Data di pubblicazione:
21 novembre 2014
Gestione dello stress mei luoghi di lavoro
Tipo di evento:
Convegno
Il Gruppo di lavoro di coordinamento RLS Comune di Milano, in occasione della
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SETTIMANA EUROPEA PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO"
promuove il Convegno
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GESTIONE DELLO STRESS E DEI RISCHI PSICOSOCIALI NEL LUOGO DI LAVORO"
Milano Venerdì 21 novembre 2014 ore 9.00-13.00
Fondazione della Memoria - via Dogana, 3 ( MM 1-3 )
www.rlsinrete.it
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Contatti : 347.3282837 342.1876956
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Il Convegno, iniziativa dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza del Comune di Milano, intende focalizzare l'attenzione sui rischi SLC a partire dal pubblico impiego, che comprende in primis i dipendenti degli Enti locali e della sanità. Tali rischi, che devono essere obbligatoriamente valutati a partire dal 31 dicembre 2010, spesso sono ignorati e trattati con superficialità, sia per scarsa conoscenza tra i lavoratori interessati che per scarsa sensibilità e attenzione dei datori di lavoro e dei dirigenti.
Cosa sono lo stress lavoro-correlato e i rischi psicosociali?
Lo stress lavoro-correlato insorge quando le esigenze lavorative sono superiori alla capacità del lavoratore di affrontarle. Questa è una delle conseguenze più importanti derivanti da un ambiente di lavoro carente dal punto di vista psicosociale, anche perché i lavoratori sottoposti ad uno stress prolungato sul lavoro possono arrivare a soffrire di gravi problemi di salute mentale e fisica.
Che cosa pensano i lavoratori europei dello stress lavoro correlato?
Un recente sondaggio d'opinione paneuropeo (© EU-OSHA/Michel Wielick) ha rivelato che:
il 72 % dei lavoratori ritiene che la riorganizzazione del lavoro o la precarietà del lavoro sia una delle cause più comuni dello stress lavoro-correlato;
il 66 % attribuisce lo stress alle «ore lavorate o al carico di lavoro»;
il 59 % attribuisce lo stress al fatto di «essere oggetto di comportamenti inaccettabili come mobbing o molestie»;
il 51 % dei lavoratori riferisce che lo stress lavoro-correlato è comune nel proprio luogo di lavoro;
all'incirca quattro lavoratori su dieci pensano che lo stress non venga gestito adeguatamente nel loro luogo di lavoro.
Secondo un'analisi compiuta dall'
Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, da qui a soli sei anni il motivo principale per cui i lavoratori saranno costretti ad assentarsi dal lavoro sarà lo stress. Tra
i motivi principali della condizione di stress nella quale può trovarsi un lavoratore del Vecchio Continente sono
l'assenza di una sicurezza lavorativa, ovvero lo stato di
precarietà, la
mole di lavoro da svolgere e l'
assenza di un adeguato supporto da parte dei colleghi di lavoro e dei propri diretti superiori.
Fino ad oggi è stato fatto poco per porre un argine a questo problema, motivo per cui da qui a sei anni, se non si correrà subito ai ripari, lo stress diventerà, come detto, il motivo principale per cui un lavoratore non si recherà al lavoro, con conseguenti costi economici e sociali molto alti.
Si parla in questo caso di "stress lavoro-correlato" di chiara natura socio/ambientale di cui potrà essere vittima una buona percentuale di lavoratori che, in tempi di crisi e precarietà, decideranno di andare comunque a lavorare, non riuscendo tuttavia a svolgere i propri compiti in modo consono. Questo fenomeno, che è stato definito "presenzialismo", causa una flessione della produttività con conseguente danno economico e quindi, alla fine, per il lavoratore stesso.
Ma qual è la situazione al Comune di Milano?
E' stato effettuato un primo monitoraggio tra i lavoratori soggetti a sorveglianza sanitaria nel 2011 ed è in corso quello per i non soggetti a sorveglianza sanitaria. Tra i settori più critici, possiamo indicare la
Polizia Locale ove è apparsa trasversale a tutte le mansioni analizzate la scarsa informazione ai lavoratori sulle tematiche relative allo stress lavoro-correlato e la mancanza di formazione specifica soprattutto per le figure professionali di riferimento, in merito alla gestione delle persone ed alle relazioni interpersonali.
