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Data di pubblicazione: 29 marzo 2005

La qualità del lavoro della Polizia Locale nei piccoli comuni

PoliziaMunicipale.it
COORDINAMENTO NAZIONALE POLIZIA LOCALE FP CGIL


Stornara (Fg) 24 marzo 2005: confronto sulle problematiche operative, della qualità del servizio, della professionalità e del lavoro della Polizia Municipale nei piccoli comuni
Il giorno 24 marzo u.s. si è tenuto nel comune di Stornara (Fg) un interessante momento di dibattito organizzato dall’Associazione Piccoli Comuni Polizia Locale, la quale si pone l’obiettivo di porre alla costante attenzione dei lavoratori, dei sindacati, delle Associazioni rappresentative di Comuni, Province e Regioni, di quelle professionali e degli Organi Istituzionali, i problemi della Polizia Locale ed il bisogno di sicurezza dei cittadini dei piccoli comuni del nostro paese.
In particolare, il dibattito affrontava il tema della Riforma Costituzionale approvata il giorno precedente dalla maggioranza parlamentare di centrodestra e delle sue possibili ricadute sul futuro della Polizia Municipale nei piccoli comuni, che rappresentano una parte notevole della realtà italiana.
Al dibattito hanno partecipato rappresentanti nazionali e regionali dell’associazione ANCUPM che raggruppa i quadri gerarchici della Polizia Locale, dell’associazione nazionale piccoli comuni italiani e del rappresentante a Bruxelles per i piccoli comuni.
La FPCGIL, attraverso l’intervento del Coordinatore Nazionale della Polizia Locale Gennaro Martinelli, ha ribadito la propria preoccupazione per gli effetti dirompenti che la cosiddetta devolution avrà, se approvata in via definitiva, su alcuni dei principali assi portanti del nostro paese: Sanità, Scuola, Sicurezza.
Una rigida divisione tra regioni ricche e povere, un progetto scolastico di matrice localistica e privo d’attenzione all’enorme patrimonio culturale e storico nazionale, una differenziazione nella possibilità d’esercitare il diritto alla tutela della salute ed alla sicurezza, non può che indebolire il sistema paese e le sue garanzie democratiche e di solidarietà.
Nei piccoli comuni, che già hanno pagato un prezzo elevatissimo ai fenomeni urbanistici ed emigratori avvenuti dal dopoguerra ad oggi, quest’assetto fortemente egoistico non potrà che creare ulteriori difficoltà nella costruzione di percorsi di vivibilità, reinsediamento e di tutela del patrimonio culturale, storico ed ambientale.
In questi quattro anni il Governo ha costantemente tagliato i trasferimenti agli Enti Locali, rendendo la quadratura dei bilanci dei piccoli comuni un esercizio assolutamente complesso, che alla fine ha ulteriormente penalizzato i già pochi servizi offerti alle collettività locali.
In questi giorni, alcuni centri di ricerca hanno iniziato a calcolare il costo di questa riforma sui cittadini delle varie regioni ed il quadro è desolante. Nuove tasse locali e minori risorse per i servizi pubblici e quello che si profila all’orizzonte, pensiamo a tutto questo sulle realtà dei piccoli comuni ed in particolare alle realtà del mezzogiorno d’Italia.
In questo quadro difficile e complesso operano gli appartenenti alla Polizia Municipale dei piccoli comuni, stretti tra le poche risorse disponibili, l’esiguità numerica ed il bisogno di sicurezza dei propri concittadini.
In questi comuni, i lavoratori della Polizia Municipale si trovano ad essere il terminale di riferimento continuo cui i cittadini si rivolgono per fronteggiare tutte le difficoltà che maturano nell’intero arco della giornata.
L’idea di sicurezza cui bisogna rispondere è molto più larga di quella che un’organizzazione del lavoro asettica tipica di una grande città è obbligata a fare.
E’ un ruolo complesso, basato molto sui rapporti umani e sulla capacità di rappresentare il rispetto della legalità, della convivenza e della serenità per i cittadini (particolarmente quelli più deboli) che sanno con certezza d’avere chi ricorrere in caso di qualsiasi emergenza.
Questo, avviene spesso a scapito della propria vita privata con interventi fuori sevizio o con turni stressanti e impegnativi.
Per un sindacato, questa analisi non può terminare come se fosse un dato di fatto ineluttabile, ma occorre cimentarsi nel tenere insieme i bisogni dei cittadini ed i diritti contrattuali e professionali degli agenti della Polizia Municipale dei piccoli comuni.
Primo punto essenziale le risorse economiche, indispensabili per piante organiche, acquisto di mezzi e per finanziare il salario accessorio connesso al modello organizzativo adottato dall’Ente.
E’, pertanto, indispensabile un’immediata inversione di tendenza nell’utilizzo delle risorse stanziate in finanziaria, favorendo gli stanziamenti in favore dell’erogazione di servizi di qualità per i cittadini piuttosto che elargire qualche euro in un propagandistico taglio delle tasse (ai pochi ricchi è andata bene)
Altro punto focale per migliorare gli standard lavorativi e qualitativi del servizio è l’adozione da parte del Parlamento della Legge di Riforma per la Polizia Locale. Una legge rispondente all’evoluzione dei bisogni dei cittadini in materia di sicurezza urbana ed al ruolo della Polizia Locale nelle politiche integrate di sicurezza urbana.
