e l'unica decisione possibile era di restituire i soldi a coloro che li avevano versati». «Purtroppo tale decisione ha creato polemiche ed equivoci al punto che dopo un esposto fatto dal comandante Angelo Mattioz, ora mi accusano di peculato per avere in tutta onestà restituito ai cittadini i loro soldi. Sono veramente dispiaciuta che la Procura non abbia ritenuto opportuno ascoltare la mia personale versione e sono fiduciosa che il giudice, davanti al quale potrò finalmente difendermi, accerterà la realtà dei fatti».
La replica del primo cittadino «Sono serena, non ho interessi e il Pm poteva almeno sentirmi»
Simona Saladini, da 18 mesi primo cittadino di Cernobbio, subito dopo l'insediamento, ha manifestato il proposito di uscire dal consorzio di vigilanza Breggia Lario al quale aveva aderito il predecessore, Giulio Isola poche settimane prima della scadenza del mandato. Di fronte all'accusa, Saladini dichiara di essere «assolutamente serena sia sul piano personale che nel ruolo di sindaco avendo sempre agito nell'esclusivo interesse dei cernobbiesi. «Ogni decisione da me presa nella veste di sindaco - aggiunge - si è ispirata ai criteri della correttezza e della trasparenza amministrativa anche in relazione alla questione del consorzio Breggia Lario. Quando la mia amministrazione si è insediata il consorzio di polizia locale non rispondeva già più alle esigenze del territorio e i nostri agenti svolgevano adeguatamente il servizio. Pertanto ne siamo usciti. Ben diverso è quanto mi viene contestato. La vicenda nasce dal fatto che il consorzio, fin dall'inizio, ha indicato nei verbali di contravvenzione il numero di conto corrente dei vigili di Cernobbio, ma nessuna autorizzazione in tal senso è mai stata protocollata negli atti del comune. «A giudizio dei miei tecnici il comune di Cernobbio percepiva in tal modo somme che non era legittimato ad incassare e l'unica decisione possibile era di restituire i soldi a coloro che li avevano versati». «Purtroppo tale decisione ha creato polemiche ed equivoci al punto che dopo un esposto fatto dal comandante Angelo Mattioz, ora mi accusano di peculato per avere in tutta onestà restituito ai cittadini i loro soldi. Sono veramente dispiaciuta che la Procura non abbia ritenuto opportuno ascoltare la mia personale versione e sono fiduciosa che il giudice, davanti al quale potrò finalmente difendermi, accerterà la realtà dei fatti».
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