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Data di pubblicazione: 25 gennaio 2002

Dietro il suicidio un caso di mobbing?

La Stampa
Liguria
Un retroscena sconcertante, un probabile caso di “mobbing” politico dietro al suicidio di Marco Fiorini, 30 anni, vigile urbano di Ventimiglia, sposato, padre di una bimba di appena un anno e mezzo. Un retroscena che spiegherebbe le parole urlate, con la forza della disperazione, dal padre all´indirizzo di alcuni colleghi del figlio che volevano presentare le condoglianze . Nulla di ufficiale. Non ci sono denunce. Solo mezze frasi, qualche conferma, molta rabbia. E una famiglia disperata che dice: “Non vogliamo politici ai funerali” Ma perché la famiglia ritiene politici e vigili i responsabili, sia pure in modo indiretto, di una morte tanto inattesa quanto assurda? Una possibile chiave di lettura del suicidio del giovane agente della Polizia Municipale la si potrebbe trovare, anche se è difficile provare il nesso fra causa ed effetto, in due contravvenzioni che Fiorini aveva contestato ad un consigliere comunale proprietario di un bar nella città alta. Divieto di sosta e mancata esposizione del talloncino dell´assicurazione. L´esponente politico, infuriato per le multe, aveva affrontato a muso duro dicendogli senza mezzi termini che quelle contravvenzioni lui non le avrebbe pagate. Poi gli aveva infilato in tasca i fogli dei verbali e con fare fin troppo deciso gli aveva intimato: “Quelle multe le hai volute fare e ora te le paghi.” Il vigile, intimorito, qualche giorno dopo, si era presentato al comando e aveva versato 300 mila lire. L´ammontare delle due contravvenzioni. A qualche collega aveva confidato di essere spaventato. Ma anche amareggiato perché nessuno al comando, l´aveva difeso.
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