Data di pubblicazione:
18 ottobre 2007
Procura di Pordenone: Photored perfettamente a norma
Fonte:
Messaggero Veneto
Regione:
Friuli-Venezia Giulia
«Non ho ricevuto alcuna segnalazione che ipotizzi illeciti sotto il profilo penale». A parlare è il procuratore capo di Pordenone, Luigi Delpino. Il riferimento è ai cosiddetti photored, t-red, vistared (ovvero le telecamere applicate ai semafori che rilevano i passaggi con il rosso) e in particolare alla durata del passaggio dal giallo al rosso. Se il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi ritiene che questi dispositivi rischino di trasformarsi in strumenti per fare cassa, la Procura non è dello stesso avviso. «Non credo ci sia la malafede continua Delpino da parte delle aziende che gestiscono gli impianti. La Cassazione dà ragione a queste ditte, anche perché non esiste nessuna norma che definisce il tempo massimo del passaggio dal giallo al rosso».
Secondo il parere del procuratore capo, si sta dando troppa importanza alla questione. «Sull’argomento indica si è scatenato il finimondo. In ogni caso, gli automobilisti sono in possesso di strumenti giuridici per far valere la propria ragione, non è necessario “buttare” tutto nel penale». Anche i quattro sindaci della provincia di Pordenone che hanno già installato queste tecnologie respingono le accuse al mittente: l’obiettivo dei nuovi dispositivi non è quello di «fare cassa». La questione, a questo punto, va risolta davanti ai giudici di pace, che si trovano a dover far fronte a centinaia di ricorsi presentati dagli automobilisti “pizzicati” a Cusano di Zoppola e Roveredo in Piano. Più recenti, invece, gli impianti installati a Porcia e a Casarsa.
E proprio il sindaco di Porcia è uno dei più impegnati a sostenere la correttezza degli impianti e l’applicazione della tecnologia. «L’impianto situato presso il garage Venezia dice multa solamente chi attraversa la linea del semaforo quando la luce è rossa e quindi la situazione è inequivocabile».
Fonte: Messaggero Veneto del 18/10/2007 - Edizione di Pordenone
Secondo il parere del procuratore capo, si sta dando troppa importanza alla questione. «Sull’argomento indica si è scatenato il finimondo. In ogni caso, gli automobilisti sono in possesso di strumenti giuridici per far valere la propria ragione, non è necessario “buttare” tutto nel penale». Anche i quattro sindaci della provincia di Pordenone che hanno già installato queste tecnologie respingono le accuse al mittente: l’obiettivo dei nuovi dispositivi non è quello di «fare cassa». La questione, a questo punto, va risolta davanti ai giudici di pace, che si trovano a dover far fronte a centinaia di ricorsi presentati dagli automobilisti “pizzicati” a Cusano di Zoppola e Roveredo in Piano. Più recenti, invece, gli impianti installati a Porcia e a Casarsa.
E proprio il sindaco di Porcia è uno dei più impegnati a sostenere la correttezza degli impianti e l’applicazione della tecnologia. «L’impianto situato presso il garage Venezia dice multa solamente chi attraversa la linea del semaforo quando la luce è rossa e quindi la situazione è inequivocabile».
Fonte: Messaggero Veneto del 18/10/2007 - Edizione di Pordenone
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