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Data di pubblicazione: 19 maggio 2005

Roma. "Verifiche sulle presenze dei vigili in strada"

PoliziaMunicipale.it
Un rimedio contro l’assenteismo e per aumentare la presenza di caschi bianchi in strada? Per i vigili urbani di Roma è arrivato il “cartellino a domicilio”. Invece di andare a firmare l’inizio e la fine del turno di riposo nei comandi dei rispettivi gruppi di appartenenza, gli uomini della polizia municipale - impegnati dal 26 aprile nel nuovo piano di fluidificazione del traffico - timbrano gli orari di servizio direttamente nelle strade che sono incaricati di sorvegliare.
Tutto questo grazie ai responsabili territoriali dei vigili, che portano il foglio di presenza sul posto. Controllando così, implicitamente, gli orari di lavoro dei caschi bianchi. Ed evitando i trasferimenti dal comando e viceversa, che, come sottolinea il comandante del Gruppo intervento traffico (Git), Carlo Buttarelli, «fanno perdere molto tempo, riducendo la permanenza in strada». Ma, dicono le organizzazioni sindacali di categoria, questo provvedimento si inserisce in un «clima di sospetto, da caccia alle streghe, che rischia di delegittimare la categoria», come sostiene il responsabile romano del Sulpm Gabriele Di Bella.
I sindacati parlano di «controlli non autorizzati di vigili su altri vigili, auto civetta della polizia municipale utilizzate per sorvegliare i colleghi, richieste di controlli sul personale inviate da un gruppo all’altro», come moglie e marito che si accusino reciprocamente di adulterio. Un clima che ha portato i caschi bianchi a decidere di riunirsi oggi in assemblea, nella sede del I gruppo, «per chiedere conto della situazione».
A gettare benzina sul fuoco è stato proprio il nuovo piano traffico. Un’informativa inviata al comando del corpo dal Git, chiede appunto che i responsabili territoriali «provvedano al giro di verifica della presenza sul territorio di competenza» dei vigili che risultano in servizio, «facendo firmare il foglio presenza agli operatori comandati (e presenti) all’inizio e alla fine dei turni».
Un’esigenza dettata dal fatto che - secondo il rapporto finito sul tavolo del comandante Aldo Zanetti e del suo vice Giovanni Catanzaro - sarebbe stato accertato che «personale in servizio straordinario si sia presentato in ritardo sui posti di servizio o abbia cessato dal servizio anticipatamente ritenendo (maliziosamente o meno) di dover timbrare l’entrata e l’uscita presso il gruppo». Dover andare al comando per firmare l’inizio e la fine del turno di lavoro, secondo il Git, ridurrebbe di molto il tempo di servizio in strada. E qualcuno, insinua il rapporto, potrebbe marciarci per lavorare di meno.
«Non abbiamo paura dei controlli - sbotta Di Bella - ma questo modo di fare è inaccettabile. La struttura del corpo è piramidale, e prevede che ogni funzionario controlli gli uomini che dipendono direttamente da lui. Nella polizia municipale non è previsto alcun servizio ispettivo - continua Di Bella - come ha chiarito il comando con una nota del 6 dicembre scorso. Vorremmo sapere quindi chi esegue questi controlli, e perché non sia stato mai comunicato alle organizzazioni sindacali: temo che si stia creando ad arte un clima di sospetto».
Buttarelli, dal canto suo, esclude qualsiasi forzatura. «Con il via al nuovo piano traffico - spiega - il comando ha deciso di permettere ai vigili di firmare l’inizio e la fine del turno nel posto dove sono assegnati per servizio e non al gruppo di appartenenza. Si tratta di un’iniziativa presa per evitare inutili spostamenti, aumentare la presenza di vigili in strada e favorire così il successo del nuovo dispositivo. La decisione è stata comunicata a tutti».
E le auto civetta che, secondo Di Bella, controllano l’operato dei caschi bianchi? «Escludo categoricamente che sia stata mai presa un’iniziativa del genere - replica Buttarelli - Spesso dal comando andiamo in giro per controllare la situazione. Ma verifichiamo soltanto l’andamento del piano traffico, non il lavoro dei colleghi». (
Il Messaggero)
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