Purtroppo, anche in quest’ambito registriamo il disinteresse del Governo e della sua maggioranza parlamentare verso la Polizia Locale difatti, dopo quattro anni d’attesa è stata rinviata l’unica convocazione delle OO.SS. prevista per il giorno 17 marzo u.s. davanti alla Prima Commissione Affari Costituzionali.
Siamo stati facili indovini quando il giorno 10 marzo u.s., nell’ambito di un’altra iniziativa sui temi della Polizia Locale organizzata dal Comune d’Altamura (Ba), avevamo espresso forti dubbi sulla reale concretizzazione dell’audizione.
Questo perché, all’inconsistenza delle tesi demagogiche che parlano d’inserimento nel comparto sicurezza senza sapere cosa esso significhi o che vogliono trasformare la Polizia Locale, in una struttura di serie B o peggio clone mal riuscito delle Forze di Polizia Statali, contrapponiamo la chiara rivendicazione di un’identità nazionale per la Polizia Locale che ne chiarisca compiti e funzioni da Lampedusa a Campione d’Italia.
E’ chiaro, che questa tesi poco si allinea con quella di un paese “spezzatino” verso cui ci vuole portare la devolution (termine che rappresenta la rivendicazione d’autonomia di uno stato sovrano la Scozia verso l’Inghilterra).
Per passare alla situazione specifica della Puglia, in questi cinque anni il Governo Regionale non ha fornito alcuna risposta al problema relativo all’assoluta carenza di percorsi di formazione ed aggiornamento professionale.
Proprio nei piccoli comuni dove il singolo operatore deve fornire una capacità d’intervento per tutti i compiti istituzionali, dal commercio all’edilizia, all’ambiente alla polizia stradale, il problema della carenza professionale espone pesantemente i lavoratori a rischi inaccettabili e limita fortemente il servizio offerto ai cittadini.
Una legge Regionale incapace di rispondere alle esigenze dei cittadini in materia di Polizia Locale e sicurezza urbana, assenza di una scuola professionale, scarse capacità economiche dei comuni ed una legge nazionale di riforma che non rientra nei piani di questo governo, formano ostacoli contro di cui cozzano tutti i giorni gli appartenenti alla Polizia Locale delle varie realtà della Puglia.
Basti pensare, che molte attività sono svolte in collaborazione con la scuola regionale di Polizia Locale della Campania che ha sede a Benevento, quindi molto prossima alla provincia di Foggia.
In particolare, si segnala l’accordo che questa Scuola ha stipulato con l’Università di Benevento per l’Istituzione di un Corso di Laurea in Sicurezza Urbana molto interessante per gli appartenenti alle Polizie Municipali e Provinciali.
Ultimo punto affrontato nella relazione del Coordinatore Nazionale della Polizia Locale FPCGIL è quello delle unioni di comuni e dei servizi in convenzione, partendo dal lavoro svolto in sede di ultimo CCNL, dove si è tentato di dare una risposta alle questioni salariali che si ponevano per i lavoratori coinvolti nella costituzione delle Unioni di Comuni.
Risposte che tendono a favorire lo sviluppo delle forme associative tra comuni di piccole dimensioni favorendone non solo la costituzione con norme contrattuali chiare in materia di costituzione del fondo, di modelli organizzativi, ma anche capaci di affrontare i problemi dei lavoratori coinvolti in questi processi.
E’ doveroso che le Regioni garantiscano opportuni finanziamenti che favoriscano queste associazioni nel mentre il sindacato deve vigilare affinché il tutto non finisca per risultare una semplice moltiplicazione del territorio e delle incombenze a parità di dotazioni organiche ultraridotte, di mezzi, strutture, professionalità e salario il che finirebbe per essere un aggravio inutile per il personale e la resa di un servizio di bassa qualità per i cittadini.
Sono, invece, non rispondenti alle funzioni affidate alla Polizia Locale i consorzi poiché quest’ultimi costituiscono un vero e proprio consiglio d’amministrazione tra il Sindaco e la Polizia Locale, fatto che apre inquietanti scenari sulla strada della mercificazione del diritto alla sicurezza dei cittadini, della tutela dei diritti e dell’autonomia professionale degli appartenenti alla Polizia Locale.
Interessante, la sintesi finale tenuta dal Comandante di Conversano e dal Comandante di Sa. Giovanni Rotondo, che hanno posto l’accento sulla necessità di una legge che assegni in via esclusiva alla Polizia Locale la materia amministrativa delegata agli Enti Locali dal DPR 616 in poi.
Per tali materie, altamente professionali e che richiedono capacità investigativa, conoscenza dell’informatica, del territorio, di innumerevoli leggi, capacità di rapporti istituzionali, interlocuzione costante con i cittadini, presidio del territorio in rapporto ai compiti d’istituto ed a garanzia della legalità e sicurezza urbana, occorre riconoscere in maniera piena le qualità di agente o ufficiale di polizia giudiziaria e di agente di pubblica sicurezza.
Solo così sarà possibile dare piena attuazione al dettato costituzionale che assegna l’ordine pubblico allo stato e favorire un serio coordinamento con le Forze di Polizia ad ordinamento statale, essenziale in particolare nei piccoli comuni dove ottimizzare le risorse umane e professionali disponibili è un’esigenza irrinunciabile.
Roma, 29 marzo 2005
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