Data di pubblicazione:
30 April 2005
Taratura strumenti
In allegato la recentissima sentenza del gdp di Lecce alla ribalta della cronaca televisiva del 30 aprile 2005 in materia di infrazioni semaforiche;
I non abbonati possono richiedere il testo della sentenza inviando una e-mail a:
ufficiosd@poliziamunicipale.it
inoltre, sempre in allegato, una sentenza analoga del gdp di Taranto, dell'ottobre 2004, in materia di sistemi per il controllo della velocità...
in allegato il commento tecnico alla sentenze di Lecce, la domanda della ditta Eltraff e la risposta del Ministero delle Attività Produttive del 26 aprile 2004.
*******************************************
La notizia televisiva è drammatica. Italiani, tranquilli, gli strumenti elettronici per il controllo del traffico sono fuorilegge perché manca il certificato di taratura. Come una bilancia del salumiere non può funzionare senza settaggio anche l'autovelox deve essere sottoposto ad un controllo periodico. Bene, immaginavo fosse già così. In tutti i casi non capisco di cosa si possa stare tranquilli. Da cittadino, utente stradale, ho sempre pagato le contravvenzioni in cui sono incorso e pertanto mi sento ulteriormente svilito. Da vigile urbano ho sempre raccomandato anche ai miei parenti di pagare le multe stradali palesi ed indiscutibili come il passaggio documentato con la lanterna semaforica rossa accesa. Come tecnico del diritto, poi, sono allibito. Venerdì scorso ero a Fiesole alla presentazione del libro sui reati stradali del mio amico avvocato Fabio Piccioni. Relatori del simpatico evento niente meno che il procuratore capo di Firenze e il professore Ferrando Mantovani. Un livello così eccellente di presenze ha confermato il mio parere. Vi è una manifesta incapacità legislativa di fare chiarezza tra leggi, circolari e riforme in una materia così delicata come la sicurezza stradale. Si potrebbe anche discutere su certe modalità di utilizzo degli strumenti automatici per il controllo del traffico e sull'opportunità di infrastrutture più adeguate. Alla fine però, come ha fatto notare l'illustre professore di diritto penale, alla vittima stradale interessa poco di essere stato sacrificato da un pirata della strada e non da un gruppo di malavitosi. Morto è comunque, defunto. Come lo stato di diritto e il decoro di chi opera sulla strada per il controllo della sicurezza stradale.
Stefano Manzelli
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In allegato il testo del D.M. 28 marzo 2000, n. 182.
I non abbonati possono richiedere il testo della sentenza inviando una e-mail a:
ufficiosd@poliziamunicipale.it
inoltre, sempre in allegato, una sentenza analoga del gdp di Taranto, dell'ottobre 2004, in materia di sistemi per il controllo della velocità...
in allegato il commento tecnico alla sentenze di Lecce, la domanda della ditta Eltraff e la risposta del Ministero delle Attività Produttive del 26 aprile 2004.
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La notizia televisiva è drammatica. Italiani, tranquilli, gli strumenti elettronici per il controllo del traffico sono fuorilegge perché manca il certificato di taratura. Come una bilancia del salumiere non può funzionare senza settaggio anche l'autovelox deve essere sottoposto ad un controllo periodico. Bene, immaginavo fosse già così. In tutti i casi non capisco di cosa si possa stare tranquilli. Da cittadino, utente stradale, ho sempre pagato le contravvenzioni in cui sono incorso e pertanto mi sento ulteriormente svilito. Da vigile urbano ho sempre raccomandato anche ai miei parenti di pagare le multe stradali palesi ed indiscutibili come il passaggio documentato con la lanterna semaforica rossa accesa. Come tecnico del diritto, poi, sono allibito. Venerdì scorso ero a Fiesole alla presentazione del libro sui reati stradali del mio amico avvocato Fabio Piccioni. Relatori del simpatico evento niente meno che il procuratore capo di Firenze e il professore Ferrando Mantovani. Un livello così eccellente di presenze ha confermato il mio parere. Vi è una manifesta incapacità legislativa di fare chiarezza tra leggi, circolari e riforme in una materia così delicata come la sicurezza stradale. Si potrebbe anche discutere su certe modalità di utilizzo degli strumenti automatici per il controllo del traffico e sull'opportunità di infrastrutture più adeguate. Alla fine però, come ha fatto notare l'illustre professore di diritto penale, alla vittima stradale interessa poco di essere stato sacrificato da un pirata della strada e non da un gruppo di malavitosi. Morto è comunque, defunto. Come lo stato di diritto e il decoro di chi opera sulla strada per il controllo della sicurezza stradale.
Stefano Manzelli
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In allegato il testo del D.M. 28 marzo 2000, n. 182.
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