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Data di pubblicazione: 05 gennaio 2005

Roma."Vigili? Sì, ma solo a mezzo servizio"

PoliziaMunicipale.it
C'è la vigilessa che sotto l'uniforme indossa il costume e nei mesi liberi si trasforma in odalisca per accompagnare i concorrenti nella casa del Grande fratello. C'è l'avvocato che due volte a settimana lascia lo studio legale per catapultarsi al semaforo. Lo psicologo che la mattina sta all’incrocio e il pomeriggio sdraia i suoi pazienti sul lettino. C’è chi tre mesi l'anno monta ferramenti in alluminio, altri tre fa il falegname e nei restanti sei veste l'uniforme fischiando come se nulla fosse.
Ecco il magnifico e variegato mondo del part-time. Galassia alla Fregoli, dove ci si veste e ci spoglia (delle funzioni) dietro un sipario che ha del surreale. Satellite nascosto che ruota intorno agli automobilisti romani, con un movimento di rotazione ad personam. Vite umane costrette a raddoppiarsi per sbarcare il lunario.
In questo universo di stellette usa, posa e riusa, non manca il caso limite: Aldo Aldi, vice comandante, 3 giorni a settimana dirigente dei vigili, altri tre funzionario della Asl H di Albano, da quest’anno in pianta stabile alla Asl di Rieti. Doppio lavoro? Macché. Il tempo delle ipocrisie, delle bugie, delle mezze verità è finito. Ora è tutto regolare. Tutto alla luce del sole. Previsto dal contratto nazionale collettivo di lavoro stipulato nel triennio 1994-97 e applicato incondizionatamente anche al Corpo della polizia municipale.
«Sono il primo a rammaricarmi di questa situazione - dice Alessandro, 35 anni, agente del III Gruppo - dal primo gennaio lavoro 6 ore il venerdì e altre sei il sabato mattina -. A fine mese porterò a casa sì e no 400 euro, una miseria». Alessandro Leoni è un vigile al 33,3%, un "part-time orizzontale" . Per il restante 66,7% è un aspirante avvocato. «Una scelta obbligata, non avevo alternative, devo pensare al mio futuro», lui ammette. E racconta la sua storia di agente assunto nel '99, uno dei 980 chiamati ad arginare i flussi Giubilari. Alessandro è laureato come il 35% circa dei suoi colleghi che superarono quel concorso. Spiega, amaro: «Finora è stata una delusione, mi aspettavo che questa amministrazione mi offrisse una carriera adeguata, invece l’unica concessione è stata la moto che mi hanno assegnato all’inizio. Ma quando s’è spezzato il filo della frizione sono rimasto a piedi per 4 mesi, il tempo che c’è voluto per ripararlo».
Sono oltre 300 quelli che hanno chiesto il part-time. Vigili dimezzati. Magari acrobati, nani o ballerine (si fa per dire) purché lontani dal traffico. E non è l'unica anomalia. La prima è che su 6436, quanti ne restano in organico, poco meno della metà sono ufficiali. Un esercito di graduati, un esercito senza soldati. Fu per questo che l'amministrazione dopo aver facilitato l’ingresso di laureati per correre ai ripari fece esattamente il contrario: alzò un argine e chiese ai candidati del concorso successivo un minimo di 5 anni di anzianità di servizio più il diploma di scuola superiore, oppure 10 e la licenza media. «Col risultato che noi siamo rimasti fuori, ma ora faremo ricorso al Tar», non demorde il vigile-avvocato Alessandro Leoni.
Nico Di Noia è il responsabile del Gap. Gap sta per «gestione affari del personale». Conosce la storia del part-time dalle origini ai giorni nostri. «Prima a richiederlo erano solo vigilesse che volevano più tempo per fare le mamme. Ora le richieste stanno dilagando e sono soprattutto gli uomini a presentarle. Ci sono colleghi che lavorano 4 ore al giorno. Pattuglie che devono rientrare prima. Non riusciamo più a organizzare i turni. Io non credo che si possa andare avanti così».
L'assurdo è che a tutto questo non porta una lira in più all'amministrazione. Anzi. Nico Di Noia spiega: «Ci sono colleghi che per compensare le carenze di organico accumulano ore di straordinario. In questo modo arrotondano lo stipendio. E se lo meritano».
Qualche mese fa fece scalpore il caso di un vigile che lavorò 24 ore di seguito senza staccare mai. Scattò l'inchiesta: tra un turno e l’altro la pausa è obbligatoria. Ma è l’unica regola perché un tetto vero non c’è: «Se lo straodinario serve, si fa. Punto e basta». (
Il Messaggero)


