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Data di pubblicazione: 08 gennaio 2014

Mobilitazione nazionale della Polizia Locale

PoliziaMunicipale.it
Un paio di mesi or sono, la nostra redazione è stata contattata dai promotori della mobilitazione nazionale della polizia locale, che si articolerà su due giorni tra Milano e Roma, col duplice scopo di non far dimenticare il barbaro assassinio del collega Nicolò Savarino e di far sentire la voce dei circa 65.000 operatori sotto i palazzi dove vengono decise le sorti di questo paese.

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Il primo impulso è stato quello di catalogare l'iniziativa come una delle tante destinate a raccontare l'annoso malcontento della categoria, ma ci è voluto molto poco, grazie anche ad un colloquio telefonico con gli organizzatori, per capire che si trattava di qualcosa di diverso, destinato ad un maggiore successo di partecipazione e risonanza mediatica.
Il problema della polizia locale, oltre alla relativa esiguità dei numeri che può mettere in campo rispetto ad altre categorie (e quindi meno voti, minore eco mediatica), è stato da sempre la tendenza ad una cronica divisione interna. C'è chi vorrebbe fare un balzo epocale ed entrare nel comparto sicurezza, con tutti gli oneri ma anche i vantaggi della Polizia di Stato; c'è chi rivendica una specificità ed originalità di ruoli che affonda le proprie radici nella tradizione storica e non vuole perdere questa sua identità. A livello locale i problemi sono sentiti in maniera diversa così come le varie necessità.
Sicuramente, in tutto ciò, un ruolo lo hanno giocato anche i sindacati di categoria, che in passato non sono mai riusciti a fare sintesi e portare avanti delle basi comuni, puntando piuttosto a contendersi gli iscritti a colpi di promesse.
Il movimento alla base di questa mobilitazione cerca di fare proprio questo. Vuole unire tutta la categoria attorno a poche, essenziali necessità che accomunano tutti, al di fuori ed oltre le logiche delle ideologie che caratterizzano le varie rappresentanze sindacali.
Sul fatto che la polizia locale è altra cosa rispetto agli impiegati dei Comuni, non si può che essere tutti d'accordo, così come sul fatto che per svolgere il proprio lavoro, abbia bisogno degli strumenti per farlo, come l'accesso alle banche dati. Come si può negare poi l'assurdità dell'esclusione della polizia locale dai benefici di cui godono gli appartenenti ad altre categorie dalle mansioni sovrapponibili, come l'equo indennizzo per causa di servizio? E soprattutto c'è la consapevolezza delle scarsissime condizioni di sicurezza in cui lavorano gli operatori della polizia locale, le cui conseguenze sono ben visibili negli episodi di cronaca raccolti nel nostro osservatorio "
vigili picchiati".
La sensazione, quindi, è che per una volta si possa riunire tutta la categoria, non sotto una bandiera o un simbolo, ma sotto il grido di dolore per un disagio a cui la politica avrebbe potuto dare una risposta da tempo. Dopo la mobilitazione nazionale, forse, ignorare quel grido sarà un po' più difficile.


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