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Data di pubblicazione: 20 gennaio 2018

Vigili urbani: una messa per i «caduti» in servizio

Corriere.it
Lazio

Vogliono essere considerati agenti di pubblica sicurezza, uomini delle forze dell’ordine a tutti gli effetti e non impiegati comunali. Anche perché hanno i loro caduti, che dal dopoguerra ad oggi sono 52. Vigili urbani uccisi dalle mafie, dai rapinatori, da folli armati e da pirati della strada. Ma anche deceduti per salvare aspiranti suicidi, caduti per mano terrorista, stroncati da tumori contratti nella Terra dei Fuochi. Assassinati in servizio da balordi o perché coinvolti in incidenti stradali. Venerdì mattina i vigili caduti sono stati ricordati con una messa nella basilica di Santa Maria degli Angeli a piazza della Repubblica.

Fuori un sit-in

Fuori sit in indetto dalla UGL delle Autonomie per la Polizia Locale. «Questi 52 decessi non sono imputabili solamente ad accidentali casualità come lo sono stati gli investimenti stradali o i sinistri con i mezzi di servizio o gli eroici gesti di altruismo per salvare aspiranti suicidi o persone in gravi situazioni a rischio, ma per ben 22 di loro si è trattato di veri e propri omicidi a mano armata da parte di delinquenti colti in flagranza di reato o da parte della criminalità organizzata ed in un caso anche da terroristi», spiega il sindacato.

 

«Mai funerali di Stato»

«In nessun caso ad essi è stato mai riconosciuto un funerale di Stato, né benefici ai familiari superstiti come avviene per gli appartenenti alle Polizie di Stato. Non è più tollerabile la condizione lavorativa della Polizia Locale sempre più esposta a maggiori rischi per l’incolumità dei suoi appartenenti coinvolti, oggi più di ieri, nell’assicurare sicurezza ai cittadini ma senza le dovute tutele giuridiche e previdenziali e senza gli idonei equipaggiamenti».

 

Fonte: Corriere.it

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