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Data di pubblicazione: 24 giugno 2004

I vigili come "le vacche del duce"

PoliziaMunicipale.it
Mai sentito la storia (vera) delle cosiddette "vacche del duce": quando Mussolini andava a visitare i paesi nati dalle bonifiche gli si facevano trovare le stalle piene di vacche belle ed in piena salute. Poi, mentre il Duce andava al ricevimento in Municipio, si caricavano le vacche nei camion e si trasportavano al paese sucessivo e cosi' il Duce trovava di nuovo le stalle piene di belle vacche.... ed avanti cosi' di stalla in stalla. Mussolini era contento, i gerarchi facevano bella figura ma le vacche sempre quelle erano. Una cosa simile sta succedendo a Verona, questa volta con i vigili.
Nei fatti che vi racconteremo, sostituite il duce con l’elettore, i gerarchi fascisti con i politici e le vacche con i vigili (ci scusino i colleghi di Verona per l’insolito accostamento di tipo .... bucolico).
In periodo elettorale (a Verona c’è il secondo turno delle elezioni provinciali) i politici, soprattutto quelli al potere, sono abili nel far apparire quello che non c’è e nel nascondere invece quello che purtroppo esiste. Ecco allora che per camuffare incrementi nell’organico dei vigili, sbandierati alla stampa ma nella realtà inesistenti, i pochi vigili di quartiere vengono spostati dal proprio servizio istituzionale di controllo delle periferie alle postazioni fisse nei mercati, anche quelli meno frequentati, solamente per un fatto di visibilità, per illudere la gente che i vigili ci sono, e tanti. E’ lì, infatti, in mezzo alle massaie improvvide di berlusconiana memoria, che il politico svolge la sua propaganda elettorale, e l’assessore alla “insicurezza” di turno, in versione
live, presenta, davanti a un pubblico di giornalisti e curiosi, un improbabile e superfluo servizio antiscippo ai mercati, come se l’agente in divisa non sapesse che è suo compito reprimere tutti i reati di cui viene a conoscenza e il cittadino non chiamasse il vigile presente in quel momento, nel caso fosse vittima di qualche malintenzionato. Poco importa se cento metri più avanti c’è un intralcio, un incidente, il solito lavavetri o accattone al semaforo, o un qualsiasi altro illecito amministrativo, l’agente non deve assolutamente spostarsi. Obbligatorio berrettino nordico, fascia al braccio con la scritta vigile di quartiere, ripetuta anche sui ciclomotori, brutti e inutili orpelli costati un sacco di soldi, voluti da questa Amministrazione, perché è più facile e dà maggiore risalto immediato sui
media locali cambiare la foggia di una divisa, che riformare un servizio, quello del vigile di quartiere, ormai logoro e poco percepito dalla cittadinanza.
Emblematica a questo proposito è la lettera (di seguito pubblicata) al quotidiano locale “L’Arena” del sindacalista del Sulpm di Verona, Roberto Zuanazzi, in cui viene evidenziata la costante strumentalizzazione della Polizia Municipale scaligera da parte dell’Amministrazione per fini di proprio tornaconto politico, a discapito del servizio che questa istituzione dovrebbe garantire a tutti i cittadini


“Nei giorni scorsi sono state pubblicate sugli organi di stampa alcune dichiarazioni attribuite all’Assessore alla Sicurezza Elio Pernigo, il quale avrebbe affermato che il potenziamento del servizio di Polizia Municipale voluto dall’Amministrazione tramite l’aumento della dotazione organica del personale ha cominciato a produrre risultati in termini di maggiore presenza sul territorio. Francamente, non si riesce a capire dove l’Assessore abbia visto i nuovi Vigili!

Da anni non si verifica un incremento reale del numero di operatori, tranne qualche sporadico caso di inserimento per mobilità; l’organico del Corpo di Polizia Municipale di Verona è sempre più in diminuzione (qualcuno alla pensione ci è arrivato...), risultando numericamente inferiore rispetto a 20 anni fa, con una situazione comunque ben differente.

A questa condizione di assoluta anoressia fa da contrappunto l’aumento delle necessità da affrontare a causa, tra l’altro, sia dell’incremento degli eventi che interessano la città e si affiancano agli impegni tradizionali (fiere, convegni, eventi, visite, targhe alterne, chiusura del centro il fine settimana, estate teatrale-areniana...) sia della cosiddetta routine (aumento del traffico, degli incidenti, della richiesta di sicurezza e relativi servizi) nonché l’avvenuta costituzione di 3 campi di accoglienza (o comunque si voglia chiamarli), con i problemi ad essi collegati.

È ben vero che l’Amministrazione ha in previsione l’assunzione con contratto di formazione lavoro di 30 nuovi Agenti (10 dei quali a part-time) nel corso del 2004, ma un conto è averli sulla carta, un altro è averli effettivamente in servizio!!

Quanto sopra sottolinea ancora una volta come la Polizia Municipale venga costantemente strumentalizzata: tra chi dice che gli agenti non ci sono e chi sostiene invece che sono ovunque rimangono sempre in mezzo loro, quegli operatori ai quali viene richiesto di svuotare il mare con un cucchiaino..., anzi con uno scolapasta !!

Le pattuglie servono ora qui ora là, il Vigile di quartiere viene utilizzato per questo o per quello, le manifestazioni si sprecano... e il Governo blocca la possibilità di nuove assunzioni; cosa si può fare?

Qualcuno potrebbe ritenere non ottimale il servizio che Polizia Municipale garantisce alla città di Verona; la causa principale di questa carenza (di uomini) va proprio ricercato nella mancata volontà di investire risorse adeguate. Se solo volesse, l’Amministrazione attuale potrebbe incrementare la presenza effettiva da un giorno all’altro (o quasi): sarebbe oggi possibile - opportuno! - adottare tutti quei provvedimenti previsti da precise norme legislative e contrattuali che contribuirebbero certamente a garantire, anche nell’attuale situazione di carenza di organico e impossibilità di assunzione, un servizio migliore alla città.

I concerti di Renato Zero e di Vasco esemplificano chiaramente l’atteggiamento: si potenzia la presenza con spostamento di turni/orari o negando ferie e recupero di straordinari già effettuati senza capire quale sia il vero problema. Se l’Amministrazione avesse reso disponibili le necessarie risorse per il potenziamento effettivo del servizio (l’adeguato aumento del personale) l’impatto sulla città sarebbe potuto essere differente.

Ma continuiamo a vendere il risolutivo apporto di pochi nuovi agenti, non ancora assunti, che una volta assegnati ai vari turni e distribuiti sul territorio (un Comando e cinque Delegazioni), semplicemente scompariranno.

Alla città servono ben altri numeri, e gli strumenti ci sono (!), bisogna solo volerli utilizzare.”

Roberto Zuanazzi

Rappresentante Territoriale

DiCCAP-Sulpm
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