Nel Settore
Famiglia /Servizi sociali ad eccezione del personale amministrativo il cui indice di rischio è risultato accettabile, per le altre mansioni analizzate il grado di Criticità riscontrato è risultato alto (ASSISTENTE SOCIALE e OPERATORI RICOVERI NOTTURNI) e indici meritevoli di monitoraggio nel tempo per le figure degli EDUCATORI e degli ESA.)
Tale risultato non fa altro che confermare quanto già è segnalato nelle riunioni
periodiche annuali sulla base dell'evidenza di giudizi di non idoneità temporanea o permanente, in particolare per gli educatori CDD, correlata a situazioni di esaurimento psicofisico che può configurarsi nel cosiddetto burnout.
Dobbiamo constatare il ritardo della nuova valutazione del rischio per tutte le mansioni , che doveva essere effettuata già nel 2013 con l'elaborazione delle check list, dei dati raccolti durante i sopralluoghi, dall'analisi delle eventuali presenza di patologie e/o disturbi segnalati o diagnosticati durante la sorveglianza sanitaria. Questa sarà una delle priorità che chiediamo al Comune di Milano nel rinnovo del Servizio di Protezione e Prevenzione che dovrà essere effettuato dal 1 gennaio 2015.
Gli Operatori Ponte della Polizia Locale
La DC Polizia Locale ha attivato da circa due anni un servizio di supporto psicologico rivolto a tutti gli operatori coinvolti in eventi critici e traumatici nell'ambito del loro servizio.
All'interno dei vari comandi e servizi della Polizia Locale di Milano sono stati formati quest'anno circa quaranta operatori "Ponte": queste risorse costituiranno una vera e propria rete di sostegno per i colleghi che ne avessero necessità, essendo in grado di ascoltare, raccogliere eventuali bisogni e fare "da ponte" con gli psicologi del Centro Ricerche e Studi in Psicotraumatologia. Difatti l'operatore di Polizia Locale è a volte esposto a episodi traumatici: interventi su bambini particolarmente gravi, aggressioni o minacce subite durante il proprio servizio, interventi in scenari pericolosi o violenti (suicidi, omicidi, violenze domestiche), operazioni in incidenti con numerose vittime, esposizione a scene con particolari cruenti o assurdi, ogni caso di morte, abuso, trascuratezza su minori. Sono solo alcuni esempi che possono generare reazioni soggettive e che colpiscono in modo differente gli operatori, che nell'ambito dello stesso intervento possono avere ruoli diversi.
In allegato l'opuscolo
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SETTIMANA EUROPEA PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO"
promuove il Convegno
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GESTIONE DELLO STRESS E DEI RISCHI PSICOSOCIALI NEL LUOGO DI LAVORO"
Milano Venerdì 21 novembre 2014 ore 9.00-13.00
Fondazione della Memoria - via Dogana, 3 ( MM 1-3 )
www.rlsinrete.it
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Contatti : 347.3282837 342.1876956
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Il Convegno, iniziativa dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza del Comune di Milano, intende focalizzare l'attenzione sui rischi SLC a partire dal pubblico impiego, che comprende in primis i dipendenti degli Enti locali e della sanità. Tali rischi, che devono essere obbligatoriamente valutati a partire dal 31 dicembre 2010, spesso sono ignorati e trattati con superficialità, sia per scarsa conoscenza tra i lavoratori interessati che per scarsa sensibilità e attenzione dei datori di lavoro e dei dirigenti.
Cosa sono lo stress lavoro-correlato e i rischi psicosociali?
Lo stress lavoro-correlato insorge quando le esigenze lavorative sono superiori alla capacità del lavoratore di affrontarle. Questa è una delle conseguenze più importanti derivanti da un ambiente di lavoro carente dal punto di vista psicosociale, anche perché i lavoratori sottoposti ad uno stress prolungato sul lavoro possono arrivare a soffrire di gravi problemi di salute mentale e fisica.
Che cosa pensano i lavoratori europei dello stress lavoro correlato?
Un recente sondaggio d'opinione paneuropeo (© EU-OSHA/Michel Wielick) ha rivelato che:
il 72 % dei lavoratori ritiene che la riorganizzazione del lavoro o la precarietà del lavoro sia una delle cause più comuni dello stress lavoro-correlato;
il 66 % attribuisce lo stress alle «ore lavorate o al carico di lavoro»;
il 59 % attribuisce lo stress al fatto di «essere oggetto di comportamenti inaccettabili come mobbing o molestie»;
il 51 % dei lavoratori riferisce che lo stress lavoro-correlato è comune nel proprio luogo di lavoro;
all'incirca quattro lavoratori su dieci pensano che lo stress non venga gestito adeguatamente nel loro luogo di lavoro.
