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Data di pubblicazione: 12 ottobre 2006

Editoriali ANCUPM

PoliziaMunicipale.it


Riccione '06 ridà fiato alla legge quadro n.65/'86

LA SUA RIFORMA NON SI PUO' E NON SI DEVE FARE


Il 20 settembre u.s.,nel gremitissimo Salone del Palazzo dei Congressi di Riccione, per quanti vanno blaterando la morte della legge '65, il suo spettro ha aleggiato nel corso dell'intera mattinata inaugurale, attraverso la verità dello spot pubblicitario televisivo "il passato è l'invenzione del futuro",meglio espresso dal pensiero francese di Anatole France (1884-1924) "tutta la grazia del mondo è nel passato!" Abbiamo avuto la fortuna di assaporare "questa grazia" , in questo triste momento della storia istituzionale, a Riccione, dove la magistrale regia del collega Peppino De Carlo ha fatto accorrere al capezzale della moritura legge 65 due luminari medici, questi sì onorevoli della passata nona legislatura,l'Avv. Adriano Ciuffi,già Sottosegretario all'Interno, Relatore dell'Ordinamento della P. M., ed uno dei padri di questa Nuova Regolamentazione Nazionale della Categoria, Enea Cerquetti, insieme ai compianti Sindaci di Milano, Aldo Aniasi,e di Bari, Nicola Vernola.Testimonianze eccellenti si sono rivelate le due storiche presenze di Cerquetti e Ciaffi, che, hanno celebrato i tanti tesori di garanzie funzionali assicurate dallo loro creatura giuridica,superficialmente e dolosamente attaccata da detrattori colleghi, ignari di quel che loro riserva la proposta di riforma presentata dal raggruppamento di sinistra "Disposizioni per il coordinamento in materia di sicurezza pubblica e polizia amministrativa locale,e per la realizzazione di politiche integrate per la sicurezza".
"Inopportuna ed impossibile giuridicamente" è stato il verdetto dei due illustri testimoni. L'inopportunità è stata fortemente sostenuta dall'On. Cerquetti che, ripercorrendo il lungo percorso politico e culturale confluito nel Convegno di Siena, ha ricordato come, con una storica sintesi mediatrice poltica-sindacale-associativa, si riuscì a realizzare un effettivo coordinamento tra tutte le Forze di Polizia, capace di disarmare il terrorismo, a differenza del ventilato,farraginoso, nuovo coordinamento(?), difficilmente raggiungibile con la nuova Proposta sostenuta dall'ANCI, proprio perché il processo di riorganizzazione delle strutture di Polizia locale non sarà più subordinato alla riforma della 65, ma sarà affidato all'aleatoria iniziativa legislativa, che non c'è, delle Regioni,quando,se e come vorranno, ciascuna per proprio conto, con un forte pericolo per la stabilità conclamata della posizione giuridica dei Comandanti di P.M.-Insieme alle tante ombre per il nuovo destino della Polizia locale,l'anziano parlamentare lombardo,strenuo difensore della "sua" legge,ha allertato a non farsi abbindolare da pseudo "punti di valenza ideologica", di non fidarsi delle incerte politiche di Piani e Patti vari, convinto che i problemi della Sicurezza Urbana si possono risolvere con diverse soluzioni programmatiche miranti a rinforzare le strutture funzionali della Polizia locale,da non indebolire,o addirittura mettere in crisi e far sparire.
L'On. Adriano Ciaffi,invece, ha evidenziato l'impossibilità giuridica di abrogazione, in toto, della 65, argomentando con il combinato disposto dagli artt.117 e 118 Cost. con la 121/'81,art.15, sostenendo che lo Stato non ha competenza ad abrogare la legislazione regionale, né questa può contrastare con quella nazionale. "Occorre un movimento della Categoria per dissipare i tanti pericoli per la sopravvivenza di questa secolare Polizia dei Comuni,un miglior approdo per aggiornare la 65, senza cancellare "le righe di piombo" dell'autonomia dei Comandanti:meglio una pezza che l'intero suo strappo,mentre la Proposta dell'Anci sembra incostituzionale,è un falso miraggio, un'utopia, una ricerca temeraria di minaccia per i Corpi di Polizia Municipale e le consolidate posizioni giuridiche dei Comandanti, faticosamente raggiunte con l'art.9 della 65, insieme di garanzie competenziali, pacificamente riconosciute dalla dottrina dominante e dai Tribunali amministrativi,civili e penali". Appassionata questa arringa difensiva a strenua difesa del miracolo operato per il Primo Ordinamento di Polizia Municipale, ora abbisognevole di necessarie integrazioni(Sicurezza Urbana!) e di stigmatizzazioni di confini e di ruoli diversificati, ma da non confondere in una ammucchiata di nuove sigle e nomenclature, che mal si conciliano con le indispensabili esigenze di migliori identificazioni sociali e di certezze operative, per evitare, come ha ammonito il nostro Avvocato Adriano Ciaffi: "una nuova instabilità, un sicuro depotenziamento della Polizia locale,un triste ritorno al caos del passato".

A fronte delle testimonianze-audizioni, davanti alla massima platea nazionale della Polizia locale, dei due Santi Medici,nobili figure passatiste, stridente è diventato l'imbarazzo del moderatore del dibattito, il collega Aldo Zanetti, coordinatore del Comitato ANCI, impressionato per l'eventuale "impoverimento" dell'antica Polizia municipale, ma deciso nel recitare l'innaturale ruolo del Comandante costretto a difendere le ragioni della parte avversa.

