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Data di pubblicazione: 24 settembre 2009

Ronde - Regioni

PoliziaMunicipale.it



NOTIZIA DEL 24.09.2009

RICORSI DELLA
REGIONE TOSCANA E DELLA REGIONE UMBRIA
CONTRO LE NORME SULLE RONDE

fonte:
www.agi.it

Doppio ricorso della Regione Umbria alla Corte Costituzionale contro le norme che disciplinano l'istituzione delle ronde e contro la legge per la localizzazione di nuovi impianti nucleari. Lo ha deciso la Giunta regionale che ha definito entrambe le norme lesive delle competenze regionali e del principio di leale collaborazione in materie che sono di particolare rilevanza per i cittadini e per la comunita' regionale.
Oggetto dell'impugnativa, la Legge nazionale sulla sicurezza pubblica in quella parte che comprende nelle attivita' soggette a disciplina esclusivamente statale materie di competenza regionale, quali la sicurezza urbana e le situazioni di disagio sociale nonche' l'obbligo d'iscrizione nell'elenco tenuto dai Prefetti anche di associazioni che svolgono attivita' correlate con la sicurezza urbana ed il disagio sociale ma non relative alla tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza. Altro punto di contestazione l'obbligo per i Sindaci di utilizzare prioritariamente associazioni costituite tra appartenenti in congedo delle Forze dell'Ordine, delle Forze armate e di altri Corpi dello Stato per compiti diversi da quelli di segnalare circostanze rilevanti ai fini dell'ordine pubblico e sicurezza. Ritenuta incostituzionale anche la parte della norma che affida al Ministro dell'Interno il compito di determinare, con Decreto gli ambiti operativi delle disposizioni, i requisiti per l'iscrizione nell'elenco e le modalita' di tenuta dei relativi elenchi anche su materie di competenza regionale quali la sicurezza urbana e le situazioni di disagio sociale. Impugnata la parte in cui non si prevede alcun ruolo delle Regioni nella procedura di iscrizione e nel monitoraggio della permanenza dei requisiti in capo alle associazioni ed ai loro membri, nonostante che tali associazioni operino in materie di competenza regionale. Censurata, infine, la mancata istituzione di meccanismi di coordinamento tra Governo e Regione, senza prevedere l'intesa nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni o della Conferenza Unificata.
Relativamente alla legge che disciplina la costruzione di impianti per la produzione di energia elettrica nucleare, la Giunta regionale contesta, tra l'altro, gli articoli che non prevedono una 'intesa vincolante' fra Stato e Regioni per la realizzazione di impianti ma semplicemente un parere in sede di Conferenza Unificata sulla base di una autorizzazione unica rilasciata dal Ministro dello Sviluppo economico, di concerto con quelli di Ambiente e Infrastrutture. In cio' ledendo - per l'esecutivo dell'Umbria - il ruolo della Regione e le competenze in materia di tutela del territorio, dell'ambiente e di autonomia degli Enti locali.






NOTIZIA DEL 23.09.2009

RICORSI DELLA
REGIONE TOSCANA E DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA TOSCANA
CONTRO LE NORME SULLE RONDE




fonte:
www.regioni.it

"Sicurezza e ronde": il 21 settembre le Regioni Toscana ed Emilia-Romagna hanno deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale.

Il ricorso toscano annunciato dal Vicepresidente della Regjone Federico
Gelli. Sulla questione delle ronde la Toscana, e analogamente l'Emilia Romagna, ha impugnato alcuni commi dell'articolo 3 della legge nazionale perche', ha spiegato Gelli ''sulle ronde c'è un fondato problema di competenza e su questo intendiamo dare battaglia''. ''Le norme relative alle ronde - ha spiegato il vicepresidente della Giunta toscana Gelli - non solo solo sbagliate e addirittura pericolose per la stessa sicurezza dei cittadini, ma contengono anche profili di illegittimita' costituzionale''. Secondo Gelli ''purtroppo abbiamo poche competenze per contrastare altre scelte molto gravi fatte proprie dal governo nazionale, come quelle dell'introduzione del reato di clandestinita' e crediamo che la sicurezza non si raggiunge con la demagogia delle risposte viscerali ma piuttosto con il buon senso''.
La Regione Emilia-Romagna fara' ricorso alla Corte Costituzionale contro l'articolo della legge sulla sicurezza pubblica (n.94 del 2009) che disciplina le cosiddette ronde.
"Il nostro fine - ha spiegato il presidente Vasco
Errani - e' assicurare chiarezza nelle competenze, senza sovrapposizioni e confusione in una materia cosi' delicata, come la sicurezza, che riguarda un diritto fondamentale di tutti i cittadini''.
La Regione Emilia-Romagna sostiene, innanzitutto, l'illegittimità del comma che prevede che ci possa avvalere, previa intesa con il prefetto, della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati al fine di segnalare alle Forze di polizia dello Stato o locali eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale (art. 3 comma 40). L'incostituzionalità riguarda il mancato riconoscimento del ruolo delle Regioni e la violazione della competenza regionale in materia di polizia amministrativa locale e sicurezza urbana. Il ricorso chiede poi la pronuncia di illegittimità costituzionale anche per i commi che regolamentano altri aspetti concreti (41-43): dall'obbligo di iscrizione nei registri del prefetto all'obbligo dei sindaci di avvalersi in via prioritaria di ex appartenenti alle forze dell'ordine. L'ultimo punto del ricorso riguarda la violazione del principio di leale collaborazione e del dovere, anche questo dettato dalla Costituzione, di prevedere forme di coordinamento tra Stato e Regioni su tali materie.
(red/22.09.09)






