Campi nomadi

Giudici Amministrativi contro Governo? Sembrerebbe di si, a leggere le motivazioni della Sentenza del TAR Lazio con la quale è stato giudicato illegittimo il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 maggio 2008, e le successive Ordinanze del medesimo Presidente del Consiglio del 30 maggio 2008 e di tutti i provvedimenti dei Prefetti di Roma, Milano e Napoli con i quali si disponeva, in primis, lo stato di emergenza in relazione all'insediamento di campi nomadi, e, successivamente, veniva disposta l'effettuazione indiscriminata di rilievi segnaletici nei campi nomadi stessi
Secondo i magistrati del TAR Lazio, sono stati lesi diritti costituzionalmente garantiti, e, con la Sentenza n. 6352 del 1 luglio 2009, la Sez. I del TAR laziale ha deciso di accogliere una parte del ricorso, presentato da un gruppo di nomadi, contro gli atti di cui sopra, relativamente al divieto di raccolta indiscriminata dei dati segnaletici, anche di minori. Infatti, secondo la legge italiana, è possibile effettuare rilievi segnaletici solo delle persone pericolose o sospette oppure di quelle che non sono in grado di provare la propria identità o di provarla.
Gli atti, compreso il DPCM del 21 maggio 2008, era stato adottato con il presupposto del grave stato igienico-sanitario e ambientale dei campi nomadi nelle tre province, e dello stato di allarme che questa situazione aveva provocato. Secondo l'intendimento del Governo, i provvedimenti dovevano consentire di procedere all'identificazione delle persone, anche minori di età, attraverso rilievi segnaletici; inoltre venivano impartite disposizioni relative alla gestione dei villaggi nomadi.
Secondo i giudici del TAR Lazio, invece, i provvedimenti hanno violato i diritti costituzionalmente riconosciuti di libertà di circolazione, di soggiorno, di facoltà di scelta dell'attività lavorativa dei cittadini, nonché lesive del diritto alla vita di relazione di questi ultimi. Inoltre non è stata rispettata anche la normativa relativa al trattamento dei dati sensibili, approvata con D.Lgs. n. 196/2003.

R. Benigni