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Data di pubblicazione: 31 agosto 2023

Strade private

QUESITO DI UN ABBONATO

Gentile Redazione,

l’Ufficio Tecnico del nostro ente ritiene di non avere nessuna competenza su tutte le strade o aree aperte al pubblico transito ma ancora ricadenti su proprietà privata (perché mai acquisite al patrimonio comunale). Lo scrivente, contrariamente, ritiene che una strada o un’area aperta al pubblico transito è soggetta al C.d.S. pertanto qualsiasi occupazione o manomissione, deve essere preceduta da autorizzazione/concessione rilasciata, secondo il parere dello scrivente, dal Comune.

Questo diverso “punto di vista” ha come conseguenza l’occupazione abusiva della sede stradale da parte di più cittadini che, verificando catastalmente i confini della loro proprietà, piantano paletti, borchie o, meglio ancora, realizzano una recinzione sulla linea di confine manomettendo il manto in asfalto (per lo più realizzato a spese del comune).

A seguito di alcune segnalazioni dove viene lamentata l’occupazione arbitraria della sede stradale, gli intervenuti hanno sempre accertato e contestato, a seconda del caso, la violazione agli artt. 20 e/o 21 del C.d.S. ordinando l’immediato ripristino dei luoghi.

Avverso uno dei verbali e stato presentato ricorso tramite un legale di fiducia al G.d.P. il quale, visti gli allegati alla richiesta di annullamento dai quali si evince il benestare dell’UTC, ha accolto il ricorso nonostante la mancanza di qualsiasi titolo autorizzativo e condannato al pagamento delle spese di giudizio.

Ad onor del vero, l’ex dirigente del settore, con lo scopo di cedere la parte di strada catastalmente non compresa nel patrimonio comunale (senza alcun atto formale), aveva a suo tempo incaricato un tecnico esterno per l’esatta individuazione dell’area privata (comprendente circa 50 cm di asfalto in una curva con scarsa visibilità di una via vicinale inserita nell’elenco delle strade comunali approvato con Delibera di C.C.) evidenziando la linea di confine con borchie piantate sulla sede stradale, asfaltata ad opera dell’ente. Il proprietario dell’area, successivamente, ha realizzato una recinzione con rete arancione di “cantiere” sostenuta da paletti in ferro piantati lungo il confine contrassegnato dalle borchie.

L’ennesima segnalazione pervenuta denuncia una abusiva occupazione, da parte di una concessionaria, con auto destinate alla vendita di un’area destinata ad un parcheggio pubblico.

Dagli accertamenti esperiti è emerso che la concessionaria non ha inoltrato richiesta di occupazione plateatico perchè “l’ente non ha alcuna competenza su quell’area in quanto ancora privata”.

Si evidenzia che le opere (area a parcheggio, marciapiede, aiuole, illuminazione ecc) sono state realizzate dalla ditta lottizzante (società ancora in essere che gestisce il centro commerciale ivi esistente) beneficiando dello scomputo degli oneri e, non essendo mai stata collaudata, non può essere presa in carico dal comune pertanto secondo l’UTC essendo ancora privata (lottizzazione risalente al 1984) l’ente non ha nessuna competenza in merito.

Per quanto sopra credo si possano ipotizzare le violazioni agli art. 328 e 323 del C.P. oltre a un eventuale danno erariale (incaricare un tecnico per un rilievo topografico al fine di “regalare” un pezzo di strada nel tentativo di dirimere una controversia penso non sia del tutto regolare). Senza contare che nel secondo caso, nonostante tutti i tecnici siano a conoscenza della mancata acquisizione delle opere per assenza del collaudo nessuno si sia preoccupato negli anni di completare la pratica.

Vista la tenacia con cui viene difesa questa posizione da parte dell’UTC, peraltro “accettata” anche dagli altri uffici, compresa la segreteria, vorrei capire in base a quale normativa possa essere giustificato il loro operato.

Dovendomi confrontare con i legali delle parti e procedere per definire in qualche modo la diatriba si chiede un Vostro parere in merito.

In particolare, accertato che tutte le auto della concessionaria sono prive di assicurazione e alcune non ancora immatricolate, considerato che l’area è sempre stata ed è tuttore di uso pubblico e che alla ditta non è mai stato rilasciato alcun titolo autorizzativo per l’occupazione del plateatico, si chiede se ipotiticamente (extrema ratio)sarebbe possibile procedere con il sequestro dei veicoli, in particolare di quelli non immatricolati privi di targhe?

In attesa di un Vostro riscontro, colgo occasione per porgere cordiali saluti.

 

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