L'intervento del rappresentante del FISU, Braccesi, ha mirato ad esaltare la validità della nuova ristrutturazione della Sicurezza, che prevede l'abrogazione della '65,come "il punto di sintesi più alto,già concordato con le OO.SS., capace di veramente risolvere in modo unitario(!) il grosso problema della Sicurezza Urbana,"oggetto centrale, domanda sociale forte, a cui si deve ancorare una moderna ridefinizione del ruolo della Polizia locale, da parte delle Regioni".
Impregnata di forte contenuto ideologico tutta la sua relazione pro Legge-ANCI, quest'ultima "sovrana", a suo dire,nel disegnare una nuova congerie di cerchi concentrici conferenziali sui problemi della Sicurezza,culminanti nella creazione di una nuova megastruttura centralizzata, denominata Istituto per lo sviluppo delle politiche coordinate per la Sicurezza, dal costo annuale di 1.665 miliardi di euro. "Follia,ha concluso,se così non fosse!".

"Di struttura mista complicata è il Progetto ANCI" ha detto il rappresentante dell'UPI,Crocetto, che ha auspicato "una serenità istituzionale" anche per il destino della Polizia Provinciale,ancora più discriminata della stessa Polizia Municipale.

"Attentissimo osservatore del dibattito" si è dichiarato il Senatore Maurizio Saja, già Assessore comunale di Padova, profondo conoscitore delle nostre problematiche, disposto "a non tenere un'opposizione preconcetta" ma di voler condividere una soluzione la più ragionevole ed obiettiva per il futuro della Polizia locale, attraverso una auspicabile mediazione trasversale". Stigmatizzata la non sovranità in materia dell'ANCI, ma del Parlamento, il Senatore ha affermato che si può "diversamente" garantire ai cittadini una vita serena e più ordinata, migliorando l'attuale Ordinamento della P. M., al fine di salvare tutte le faticose conquiste già acquisite dalla Categoria, prestando la massima attenzione a non ricorrere alla "Delega al Governo" per evitare il pericolo di scontrarsi con le "totali resistenze ministeriali".

Il dibattito si è concluso con le riflessioni del Sindaco di Foggia,Orazio Ciliberti,Vice Presidente ANCI,delegato alle politiche per la sicurezza e la polizia amministrativa. Attento ai vari "spunti" di visione d'insieme di questo incontro, ha evidenziato le stridenti contraddizioni,le situazioni di disagio e sofferenze,la conflittualità da "polli di Renzo" vissuta tra Sindaci e Comandanti di P.M, affermando che "la figura del Sindaco deve essere rivalutata in un'ottica di riorganizzazione dell'intero sistema", in cui, aggiungiamo noi, dovrebbe cessare il pessimo rapporto, di esodiana memoria, tra il lupo(Sindaco) e l'agnello (Comandante), quest'ultimo essendo stato ridotto a mero zerbino,anzicchè co-protagonista,del primo. Ha auspicato,poi," un colpo di reni" per i problemi dello sfruttamento del personale della polizia sussidiaria, del volontariato, della collaborazione familiare,trascurando però quelli della polizia locale, che scivola lentamente verso un buioso declino, a rischio di estinzione e che, come Sindaco,dovrebbe preoccuparsi di rinforzare in dignità e potenziamento funzionale.Dopo aver detto" Penso che non debba più esserci alcuna resistenza o riserva a riconoscere alla polizia locale funzioni di pubblica sicurezza che la rendono parte integrante e complementare di un sistema di tutela che oggi, più di ieri, interessa la dimensione urbana", in linea con quanto sostenuto nel suo recente Saggio "Credo sia giunto il momento storico di inserire la Polizia locale nel novero delle Polizie di cui all'art.16 della legge n.121/'81 e, se del caso,si potrebbe persino riportare la Polizia locale nell'alveo del Pubblico impiego non contrattualizzato (art.3 D.legs.n.165/01)", ci si aspettava una coerente conclusione, che non c'è stata e non ci sarà mai, facendo così naufragare il nostro sogno di "manna dal cielo", che invece, Dio non voglia, va trasformandosi in "tragica mannaia", in rovinoso precipizio per l'intera Polizia locale.

Al pomeriggio del giorno dopo si è tenuta una Tavola rotonda sullo stesso argomento, con l'intervento dei rappresentanti sindacali della CISL(no allo spoil system),della CGIL(no allo spezzatino), della UIL(molte riserve), allineati sul Progetto ANCI,del SULPM (riesame della proposta approvata dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera), del Presidente ANCUPM(salvaguardia del nostro Ordinamento Nazionale, incorporando la nuova filosofia della sicurezza urbana,modello Milano),del Presidente ANVU(ondivago,non conscio della grande trappola,dimentico del giuramento reso alla Dieta di Bari il 4 luglio u.s. unitamente agli amici dell'APICOL,ARVU, SULPM,OSPOL,SILPOL,SIAPOL),del Club dei 13(attenzione al carrozzone ideologico),dell'UPI:tacciono le Cassandre Cerquetti e Ciafi, tituba sempre più,ma senza ravvedersi,lo stesso moderatore,novello Sansone, Aldo Zanetti.

Sui pochi presenti cala il sipario tragicomico,il Presidente Serra si rinserra nella famosa Rocca dei Rossi(!) di Parma, deciso ad oltranza, prima di essere travolto da una seconda storica disfatta parmense, questa volta non da parte dell'Impero Federiciano.
Ed a tutti i colleghi sembra ammonire:Chi lascia la strada vecchia e...


(Antonio Cavallo,
Bollettino ANCUPM N.9/10 2006
)


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