Data di pubblicazione:
14 ottobre 2005
Muore senza casco, gli amici fanno i "vigili"
Fonte:
PoliziaMunicipale.it
Frattamaggiore. Sedici anni, senza casco in sella a un motorino. Muore dopo un incidente nel centro di Frattamaggiore. Sette lunghi giorni di coma in ospedale a Benevento, poi il cuore cessa di battere. Ed ecco che i suoi compagni di classe da quattro giorni non consentono l'accesso agli alunni dell'Itc «Gaetano Filangieri» che arrivano a scuola senza casco. Nel mirino anche quei docenti che non indossano in auto le cinture di sicurezza. E per meglio portare a termine quella che ormai sembra essere una vera e propria missione, i ragazzi si sono riuniti, con il placet della preside, in un comitato. Una volta terminate le lezioni, il gruppo di alunni si sposta nel centro di Frattamaggiore per invitare i centauri a indossare il copricapo salvavita. Arcangelo Di Sarno (questo il nome del ragazzo morto) è rimasto vittima di un incidente il primo ottobre, quando in sella a un motorino guidato da un suo amico cadde sbattendo pesantemente la testa. Una corsa disperata fino a Benevento, lì dove era disponibile un posto letto, il lungo coma e la morte, sopraggiunta venerdì sera. Commozione, ma anche rabbia per una vita spezzata che in poco tempo è diventata un simbolo per il rispetto del codice della strada. Ieri mattina si sono tenuti i funerali di Arcangelo celebrati dal parroco Armando Broccoletti. La chiesa di San Rocco era gremita e stracolma di fiori bianchi. In prima fila la madre Anna, il padre Salvatore e il fratello maggiore Edoardo, distrutti da un dolore composto. Sull'altare, a pochi passi dalla bara bianca, il sindaco di Frattamaggiore Francesco Russo, la preside Giuseppina Cafasso e i docenti della scuola. E nell'adiacente via Don Minzoni in tremila hanno atteso in silenzio la fine della funzione religiosa per poi seguire, dopo un lungo applauso liberatorio, il corteo funebre. «Voi giovani sappiate che la vita è un dono di Dio: curatela e amatela», ha ammonito don Armando dall'altare. «Ora sei un Angelo di nome e di fatto», ha letto una compagna di classe di Arcangelo. E nei prossimi giorni sui caschi di tutta la città comparirà un adesivo, realizzato dagli alunni del Filangieri con un angelo alato e con la scritta «Non si può perdere la vita per non usare il casco». «Dopo i giorni di intensa commozione per la morte di Arcangelo avvenuta a pochi mesi di distanza da quella di un'altro nostro alunno sempre in seguito a un incidente stradale, gli studenti hanno deciso di promuovere anche in città l'uso del casco perché hanno capito che non osservare le regole può essere fatale», spiega la preside Giuseppina Cafasso. Il dirigente scolastico nei giorni scorsi ha scritto alle forze dell'ordine chiedendo di intensificare i controlli. Nel frattempo da quattro giorni sei alunni, prima del suono della campanella d'inizio delle lezioni, piantonano con tanto di cartellino di riconoscimento il cancello d'ingresso della scuola. Sono inflessibili e obbligano i compagni a indossare il casco. E mai controllo è stato più provvidenziale. Un alunno, appena varcato il cancello, è scivolato dalla moto e proprio grazie al casco che aveva indossato controvoglia ha riportato solo lievi escoriazioni. «Non molleremo», promettono Pasquale, Gaetano, Vincenzo, Silvio, Rosario, Gianmichele e Raffaele. Per ricordare Arcangelo gli studenti hanno creato un blog. (
Il Mattino)
Il Mattino)
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