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Data di pubblicazione: 23 gennaio 2018

Molestie sessuali sugli autobus: maniaco arrestato

Triesteprima
Friuli-Venezia Giulia

L'uomo aveva scelto gli autobus di linea per dare sfogo alle proprie pulsioni. La cosa stava andando avanti da qualche settimana, aveva colpito diverse donne, anche molto giovani; grazie ad una di esse, che ha avuto il coraggio di denunciare la violenza subita al Nucleo di polizia giudiziaria della Polizia Locale, il molestatore seriale dei bus è stato arrestato in flagranza di reato il 19 gennaio.

 

L'uomo (R.M., 41 anni, di origine pakistana, senza fissa dimora e con numerosi precedenti specifici) era solito salire sul bus e stazionare vicino alla macchinetta che annulla i biglietti, in attesa che qualche donna si sedesse al suo fianco. Allora iniziava la molestia che, per legge, si configura come una vera e propria violenza sessuale: avvicinandosi alla vittima fino a stabilire un contatto, iniziava a strusciare le sue parti intime, approfittando dei movimenti del bus per mascherare le proprie intenzioni. Di fatto, simulava in tutto e per tutto un atto sessuale. Quasi sempre, poi, questa fase preludeva alla successiva quando, per ricercare un contatto più diretto, estraeva l'organo genitale nascondendolo in parte sotto la maglietta.

 

Alcune malcapitate - rendendosi conto di quanto stava loro accadendo - avevano cercato di chiedere aiuto ma l'uomo era stato più veloce nello scendere dall'autobus e dileguarsi. Una di esse invece ha deciso di sporgere denuncia alla Polizia Locale e da qui è partita l'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica: per prima cosa, occorreva dare un volto all'uomo e qui è stato fondamentale lo studio delle immagini delle telecamere sull'autobus; poi, bisognava associare un nome al volto. Ricerca non facile, fatta di lunghi e discreti appostamenti in diverse zone della città. Ma alla fine il soggetto è stato individuato e gli investigatori hanno potuto passare alla fase finale: il pedinamento.

 

Il secondo giorno - questa mattina - gli operatori del Nucleo di p.g. hanno seguito R.M. sull'autobus osservandolo da una distanza di sicurezza. L'uomo ha adottato la stessa tecnica: non appena la vittima si è seduta accanto a lui, ha iniziato a molestarla con gesti dissimulati; ha cercato poi di passare alla “fase 2” e qui la flagranza di reato era evidente.

 

Istantanea l'azione degli operatori che bloccavano l'uomo facendolo scendere dal bus; contemporaneamente altri operatori si rivolgevano alla vittima per prestarle soccorso e rassicurarla. Condotto alla Caserma San Sebastiano, R.M. Veniva arrestato per violenza sessuale (Codice Penale articolo 609 bis: “Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da cinque a dieci anni. Alla stessa pena soggiace chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali 1) abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto 2) traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona. Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi”) ed accompagnato al carcere di via Coroneo, a disposizione del Magistrato. Durante l'indagine gli investigatori hanno raccolto numerose segnalazioni di fatti di questo genere anche sui Social, riuscendo a ricostruire altri reati di questo genere ascrivibili sempre allo stesso individuo, aggravandone così la posizione in sede di processo penale.

 

Fonte: Triesteprima

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