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Data di pubblicazione: 18 ottobre 2016

Ingorgo, vigile legge il giornale

Corriere della Sera
Lazio

Vigile urbano sospeso per un giorno
Ingorgo mentre leggeva il giornale

L’istruttore della polizia municipale ha sostenuto di avere il «diritto di usufruire di una pausa per recuperare le energie durante l’orario di lavoro», ma la sanzione disciplinare è stata confermata nei tre gradi di giudizio

 

È stato sorpreso «in maniche di camicia, intento alla lettura di un giornale» all’interno del gabbiotto della polizia municipale, incurante del «caotico ingorgo» che si era creato proprio intorno a lui. Per questo un vigile urbano è stato sospeso - per un giorno - dal servizio e dallo stipendio.

«La pausa per recuperare energie»

L’istruttore della polizia municipale, dipendente del Comune di Roma, ha tentato di far annullare dalla magistratura la sanzione disciplinare. Ma gli è andata male in tutti e tre i gradi di giudizio. Dopo il tribunale e la corte d’appello, oggi è stata la sezione lavoro della Cassazione a bocciare la sua richiesta. Nel ricorso il vigile ha sostenuto di aver subìto una «disparità di trattamento» in relazione al «diritto di usufruire di una pausa per recuperare le energie durante l’orario di lavoro», poiché per alcuni colleghi sorpresi «in servizio mentre banchettavano» all’interno di una sala radio il procedimento disciplinare si è concluso con l’archiviazione. L’istruttore ha anche ricordato di aver prodotto certificati medici sul suo stato di salute - in particolare sulla «limitazione al mantenimento della stazione eretta per lunghi periodi» - e ha sottolineato che la pausa con il giornale era durata «pochi istanti».

 

 

 

 

«Condotta grave»

A quest’ultima affermazione la corte d’appello ha replicato che se così fosse stato «non si sarebbe potuto produrre l’ingorgo alla circolazione». Una ricostruzione condivisa dai giudici di piazza Cavour, secondo cui i giudici di secondo grado hanno «adeguatamente vagliato» l’episodio «sottolineando da un lato la diversità delle due vicende messe a confronto e, d’altra parte, la gravità della condotta in relazione alla situazione del traffico della zona». Inoltre, hanno stabilito gli ermellini, irrogare la sanzione disciplinare rientrava nei poteri del Comune, né era «censurabile per manifesta irragionevolezza o mancato rispetto delle garanzie di forma».

 

fonte: Corriere della Sera

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