Secondo un'analisi compiuta dall'
Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, da qui a soli sei anni il motivo principale per cui i lavoratori saranno costretti ad assentarsi dal lavoro sarà lo stress. Tra
i motivi principali della condizione di stress nella quale può trovarsi un lavoratore del Vecchio Continente sono
l'assenza di una sicurezza lavorativa, ovvero lo stato di
precarietà, la
mole di lavoro da svolgere e l'
assenza di un adeguato supporto da parte dei colleghi di lavoro e dei propri diretti superiori.
Fino ad oggi è stato fatto poco per porre un argine a questo problema, motivo per cui da qui a sei anni, se non si correrà subito ai ripari, lo stress diventerà, come detto, il motivo principale per cui un lavoratore non si recherà al lavoro, con conseguenti costi economici e sociali molto alti.
Si parla in questo caso di "stress lavoro-correlato" di chiara natura socio/ambientale di cui potrà essere vittima una buona percentuale di lavoratori che, in tempi di crisi e precarietà, decideranno di andare comunque a lavorare, non riuscendo tuttavia a svolgere i propri compiti in modo consono. Questo fenomeno, che è stato definito "presenzialismo", causa una flessione della produttività con conseguente danno economico e quindi, alla fine, per il lavoratore stesso.
Ma qual è la situazione al Comune di Milano?
E' stato effettuato un primo monitoraggio tra i lavoratori soggetti a sorveglianza sanitaria nel 2011 ed è in corso quello per i non soggetti a sorveglianza sanitaria. Tra i settori più critici, possiamo indicare la
Polizia Locale ove è apparsa trasversale a tutte le mansioni analizzate la scarsa informazione ai lavoratori sulle tematiche relative allo stress lavoro-correlato e la mancanza di formazione specifica soprattutto per le figure professionali di riferimento, in merito alla gestione delle persone ed alle relazioni interpersonali.
Nel Settore
Famiglia /Servizi sociali ad eccezione del personale amministrativo il cui indice di rischio è risultato accettabile, per le altre mansioni analizzate il grado di Criticità riscontrato è risultato alto (ASSISTENTE SOCIALE e OPERATORI RICOVERI NOTTURNI) e indici meritevoli di monitoraggio nel tempo per le figure degli EDUCATORI e degli ESA.)
Tale risultato non fa altro che confermare quanto già è segnalato nelle riunioni
periodiche annuali sulla base dell'evidenza di giudizi di non idoneità temporanea o permanente, in particolare per gli educatori CDD, correlata a situazioni di esaurimento psicofisico che può configurarsi nel cosiddetto burnout.
Dobbiamo constatare il ritardo della nuova valutazione del rischio per tutte le mansioni , che doveva essere effettuata già nel 2013 con l'elaborazione delle check list, dei dati raccolti durante i sopralluoghi, dall'analisi delle eventuali presenza di patologie e/o disturbi segnalati o diagnosticati durante la sorveglianza sanitaria. Questa sarà una delle priorità che chiediamo al Comune di Milano nel rinnovo del Servizio di Protezione e Prevenzione che dovrà essere effettuato dal 1 gennaio 2015.
Gli Operatori Ponte della Polizia Locale
La DC Polizia Locale ha attivato da circa due anni un servizio di supporto psicologico rivolto a tutti gli operatori coinvolti in eventi critici e traumatici nell'ambito del loro servizio.
All'interno dei vari comandi e servizi della Polizia Locale di Milano sono stati formati quest'anno circa quaranta operatori "Ponte": queste risorse costituiranno una vera e propria rete di sostegno per i colleghi che ne avessero necessità, essendo in grado di ascoltare, raccogliere eventuali bisogni e fare "da ponte" con gli psicologi del Centro Ricerche e Studi in Psicotraumatologia. Difatti l'operatore di Polizia Locale è a volte esposto a episodi traumatici: interventi su bambini particolarmente gravi, aggressioni o minacce subite durante il proprio servizio, interventi in scenari pericolosi o violenti (suicidi, omicidi, violenze domestiche), operazioni in incidenti con numerose vittime, esposizione a scene con particolari cruenti o assurdi, ogni caso di morte, abuso, trascuratezza su minori. Sono solo alcuni esempi che possono generare reazioni soggettive e che colpiscono in modo differente gli operatori, che nell'ambito dello stesso intervento possono avere ruoli diversi.
In allegato l'opuscolo
L'opuscolo | 1,6 MB |
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