NOTIZIA DEL 22.09.2009

RICORSO DELLA
REGIONE TOSCANA
CONTRO LE NORME SULLE RONDE

fonte:
Regione toscana

La Regione Toscana ricorrerà alla Corte Costituzionale contro le norme che, nell'ambito della legge 94/2009 ("
Disposizioni in materia di sicurezza pubblica"), consentono l'istituzione delle cosiddette ronde.

Questo quanto ha deciso oggi la giunta, impugnando l'articolo 3 della legge nella parte in cui si prevede che i sindaci, di intesa con i prefetti, possano avvalersi della collaborazione di privati cittadini nella gestione della sicurezza urbana e al fine di prevenire situazioni di disagio sociale.


Per la Regione Toscana si tratta infatti di norme costituzionalmente illegittime e che, tra l'altro, violano l'articolo 117 anche sotto l'aspetto del principio della leale collaborazione istituzionale.


Ad annunciare il ricorso è stato il vicepresidente Federico Gelli, che tra le sue deleghe ha anche quella alle politiche di prevenzione per la sicurezza urbana:
«Le norme relative alle ronde non sono solo sbagliate e addirittura pericolose per la stessa sicurezza dei cittadini, contengono anche profili di illegittimità costituzionale – sottolinea Gelli – Purtroppo abbiamo poche competenze per contrastare altre scelte molto gravi fatte proprie dal governo nazionale, come quella relativa all'introduzione del reato di clandestinità, fatto che per la prima volta nell'Italia democratica consente di procedere contro persone per quello che sono e non per quello che hanno fatto. Però sulle ronde c'è anche un fondato problema di competenze e su questo intendiamo dare battaglia, nella consapevolezza che la sicurezza non si raggiunge con la demagogia delle risposte viscerali ma piuttosto col buon senso. E che dunque non servono le ronde, soprattutto quando non ci stanziano le risorse per la benzina delle vetture delle forze dell'ordine».
L'impugnazione della Regione riguarda i commi 40, 41, 42 e 43 dell'articolo 3 e quindi anche la parte in cui si prevede uno specifico "elenco" delle associazioni tenuto a cura del prefetto, nonché la disposizione che prevede che in questo elenco siano iscritte in via prioritaria le associazioni di appartenenti alle forze dell'ordine e alle forze armate in congedo.
L'impugnazione della Regione si fonda su un'ampia giurisprudenza consolidata già prima della riforma del titolo quinto della Costituzione. La competenza statale, insomma, riguarderebbe le "funzioni primariamente dirette a tutelare beni fondamentali" e non può dilatarsi fino a vanificare "ogni ripartizione di compiti tra autorità statali di polizia e autonomie locali».
L'articolo 117 della Costituzione, in realtà, attribuisce alla competenza legislativa statale «l'ordine pubblico e la sicurezza, a esclusione della polizia amministrativa locale».Quest'ultima, insomma, è una competenza esclusiva residuale, su cui la Regione Toscana ha già legiferato in passato, in particolare con la legge 12/2006 ("Norme in materia di polizia comunale e provinciale") che, tra l'altro, prevede che i comuni e le province possano stipulare convenzioni con associazioni di volontariato iscritte negli appositi registri.
«In pratica, utilizzando espressioni notevolmente ampie come sicurezza urbana e situazioni di disagio sociale, si fa in modo di svuotare le competenze regionali – spiega ancora Gelli – ma al di là delle questione di diritto, quello che la Regione Toscana vuole ribadire è che il diritto a città sicure e vivibili non si persegue in questo modo. Scorciatoie e demagogia non servono. E in questo senso la nostra legge contro il degrado e per la sicurezza sarà un banco di prova che farà della Toscana un vero e proprio laboratorio di un modello alternativo, fatto di lotta al degrado, rispetto delle regole, polizia preparata e inserita nelle varie comunità. E anche di partecipazione dei cittadini, certo: ma di partecipazione alle scelte, non a ronde che hanno già dimostrato di fare più danno che altro».

Autore: Paolo Ciampi


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