I sindacati: «Senza prospettive, resta solo la fuga»
Il part-time? «È solo uno dei problemi che abbiamo - sostiene Gabriele Di Bella, segretario romano del Sulpm - la mancanza di prospettive economiche e professionali sta spingendo molti colleghi a chiedere il trasferimento all’Inps, alla Provincia o a candidarsi per un posto da guardiaparco regionale». Una grande fuga dalla municipale. «Ai laureati - spiega Mauro Cordova, presidente dell’Arvu - non è consentito far carriera. Ma il part-time è una decisione avventata. È’ assurdo che sia consentito anche agli ufficiali». Il caso più recente è quello del vice comandante Aldo Aldi finito alla Asl. «Non capisco come sia possibile - dice il presidente dell'XI Municipio Massimiliano Smeriglio - dire che i vigili sono pochi e poi autorizzare il distacco di un vice comandante. Qualcosa non torna». (
Il Messaggero)


IL CASO LIMITE
«Io, vice comandante distaccato alla Asl»
Vice comandante Aldo Aldi: presente. Anzi no. Lo era tre volte a settimana fino allo scorso anno. Sei ore il mercoledì, venerdì e sabato mattina. Dal 1°gennaio scorso il dirigente, in forza all’XI gruppo, è passato a tempo pieno alla Asl di Rieti. Il via libera lo ha dato il comandante generale Aldo Zanetti ma la richiesta di distacco è partita dal direttore generale della Asl Fabrizio Iecher, un ex comandante dei vigili urbani da tempo ai ferri corti con l’amministrazione comunale per un contenzioso che riguarda la sua carriera. Medico legale, patologo, nonché membro della commissione che esaminò il caso Calvi, Fabrizio Iecher è indicato da molti come il futuro capo della polizia regionale. Ed è forse pensando a questo che nel suo staff ha voluto un suo uomo, un dirigente della Municipale.

Dottor Aldo Aldi, che ci fa un vice comandante dei vigili urbani in una Asl?
«Ho 60 anni e una lunga esperienza da dirigente. Coordino il gruppo dei collaboratori del direttore generale, il dottor Iecher. Lo conosco da anni. È stato lui a volermi prima ad Albano e ora qui. L’altr’anno ero in part-time perché mancava chi mi sostituisse, ora al mio posto arriverà qualcun altro e ho ottenuto il distacco».

Perdoni la curiosità: porta ancora la divisa o lavora in abiti civili ?
«Se è per questo la divisa non la portavo neanche prima. Svolgevo un ruolo direttivo, mi occupavo di edilizia e di polizia amministrativa. Sono uno della vecchia guardia. Entrai nel ’73 quando il comandante si chiamava Francesco Andreotti. E non so se mi spiego. Ora sono cambiate tante cose. Io, ad esempio, ho una laurea honoris causa in Giurisprudenza ma nessuna possibilità di carriera. Da qui la scelta di seguire Iecher. Faccio il pendolare ma guadagno 1000 euro in più al mese».

All’epoca del comandante Andreotti il part-time non c’era ...
«Non sarebbe mai stato possibile, altri tempi. Ma d’allora la nostra condizione è molto peggiorata, mi creda». (
Il Messaggero)
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